Onkyo a breve sarà nuovamente sugli scaffali dei negozi italiani, come avrete letto nel nostro articolo di qualche giorno fa. Questo sarà possibile grazie all’accordo stipulato tra la società PAC ed il distributore Tecnofuturo. Se ne sono dette tante in questi mesi ed era doveroso fare il punto della situazione con chi è a conoscenza dei fatti. essendo coinvolto in prima persona: Mauro Battilana CEO di Tecnofuturo.
Di seguito le nostre domande (AF) e le risposte di Mauro Battilana (MB), su Onkyo, buona lettura.
AF: “Sul brand Onkyo ultimamente si è scritto più che sulla separazione tra Totti e Ilary. Si è parlato di fallimenti, resurrezioni e tanto altro. Puoi fare chiarezza su quanto accaduto?“
MB: “In effetti se ne sono dette tante e molto spesso cose inesatte. Le gravi vicissitudini dell’azienda Onkyo, dico azienda e non marchio, perché hanno avuto destini differenti, hanno inizio nel 2012, quando per finanziare le attività aziendali cedette varie quote a Gibson, la leggenda delle chitarre, perché l’allora proprietario e CEO Henry Juszkievicz, decise di espandere l’attività dalla sola produzione di strumenti per creare musica a quelli per riprodurla, facendo una serie di errori strategici, il più importante dei quali fu l’aver rilevato la divisione audio di Philips per oltre 150 milioni di dollari
L’obiettivo era voler creare una Nike dell’home entertainment, ma le cose andarono ben diversamente, perché qualche anno dopo, nel 2018, sommerso dai debiti avrebbe dovuto chiedere il famigerato Chapter 11, l’anticamera del fallimento negli Stati Uniti, e liberarsi di tutte le acquisizioni, Onkyo compresa. L’azienda giapponese nel frattempo, era il 2014, acquisiva la divisione audio/video di Pioneer, un passo forse più lungo della gamba, considerate le dimensioni e gli inevitabili maggiori costi derivanti. Costi che ben presto si sarebbe accorta di non poter più sostenere, cominciando così a generare una spirale negativa, anche in virtù dei cambiamenti del mercato audio/video, che l’avrebbe condotta a vendere i gioielli di famiglia, come la filiale negli USA a Voxx International (Klipsch & Co…) e quella europea ad Aqipa nel 2018.
Tutto questo però non sarebbe bastato a fermare l’emorragia, perché a quel punto il marchio stava seriamente rischiando di essere travolto dalle vicissitudini della casa madre. Da quel momento il brand Onkyo ed i suoi preziosi assets, R&D e fabbriche, venne messo sul mercato, e dopo un’iniziale trattativa non andata a buon fine con Sound United, lo scorso anno Onkyo è stato acquisito dall’attuale proprietario Voxx International, per tramite della sua affiliata Premium Audio Company, insieme a Sharp. Una volta terminata questa transizione, il contenitore ormai svuotato di tutti i suoi valori, l’azienda madre giapponese, si è trovata nell’inevitabile posizione di dover dichiarare bancarotta.
Se vogliamo fare un paragone, è ciò che è accaduto ai passeggeri più fortunati del Titanic, quelli che ce la fecero a salire sulle scialuppe prima che la nave affondasse. Il marchio Onkyo è riuscito quindi a continuare la sua vita grazie a PAC, ed ora riprende il cammino, forte ancora della sua storia e capacità tecnologica.”
AF: “Tecnofuturo conosce il brand onkyo dal lontano 2007, come si è evoluto il brand in questi ultimi anni?”
MB: ” La mia personale relazione con Onkyo parte ancora da più lontano, molto prima di fondare Tecnofuturo, risalendo al 1999, anno in cui venni assunto dall’allora distributore Eurosound. Ho quindi visto tutta la parabola ascendente, e purtroppo anche discendente del marchio. I primi anni 2000 sono stati quelli pionieristici del cambiamento che arrivava dagli USA, l’audio/video, il cinema in casa, ed Onkyo, insieme a Yamaha, posso dire senza timore di essere smentito, sia stato il brand che più ha colto il cambiamento, in termini di consenso e vendite.
Questo grazie al suo avanzatissimo reparto R&D e la grande capacità dei suoi ingegneri di intercettare tutte le nuove tecnologie legate all’home entertainment. Da quel presupposto sono nati tutti i primati della storia del marchio, come la collaborazione con Lucasfilm per THX, primo marchio a lanciare le codifiche lossless Dolby True HD e DTS HD Master e non ultimo Dolby Atmos. Insomma un’impressionante bagaglio di tecnologia al servizio dell’home entertainment. Pochissimi sanno ad esempio che la prima soundbar è stata lanciata proprio da Onkyo già nel 2001, quando ancora non esistevano i flat screen, o perlomeno non era ancora iniziata la loro diffusione. L’obiettivo era già quello di dare la qualità dell’audio cinematografico a chi possedeva i grossi tv a tubo catodico da 32″.
Negli ultimi anni il brand, costretto dalle vicissitudini aziendali si è sempre più concentrato nel proprio know-how, ovvero l’amplificazione e l’home theater, trascurando magari nuovi trend come l’ampliamento della parte a due canali e lo streaming. Attenzione, quando dico streaming, è parzialmente vero, perché a ben guardare tutti i sintoamplificatori di rete A/V, lo streamer lo avevano già ben prima che questo divenisse così importante come lo è oggi.”
AF: “Il core business di Onkyo è il mondo multicanale, ricordiamo che negli anni il marchio giapponese è stato protagonista di importanti anticipazioni tecnologiche poi adottate da tanti altri concorrenti, ma Onkyo non disdegna gli appassionati del mondo due canali con alcune soluzioni esteticamente e tecnicamente performanti. Puoi dirci se per la distribuzione in Italia partirete subito con tutto il catalogo oppure andrete per step? “
MB: “Ti ho in parte già risposto prima. Partiamo con un catalogo ridotto rispetto a quello a cui eravamo abituati, ovviamente ben assortito con i sintoamplificatori A/V, senza però arrivare a livelli di costo superiori ai 2.000 €, mentre per quanto riguarda la sezione a due canali vi saranno inizialmente soltanto due sintoamplificatori, dei quali uno con streaming di rete, ed un lettore cd, ma aggiungo che questo gap verrà comunque colmato step by step.
AF: “Onkyo per Tecnofuturo sarà la quadratura del cerchio per chi è alla ricerca di un impianto audio/video completo. Infatti con l’ausilio di altri brand da voi distribuiti come Optoma, Triangle e Wharfedale, coniugato con l’aiuto della vostra rete selezionata di punti vendita, sarete in grado di offrire vari setup su diverse fasce di mercato. State già studiando qualcosa?“
MB: “Tenuto conto che le attività di vendita con Onkyo non inizieranno prima di novembre inoltrato, certamente andremo a formulare delle offerte mirate, il catalogo dei brand che distribuiamo ce lo consente ampiamente, tuttavia lo faremo con molta attenzione, soprattutto per quanto riguarda i diffusori, perché se è vero che un sistema Audio/Video ha sempre un costo importante, è altrettanto vero che non possiamo nemmeno sconfinare in assurde proposte che varie volte ci è capitato di vedere da altri.”
AF: “Capitolo assistenza: molti lettori dopo questa nostra pubblicazione ci chiedono se l’assistenza sarà in grado di offrire supporto oltre che per i prodotti attuali anche per quelli più obsoleti.”
Per mio retaggio ed esperienza, ho sempre ritenuto l’assistenza di pari importanza alle vendite. Non c’è niente di più deleterio per l’immagine di un’azienda o un marchio, di un utente arrabbiato per non aver trovato soluzione ad un problema sul suo prodotto. La nostra rete di assistenza è certamente in grado di far fronte a questo, e grazie alla nostra storia, abbiamo anche una notevole quantità di ricambi a stock. Non potremo magari risolvere proprio tutti i problemi, specie per prodotti troppo datati, ma certamente daremo molte risposte in tal senso anche su apparecchi venduti anni fa.
AF: “Negli ultimi tempi avete acquisito diversi pezzi da novanta: Meze Audio (su cui in questi giorni uscirà una recensione su AFdigitale), Burmester, Electrocompaniet, Triode corporation, per non dimenticare gli storici brand come quelli dello IAG Group o ancora Luxman, Gold Note e via dicendo. Insommma, dati e bilanci alla mano sembra che la vostra politica vi stia ripagando di tutti gli sforzi fatti in questi anni. Qual è stato il segreto di questo successo oltre alla trasparenza che vi contraddistingue nel rispetto dei ruoli della catena Produttore-distributore-rivenditore?”
MB: “Premesso che sono alquanto fiero dei marchi che distribuiamo, il segreto? Forse non esiste, è un mix di fattori. Non ho una specifica ricetta, posso dire che con tutta probabilità la nostra azienda viene vista attraverso i marchi che distribuisce, ed i marchi attraverso di noi. Detta così sembra una frase alla Marzullo, intendo dire che la filiera produttore/distributore/dealer si basa sulla reciproca fiducia e rispetto, oltre che sulla qualità, specializzazione e competenza. Ognuno di questi soggetti necessita degli altri, ed inevitabilmente i fattori devono convivere in armonia. Un grande prodotto ha bisogno di chi lo sappia valorizzare, da solo è ben poca cosa. La scelta dei nostri partners, siano essi il produttore oppure il dealer, parte proprio da questa riflessione, perché alla fine conta solo una cosa: il grado di soddisfazione dei nostri utenti. Da quel che noto dai risultati, mi pare di poter dire che la strada sia quella giusta.
AF: “Alla luce di quello che sta accadendo a livello internazionale ed anche nazionale, pensi che il mercato in cui Tecnofuturo opera possa subire contraccolpi negativi e quindi anche la tua azienda?“
MB: “Inutile negarlo, le prime avvisaglie ci sono già, molte persone sono divenute, diciamo, più conservative, spesso preoccupate dal non vederci chiaro, ma questo fa parte dell’umana natura, l’emozionalità gioca un ruolo fondamentale nel processo di acquisto, tuttavia io credo che il nostro mondo, fatto proprio di emozioni che si rinnovano attraverso musica ed immagini, saprà sempre spingere la voglia di esplorare nuovi orizzonti attraverso nuovi prodotti. Tecnofuturo sarà in prima linea per intercettarli. Aggiungo che nella mia ormai lunga carriera, di alti e bassi ne ho visti innumerevoli: nei primi anni 80, il nostro mercato sembrava destinato a scomparire, i dischi non si vendevano più, poi arrivò il cd a rivitalizzarlo, oggi siamo ancora qui, direi ora più che mai, a parlare di cosa? Giradischi e vinili, panta rei!”
Il parere di AFdigitale su Onkyo e sul suo ritorno in Italia.
Per mio retaggio ed esperienza, ho sempre ritenuto l’assistenza di pari importanza alle vendite.
Un grande prodotto ha bisogno di chi lo sappia valorizzare, da solo è ben poca cosa.
Vogliamo partire da questi due stralci per trarre le nostre conclusioni. Onkyo è una azienda con una grande tradizione, sicuramente ha vissuto dei momenti difficili ma ha tutte le carte in tavola per ritornare da protagonista ed offrire ai propri clienti elettroniche dal grande rapporto qualità prezzo. Di sicuro questo da solo non è sufficiente e qui entra in gioco il ruolo di Tecnofuturo che dovrà fornire informazioni, assistenza e soprattutto dovrà saper valorizzare il grande contenuto tecnico dei prodotti Onkyo ultimamente svilito da chi, di Onkyo, conosce a malapena il sito internet. Un grande marchio della tradizione giapponese è tornato sul nostro mercato e lo ha fatto con le migliori intenzioni e con una partenrship già collaudata da diversi anni. Non ci resta che aspettare e prenotarci per un test di una elettronica Onkyo non appena saranno disponibili.
Per maggiori informazioni vi rimandiamo al sito del distributore Tecnofuturo
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