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Chi più spende meno spende: mito o realtà?

Il proverbio citato, frutto della saggezza popolare, consiglia di non essere eccessivamente parchi allorquando si debba investire una determinata cifra nell’acquisto di un prodotto.

L’acquisto di un qualsiasi componente audio, infatti, economico oppure costoso che sia, passa per tutta una serie di valutazioni che facciano chiarezza sulla congruità della cifra da investire.

L’assunto che a poca spesa corrisponda scarsa resa non è affatto sempre applicabile: pur a fronte delle inevitabili economie applicate – circostanza che limiterà il dispendio di mezzi a disposizione – la qualità generale non necessariamente ne risentirà in modo determinante.

Alla base di una qualsiasi spesa, infatti, sarà proprio il budget a disposizione a fungere da limite alle nostre possibilità di investimento, qualcosa che pur potendo subire una certa variazione percentuale vedrà comunque ristretto l’ambito nel quale muoversi.


Budget che anche il costruttore si è a sua volta imposto, proprio perché il prodotto da egli realizzato deve inevitabilmente sottostare a dei limiti legati anche al posizionamento di mercato.

L’intelligenza sta nel bilanciare correttamente la spesa, evitando di insistere in aree dove componentistica di lusso non darebbe alcun contributo – piuttosto è vero il contrario, ovvero che meglio sarebbe concentrarsi in altri punti del circuito – oppure, nel caso dei diffusori, evitando costose finiture lignee che in fin dei conti nulla apportano se non esteticamente.

La smania compulsiva che spinge all’acquisto è ben racchiusa in questa simpatica immagine

 

Un altro aspetto da considerare – piuttosto importante e situato circa a metà tra economia e tecnica – è quello che vuole che quando si deve fare una spesa sarebbe sempre il caso di considerarla in prospettiva, ovvero in vista di future eventuali rivendite causa evoluzione del sistema audio.

Per esperienza personale, posso dire che ogni qualvolta io abbia esitato tendendo al risparmio – per quanto tale termine sia leggermente improprio, poiché spesso si parlava di costi alquanto elevati – mi sono puntualmente pentito giacché rivendere per poi riacquistare, ha necessariamente comportato un’aggiunta (spesso sostanziosa) che sommata alla cifra precedente dava come immancabile risultato una cifra globalmente assai più alta.

In altre parole, se avessi speso di più inizialmente sarei stato maggiormente soddisfatto ed avrei probabilmente evitato future sostituzioni.

Ancora rammento con malcelato disappunto quando – travolto dal classico e compulsivo impeto giovanile – alienai una coppia di diffusori dei quali taccio il nome per non ricevere invettive da parte dei lettori (che meriterei), un prodotto di marchio più che blasonato il cui attuale valore sarebbe perfino elevatissimo.

Idem dicasi circa una coppia di amplificatori monofonici che ad oggi spezzerebbero più di una schiena ad altri concorrenti, eppure, anche quelli furono ceduti, quasi regalati.

Errori di gioventù, si dice, scelte negative che si manifestano sovente col senno di poi, purtroppo.

Ogni qual volta mi accingo a scrivere un articolo – per onestà ed a causa del mio trascorso di lettore prima che di redattore per la rivista per la quale scrivo – mi domando sempre se quanto vado ad esporre possa in qualche modo aiutare il lettore oppure metterlo in relativa difficoltà.

Nel tempo ho maturato la convinzione che se è vero che la virtù si trova nel mezzo, altrettanto vero è che nessuno regala niente – d’altronde non sarebbe nemmeno giusto visti gli sforzi che sovente sono riversati nel progetto – per cui sono altrettanto convinto che ove possibile è sempre opportuno allungare il collo fin dove si può; d’altronde l’evoluzione delle giraffe è avvenuta proprio in tal modo, diversamente sarebbero morte di fame.

Non è bello sindacare sulle possibilità economiche altrui – a chi piacerebbe vedersi fare i conti in tasca? – ma un consiglio sensato credo sia sempre opportuno darlo, se non altro per una sorta di istinto di protezione e cura verso chi legge l’articolo.

In conclusione, sebbene l’elettronica di consumo abbia fatto notevolissimi passi avanti e sia attualmente possibile allestire sistemi audio economici di notevole soddisfazione – in certi casi davvero sorprendenti in relazione alla spesa sostenuta – non è possibile aggirare più di tanto certi ostacoli, motivo per il quale, se si desidera un oggetto curato in maniera maniacale, ci si dovrà necessariamente convincere che un risparmio oltre misura non è proprio possibile.

Il trascorrere del tempo senza essere presi dalla scimmia – nota locuzione che allude a quella sorta di inevitabile spinta all’acquisto – sarà l’elemento che mostrerà senza alcuna pietà l’opportunità della scelta fatta a suo tempo, ove un dispositivo che continua a darci ampia soddisfazione eviterà di farci venire in mente al sua sostituzione.

Come al solito, ottimi ascolti!!!

 

 

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