Il cammino della passione per l’Alta Fedeltà, ovvero l’audio di qualità superiore, è irto di ostacoli, falsi amici ed analisi del contesto spesso azzardate e/o scollegate dalla realtà nonché convinzioni derivate da oscure considerazioni che purtroppo, in determinati casi, sono assai dure da sradicare e producono esclusivamente guai. Salvarsi è possibile?
Chiunque a suo tempo si sia appassionato all’audio ad Alta Fedeltà – quale che sia la ragione – con l’esperienza avrà rivisto più volte ed in maniera più o meno approfondita quelli che sono, o si ritiene siano, i capisaldi di questa materia, veri o presunti tali.
Lo abbiamo scritto più e più volte: praticamente da sempre i noti corsi e ricorsi storici sono immancabilmente presenti anche in questo contesto, laddove critiche momentanee si trasformano successivamente in basi essenziali perfino imprescindibili.
Non solo, ovviamente non mancano vere e proprie guerre di religione (tra i vari credo audiofili chiaramente) – che al pari di queste fanno altrettanti danni sebbene, per fortuna, non altrettanto gravi – circa le quali è sufficiente alludere all’annosa questione analogico vs digitale oppure valvole vs stato solido, anche se poi ce ne sono altre degne di nota come le interminabili discussioni sull’utilità dei controlli di tono oppure del loudness o se sia migliore un diffusore configurato in sospensione pneumatica ovvero in reflex.

Di recente sembra si sia aggiunta quella sui prodotti cinesi – che detto tra noi, non ve ne foste accorti, rappresentano la maggior parte di ciò che è reperibile nel comparto elettronico – un contesto assi discusso dove si rintracciano sussulti di amore e odio posti praticamente sullo stesso piano.
Basta leggere i vari forum, dove lo scontro è eterogeneo e acceso come non mai, sebbene spesso scada in liti furiose coinvolgenti il lato politico, laddove qualcuno ritiene che ciò accada in virtù di una gestione “particolare” del mondo del lavoro da parte di questa nazione.
A tal proposito, a prescindere dalle varie filosofie di pensiero, rammentiamo che è proprio grazie alla Cina se ci possiamo permettere tutta la tecnologia da cui oramai siamo letteralmente invasi in ogni campo: auto, domotica, cellulari, computer e qualsiasi altro contesto degno di nota come gli elettrodomestici, dei quali è oramai possibile controllare le principali funzioni mediante apposite App.
Molto chiaramente tutto questo fa parte del gioco, aiuta a maturare una personale consapevolezza ed a crescere in maniera (si spera) il più possibile sana ovvero scevra da conclusioni azzardate e di pura fantasia che si sa, quando eccede i limiti provoca solo danni.
Insomma, gli argomenti oggetto di discussione sono in perenne evoluzione – sebbene sia presente una certa stabilità relativa alle basi di questa bella passione – ed ovviamente seguono abbastanza fedelmente (!) quello che è il mercato, in taluni casi apparentemente asfittico (si veda il calo di interesse e di vendita dei CD) ma che a quanto pare riesce in ogni caso a trovare ossigeno per sopravvivere.

Attualmente due sono gli argomenti più gettonati: l’analogico e lo streaming, laddove il primo è oramai più che stabilmente “di nuovo” tra noi mentre il secondo incarna il preciso momento storico, preda di quella specie di mordi e fuggi onnivoro che toglie gusto ma abbotta la pancia come si direbbe in quel della capitale.
Anche le vendite procedono in tal senso, con i giradischi Rega e Project a condurre le danze per ciò che riguarda le cinematiche e Eversolo per quanto attiene gli streamer di rete, plausibilmente in virtù di un rapporto qualità prezzo conveniente oltre che di un look alquanto attraente per i giovani, corroborato dalle versioni dai colori più sgargianti che ben si inseriscono negli ambienti sovente pieni di colore preferite dal pubblico più giovane e sbarazzino relativamente ai giradischi.
Da una parte questo è comunque consolatorio, poiché sembra evidenziare un leggero maggiore interesse per un contesto talvolta ritenuto inavvicinabile a causa dei costi decisamente elevati sovente proposti da alcune aziende, ma è proprio qui che ritorniamo con specifica allusione a quanto scritto qualche rigo sopra, ove il paese del Dragone ci viene incontro con il sorriso sulle labbra.
Chiaramente le elettroniche più elitarie sono escluse dal contesto – d’altronde è noto che lusso e esclusività non vanno mai in crisi proprio perché geneticamente superflui – motivo per il quale i recenti aumenti di alcuni listini, che in alcuni casi sono attestati su un sostanzioso 25%, non sembra preoccupare più di tanto gli appassionati più facoltosi, questo a prescindere dalle chiacchiere di cortile immancabilmente reperibili in rete.
Come al solito, ottimi ascolti!!!
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