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Audio dubbi: acquisti a prova di futuro (o quasi)

Qualunque passione è fatta di scelte più o meno consapevoli, talvolta imposte da un particolare contesto oppure dalla mancanza di esperienza, situazioni che in ogni caso obbligano ad assumere una ben precisa posizione che purtroppo, nel bene e nel male, avrà un decisivo impatto sul nostro futuro di appassionati di audio ad Alta Fedeltà.

L’alta fedeltà (soprattutto) è fatta di scelte, una continua selezione che nel tempo si rivela essenziale per il futuro del sistema audio ma non solo, ad essere a rischio è la passione stessa, laddove un errore di valutazione – inducendo a considerazioni errate – può anche portare l’appassionato a mollare tutto nella convinzione di non riuscire a soddisfare le sue legittime aspettative.

Spesso sono i pregiudizi a fare danni, altre volte è la scarsa conoscenza di determinati aspetti, in altri casi la convinzione che tutto sia uguale per tutti, motivo per cui si crede ciecamente alle altrui esperienze, il che porta a scelte sbagliate.

Mediamente parlando si tratta di presumere aspetti che magari sfuggono e non sono affatto chiari, qualcosa che andrebbe ben indagato piuttosto che creduto a prescindere, un po’ come il fatto che l’analogico sia SEMPRE migliore del digitale o che le valvole siano SEMPRE preferibili allo stato solido.


Lo ripetiamo praticamente da sempre: è perfettamente inutile acquistare diffusori enormi per poi confinarli in un buco di stanza; idem dicasi per il contrario ovviamente, nel caso si intenda sonorizzare un ampio salone mediante piccoli bookshelf sottodimensionati.

Così come non serve a nulla disporre di uno spropositato quantitativo di watt perché, come sostiene qualcuno………la potenza non è mai abbastanza.

Un semplice calcolo consente di stabilire esattamente di quanta potenza si abbia bisogno in relazione all’ambiente, alla distanza d’ascolto ed alla pressione desiderata nel punto d’ascolto – semplicemente considerando valori come i watt e i dB – e nell’eseguirlo ci si accorge immediatamente che disporre di una centrale elettrica in casa è inutilmente dispendioso.

Ad esempio, con un diffusore che abbia 90 dB di sensibilità, per avere un livello di pressione sonora (SPL) pari a 95 dB in corrispondenza del punto d’ascolto sono sufficienti circa 45 watt; potenza che scende a 35 nel caso il diffusore abbia un solo dB in più di sensibilità.

Se poi intendete a prescindere acquistare un bestione da nmila watt è un altro discorso, più legato alla psicologia che alla tecnica audio.

Tant’è, l’appassionato evoluto è sempre incerto sul da farsi, immancabilmente preoccupato di scovare l’ennesimo pelo nell’uovo che gli toglie il sonno la notte, sempre alla ricerca del metodo per togliere quel maledetto velo che impedisce di sentire oltre, di accorgersi che il violinista della seconda fila si è grattato la tempia in un momento di pausa.

Si tratta di dettagli, della possibilità di cogliere aspetti di cui il popolo bue ed insensibile alla soavità della musica non riesce minimamente ad avvicinarsi, troppo concentrato sugli aspetti più esteriori e facili da cogliere del messaggio sonoro.

Lo stesso popolo però, non si preoccupa eccessivamente di certi aspetti, vive felicemente in superficie beandosi del poco sforzo che deve fare per ascoltare forme artistiche sovente vacue e destinate ad un rapido oblio.

L’appassionato di musica invece opera in modo assai diverso, cerca e vuole altro, non è disposto a compromessi che possano limitare in maniera sovrabbondante la fruizione dell’ascolto.

E fa bene, anzi, benissimo, si dovrebbe sempre tendere al massimo delle possibilità che è dato raggiungere – chiaramente evitando situazioni al limite del patologico – perché un appassionato contento sarà anche meglio disposto all’ascolto e paradossalmente, proprio questa tranquillità d’animo sarà d’aiuto nel cogliere le agognate sfumature di cui poco sopra accennato.

Pertanto, allorquando si debba effettuare un acquisto di una certa consistenza, sarà bene passare in rassegna quelli che sono gli inevitabili paletti da porre onde non superare il confine dell’audio-decenza – o indecenza se preferite – evitando di prendere in considerazione prodotti difficili da gestire, inutilmente costosi o troppo caratterizzati (un po’ come il colore di certe auto, rivenderle successivamente sarà alquanto impegnativo).

Per esperienza, ho spesso ascoltato sistemi semplici e ben suonanti poiché frutto di un sapiente accostamento teso a rispettare le caratteristiche precipue dell’apparecchio, attenzione questa che inevitabilmente porta ad un ottimo risultato sonoro quale che sia la cifra investita.

Se poi non è particolarmente elevata la soddisfazione sarà perfino superiore, perché raggiungere un determinato traguardo senza subire un tracollo finanziario non può che far piacere.

Sapete bene poi che uno dei termini che più amiamo è sinergia – sorta di collaborazione positiva tra le elettroniche – vera a propria cartina di Tornasole nel rivelare le caratteristiche più evidenti di un sistema audio composto con la necessaria attenzione al dettaglio, per cui occhio (anzi, orecchio!) a ciò che fate.

Più volte abbiamo evidenziato che acquistare “a peso” – come fanno alcuni facoltosi appassionati che però, guarda caso, sono e restano perennemente insoddisfatti (sic) – non ha alcun senso pratico, ma ci rendiamo altresì conto di come la parte psicologica del possedere un oggetto che si ritiene al di sopra di ogni sospetto possa aiutare nel vivere al meglio le proprie passioni.

Come al solito, ottimi ascolti!!!

 

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