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Vinile contro CD: si riaccende la lotta tra digitale e analogico

vinile

Un post su Facebook del musicista e co-creatore del software Ableton Live Robert Henke ha fatto riemergere per l’ennesima volta la “guerra” tra i sostenitori del CD e quelli del vinile

L’eterno dibattito sui meriti dell’analogico contro il digitale (ovvero vinile contro CD) è destinato a ravvivarsi e a riaccendersi dopo le recenti dichiarazioni su Facebook del musicista e co-creatore del software Ableton Live Robert Henke, che starebbe considerando di non pubblicare più la propria musica su vinile ma solo su CD.

Nel suo post originale, Henke, famoso in tutto il mondo anche per le sue installazioni e performance sonore, ha citato a favore del CD la superiorità sul vinile a livello di rapporto segnale-rumore, separazione dei canali e risposta in frequenza, nonché la comodità delle loro dimensioni ridotte, terminando la sua analisi con parole che lasciano poco spazio all’immaginazione: “Compact Disc, sei sottovalutato e avrai sempre un posto nel mio cuore”.

In risposta alla discussione e agli oltre 300 commenti che sono seguiti, Henke ha chiarito che non vede alcun problema nell’acquisto e nella vendita di vinili vintage, ma crede che “produrre grandi lastre di plastica pesanti e farle spedire in tutto il mondo sia un enorme spreco di energia e risorse. La spedizione è una parte importante del problema e lo diventerà ancora di più quando i prezzi del carburante aumenteranno”. Henke ha anche fatto notare il consumo energetico relativamente elevato dello streaming, concludendo che “il CD è un compromesso con cui mi sento più a mio agio”.


Meccanica di lettura CD

Il disagio di Henke per gli effetti ambientali sia della moderna produzione di vinile che dello streaming è supportato da una crescente ricerca nel campo. Secondo un rapporto del 2021 di New Statesman, che ha utilizzato l’analisi del dipartimento di sostenibilità ambientale della Keele University, lo streaming di musica per cinque ore consuma tanto carbonio quanto i materiali utilizzati per produrre un CD fisico e diciassette ore equivalgono alla produzione di un disco in vinile. Il vinile, prodotto dal petrolio greggio, contiene inoltre quasi cinque volta la quantità di carbonio rispetto a un CD con relativa custodia.

Henke aggiunge che non sono solo le sue preoccupazioni sulla sostenibilità che lo hanno spinto a scrivere il post su Facebook, ma anche il rispetto per l’ascolto intenzionale, piuttosto che insensato. In un’aggiunta finale, afferma infatti che una proprietà vitale di tutti i formati fisici è il fatto che richiedono una sorgente di riproduzione con un’unica funzione dedicata. “Riprodurre un vinile su un giradischi o un CD su un lettore CD è un atto dedicato all’ascolto, lontano dal flusso continuo di dati in background che arriva dal vostro iPhone, laptop o cos’altro. Il rituale è una parte importante dell’esperienza di ascolto.”  Come dargli torto?

© 2022, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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