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Galileo, il GPS europeo è attivo

La rete satellitare Galileo, che dovrebbe consentire all’Europa di essere indipendente dal GPS americano, è entrata in servizio giovedì 15 dicembre. Tuttavia, sono pochi i dispositivi che attualmente la supportano.

Per gli Stati Uniti c’è il GPS, la rete GLONASS per la Russia, in Cina hanno BeiDou e ora l’Europa si affida Galileo. A partire da giovedì 15 dicembre 2016, e quasi 20 anni dopo la nascita del progetto iniziato nel 1999, il sistema di posizionamento satellitare “made in Europe” Galileo entra finalmente, almeno in parte, in funzione.

Infatti ulteriori 16 satelliti devono ancora essere lanciati in orbita, cosa che avverrà entro il 2020, quando il sistema sarà pienamente operativo. Ma con un totale di 14 satelliti attualmente in volo sopra la terra a 23.222 km di quota, la rete ha raggiunto la dimensione necessaria per iniziare le trasmissioni. Una cosa buona per l’Europa, finora dipendente dal sistema GPS statunitense.

Galileo 2

Pochi dispositivi compatibili

Le prestazioni della rete europea di geolocalizzazione dovrebbero essere decisamente maggiore rispetto a quelli del GPS. Secondo Jean-Yves le Gall, presidente del CNES, con il GPS è possibile vedere dove si trova un treno sul un territorio, ma con Galileo, si potrà sapere su quale binario viaggia.


Automobili, smartphone, tablet e altri dispositivi che sfruttano la geolocalizzazione saranno così in grado di accedere a una nuova fonte di informazioni, oltre a GPS e GLONASS, per migliorare la precisione dei loro servizi di localizzazione. La rete satellitare, quando sarà a pieno regime, sarà in grado di offrire un margine nel posizionamento inferiore ai 10 centimetri. Al momento, però, sono ancora pochi i dispositivi che supportano i segnali Galileo.

Qualcomm c’è!

Una delle prime aziende che ha predisposto dei chip di ricezione del segnale di localizzazione inviato dalla rete Galieo è Qualcomm. Infatti la famiglia di processori Snapdragon 800, 600, e 400 integrano un modem in grado di collegarsi a Galileo. Galileo sarà supportato quindi su smartphone e dispositivi di calcolo (con la versione software appropriata) che si basano su Snapdragon 820, 652, 650, 625, 617, e 435, soluzioni infotainment automotive che utilizzano Snapdragon 820A, e dispositivi telematici e Internet Of Thing con  e con Snapdragon X16, X12, X7, e X5 LTE modem.

Per tutti gli altri ci sarà da attendere ancora un po’ per godere del nuovo sistema europeo di geolocalizzazione, nella speranza che presto i vari produttori di dispositivi mobile comincino a incorporare i chip necessari per collegarsi alla rete Galileo.

© 2016, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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