Dopo la sospensione delle vendite negli USA e le conferme dai distributori europei, il futuro di AURALiC è segnato. Tra dazi, calo delle vendite e dimissioni del CEO, resta ora l’incertezza sul supporto ai prodotti e sull’app Lightning DS
Manca ancora una conferma ufficiale (che forse non arriverà mai), ma le voci sempre più insistenti sulla chiusura del produttore hi-end cinese AURALiC sembrano lasciare ormai pochi dubbi. Le prime avvisaglie di difficoltà sono emerse a metà settembre, quando il forum della community di AURALiC è scomparso misteriosamente senza alcuna spiegazione ufficiale. Questo evento ha rappresentato il primo segnale tangibile di una crisi che si stava sviluppando già da diversi mesi, alimentando le voci e le speculazioni sulla sostenibilità a lungo termine dell’azienda.
La conferma pressoché definitiva della chiusura è arrivata attraverso comunicazioni dirette ai distributori europei e rapporti da fonti affidabili del settore, che hanno riferito di una cessazione immediata delle attività commerciali. Il distributore tedesco ha confermato di non ricevere più nuovi dispositivi, mentre le vendite sono state sospese con effetto immediato e i social dell’azienda sono stati chiusi. La notizia ha colpito particolarmente i numerosi possessori di prodotti AURALiC, che si sono trovati a confrontarsi con l’incertezza riguardo al supporto tecnico futuro e alla continuità dell’applicazione Lightning DS.
Il declino di AURALiC può essere ricondotto a una combinazione di fattori economici e strategici che hanno compromesso gravemente le performance commerciali dell’azienda. La causa principale identificata è stata l’impatto devastante dei dazi commerciali imposti dal governo americano, che hanno costretto l’azienda a sospendere tutte le spedizioni verso gli Stati Uniti. Questo mercato rappresentava una porzione significativa del business di AURALiC e la sua perdita ha comportato un crollo delle vendite dell’80% nel corso del 2025.
Le difficoltà finanziarie sono state aggravate dalle sfide della catena di approvvigionamento post-Covid e dall’aumento dei costi operativi. La combinazione di questi fattori ha creato una tempesta perfetta che ha reso insostenibile la continuità delle operazioni commerciali. La situazione è stata ulteriormente complicata dalle dimissioni anticipate del CEO e fondatore Xuanqian Wang, che all’inizio dell’anno ha deciso di lasciare la guida dell’azienda per perseguire altri progetti, mantenendo però una partecipazione azionaria.
AURALiC nacque da un incontro casuale ma significativo nel 2008 tra i futuri fondatori al Waldbühne di Berlino, il celebre anfiteatro all’aperto dove si esibisce la Filarmonica di Berlino. La loro passione condivisa per la musica e le competenze complementari (Wang proveniva da un background ingegneristico e software) gettarono le basi per quella che sarebbe diventata una collaborazione inevitabile e fruttuosa. L’azienda fu ufficialmente fondata nel 2009 con l’obiettivo di creare componenti audio digitali innovativi che combinassero tecnologie all’avanguardia con design eleganti.
Il primo prodotto commercializzato fu l’ARK MX, inizialmente disponibile solo nel mercato cinese, seguito dall’ARK MX+, che rappresentò l’ingresso dell’azienda nel mercato globale. Questi primi dispositivi mostravano già il design industriale futuristico che sarebbe diventato un tratto distintivo del marchio. L’evoluzione successiva portò alla creazione della serie “G”, che introdusse un linguaggio estetico più contemporaneo e raffinato, riflettendo la maturazione tecnologica e stilistica dell’azienda.
Il successo commerciale di AURALiC si consolidò con il lancio della serie Aries, una famiglia di streamer che rivoluzionò l’approccio allo streaming musicale domestico. L’Aries Femto e l’Aries LE rappresentarono i primi veri successi commerciali, stabilendo standard elevati per la qualità audio e l’affidabilità software che caratterizzarono tutti i prodotti successivi. Il punto di svolta arrivò con l’introduzione dell’Aries Mini proposto a un prezzo molto competitivo, che letteralmente dominò la concorrenza in termini di rapporto qualità-prezzo.
La gamma Vega costituì l’altro pilastro dell’offerta AURALiC, con DAC di alta qualità che integravano capacità di streaming avanzate. Il Vega DSD rappresentò una meraviglia tecnica al momento del lancio e fu seguito da altri prodotti significativi come il Taurus MKII, il Taurus Pre e i monoblocchi Marek, che dimostrarono la versatilità tecnologica dell’azienda anche nel campo dell’amplificazione. La strategia produttiva si articolava chiaramente tra la famiglia Aries per il puro streaming e trasporto digitale, identificabile dalle sole uscite digitali, e la famiglia Vega che incorporava conversione digitale-analogica di alta qualità.
L’elemento forse più distintivo di AURALiC fu lo sviluppo dell’ecosistema Lightning, composto dal sistema operativo Lightning OS e dall’applicazione di controllo Lightning DS. Questa piattaforma rappresentava una soluzione integrata che consentiva ai dispositivi AURALiC di comunicare seamlessly attraverso la rete domestica, offrendo un’esperienza utente intuitiva e completa. Lightning DS permetteva di navigare e organizzare la musica secondo le preferenze individuali, con funzionalità avanzate di ricerca che operavano sia su librerie locali che su servizi di streaming online.
La piattaforma Lightning supportava molteplici canali virtuali di input, includendo streaming basato su OpenHome, radio internet, endpoint RoonReady, AirPlay 2, TIDAL Connect, Qobuz Connect, Spotify Connect e Bluetooth. Questa versatilità rendeva i dispositivi AURALiC compatibili con praticamente ogni ecosistema di streaming esistente. Dal 2014, l’azienda ha rilasciato oltre 100 aggiornamenti gratuiti del software, mantenendo aggiornati anche i dispositivi più datati come l’Aries originale del 2014.
La chiusura di AURALiC lascia un vuoto significativo nel mercato dell’audio high-end, particolarmente nel segmento degli streamer dedicati che l’azienda aveva contribuito a definire e sviluppare. I possessori di dispositivi AURALiC si trovano ora ad affrontare l’incertezza riguardo al supporto futuro, anche se molti prodotti continuano a funzionare attraverso protocolli standard come Roon e servizi di streaming diretti. La proprietà intellettuale dell’azienda è stata messa in vendita per 2 milioni di dollari, un prezzo che molti osservatori considerano relativamente contenuto per un marchio con una reputazione così consolidata.
L’ultimo prodotto di AURALiC che abbiamo trattato è stato l’Aquila X3, uno streaming media processor modulare che al momento dell’uscita era anche il prodotto più costoso nel listino dell’azienda, con un prezzo di partenza di 14.900 euro che poteva superare abbondantemente i 20.000 euro.
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