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Passione audio: la genesi di una scelta

Cosa passa esattamente nella mente di un appassionato allorquando decida di acquistare o sostituire un componente del sistema ad Alta Fedeltà? Quale processo mentale lo porta ad inquadrare l’oggetto che si presume sia adatto a soddisfare le specifiche esigenze della sua passione? Un percorso complesso ed irto di ostacoli, a prescindere dalla decisione del budget da dedicare alla spesa.

Prima o poi è capitato a tutti di sostituire un componente, e non si tratta affatto di una decisione semplice, affatto, ma di qualcosa di complicato che non ammette (in teoria) errori, maggiormente alla luce di investimenti elevati tesi a soddisfare al massimo la passione per l’Hi-Fi.

A volte basta la semplice lettura di una prova tecnica a far scattare la molla della sostituzione, una lettura sufficiente a trasmettere l’impellenza di una necessaria modifica al proprio sistema audio, circostanza che si rivela fin troppo spesso deleteria per l’equilibrio del sistema, anzi, in determinati casi in grado di sconvolgere letteralmente una più che stabile sinergia.

In altri casi è l’ascolto di un elettronica diversa in un punto commerciale, a casa di un amico, di un conoscente, insomma, situazioni magari diverse – differenza che talvolta si rivela essenziale, basta pensare all’ambiente nel quale è installato l’impianto – a fungere da trigger di attivazione del sistema necessità/desiderio/acquisto, quest’ultimo più o meno compulsivo, facendo in modo che un meccanismo magari perfettamente funzionante si inceppi.


Ma si sa, purtroppo l’appassionato medio – finanche adulto badate bene, non sempre si tratta di adolescenti immaturi e desiderosi di bruciare le tappe del percorso che porterà, almeno si spera, alla massima soddisfazione – è fatto così, ha un animo inquieto che difficilmente riesce a domare.

La frequentazione dei vari forum sparsi per il web – oltre che la lettura dei molti commenti che sovente seguono la lettura degli articoli che ciclicamente sono proposti dalle varie riviste di settore, noi inclusi ovviamente – è terreno assai fertile per saggiare la percezione di molti appassionati (in qualche caso ossessionati) relativamente a ciò che appare importante nell’economia generale di un sistema audio ad Alta Fedeltà.

Frequentissime sono le richieste di consigli circa un nuovo acquisto, una sorgente, un nuovo sistema di amplificazione – e qui la diatriba tra valvole e transistor esplode letteralmente – nuovi diffusori, l’opportunità di inserire o meno un subwoofer nel proprio sistema e via dicendo, qualcosa che porterà allo scatenarsi dei vari frequentatori del forum nel tentativo di fornire l’ennesimo “alibi” al richiedente di turno, l’opener come si suole dire al momento.

Parlare di alibi può apparire strano, ma è pur vero che fin troppo spesso rintracciare una scusa che possa giustificare l’ennesimo acquisto è pratica talvolta abusata, il che a nostro avviso evidenzia una sorta di immaturità culturale in materia, in pratica si identifica come problema qualcosa che non lo è solo per cambiare il componente che – sovente senza appello alcuno – è ormai tacciato di essere elemento di disturbo.

Esempio ne sia il fatto che personalmente conosco persone che acquistano per il solo gusto di acquistare, non hanno affatto la reale necessità di sostituire un’elettronica, ne tanto meno una criticità che limiti le prestazioni del sistema audio in loro possesso, è solo più forte di loro: devono acquistare qualcosa di nuovo.

Per determinati versi questo comportamento ha a che fare con la mania di controllo cui molti nemmeno si accorgono di essere preda, circostanza che li spinge inesorabilmente alla compulsiva sostituzione di un componente alla ricerca del Sacro Graal – notoriamente non ancora localizzato – una ricerca estenuante foriera di elevati investimenti seguiti da insoddisfazione perenne.

A questo punto non si tratta di passione ma di brama di possesso, un vizioso circolo che difficilmente apporterà soddisfazione concreta, pure si fosse in possesso di elettroniche top.

Ed a proposito di passione – o presunta tale – concludiamo con un consiglio letterario dedicato ad un simpatico libro opera dello scrittore cinese Ge Fei, uno scritto dove si parla di Alta Fedeltà (seppure in modo differente da quello solito) il cui titolo è “Il mantello dell’invisibilità” (Fazi Editore) circa il quale potete leggere a questo link di cosa si tratta esattamente.

Sappiate solamente che il contesto è assai particolare – la storia coinvolge un costruttore di amplificatori a valvole – al quale un bel giorno viene fatta la richiesta delle richieste da parte di un bizzarro soggetto dal budget infinito: costruire l’impianto perfetto!

Ci riuscirà? La risposta è reperibile tra le pagine di questo interessante ed atipico lavoro.

Come al solito, ottimi ascolti!!!

 

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