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I CD sono morti? Assolutamente no. Anzi, nel 2021 sono andati alla grande

Benché dati per morti e sepolti a causa dello streaming e del revival del vinile, in realtà i CD Audio hanno vissuto un 2021 straordinario negli USA. Che stiano davvero tornando di moda?

Ammettiamo anche noi di esserci sbagliati. Negli ultimi anni abbiamo sempre descritto quello dei CD come un mercato ormai morto o sepolto (o comunque molto vicino a esserlo), stretto com’era tra l’avanzata inarrestabile dello streaming, il revival dei vinili e la diffusione (seppur non ancora di massa) dell’audio in alta risoluzione.

Qualcosa però è cambiato (e parecchio) nell’ultimo anno, senza tra l’altro che ci sia un motivo apparente per spiegare il tutto. Nel 2021, dopo ben 17 anni di cali e crolli continui, secondo la Recording Industry Association of America (RIAA), le vendite di CD sono infatti aumentate in modo esponenziale rispetto all’anno prima. Se infatti nel 2020 si contavano negli USA 31,6 milioni CD venduti, lo scorso anno quella cifra è salita addirittura a 46,6 milioni, con un aumento del 47%.

ascoltare i cd

Anche le entrate sono aumentate, passando da 483,2 milioni a 584,2 milioni di dollari. Da notare che l’ultima volta che si è assistito a un aumento di vendite di CD anno su anno risale al 2004, anno dopo il quale i cari e vecchi Compact Disc hanno iniziato una lenta ma inesorabile discesa. Certo, contando che nel 2000 solo negli USA furono venduti quasi un miliardo di CD, le cifre dello scorso anno fanno quasi sorridere, ma va anche considerato che sono trascorsi più di vent’anni e che il mercato discografico, tra innovazioni tecnologiche e cambiamento radicale delle abitudini di ascolto (pensiamo solo alla rivoluzione degli smartphone), è lontanissimo da quello di allora.


Resta il fatto che, seppur i dati RIAA si riferiscano solo al mercato USA, nessuno poteva aspettarsi un incremento di venduto di quasi il 50% tra il 2020 e il 2021. Ma ora sembra proprio che il CD stia iniziando a seguire le orme del revival dei vinili, le cui vendite sono in costante aumento negli Stati Uniti da oltre 15 anni. Nel 2021, ne sono stati venduti 39,7 milioni con una revenue complessiva di quasi 1 miliardo di dollari, quasi il doppio rispetto a quanto generato dalle vendite dei CD (questo perché, in media, i vinili nuovi costano più dei CD).

Nonostante questo grande affetto verso il supporto fisico, negli USA i servizi streaming continuano a farla da padrone, con i vari Spotify, Tidal, Apple Music e Amazon Music che hanno rappresentato oltre il 57% delle entrate musicali (8,6 miliardi di dollari), mentre i piani gratuiti con pubblicità come quelli di Spotify hanno generato altri 1,8 miliardi di dollari. Le vendite di CD e album in vinile combinate hanno invece rappresentato meno dell’11% delle entrate, percentuale comunque in aumento rispetto al 2020.

Tornando ai CD, un ulteriore indizio di come il vento stesse cambiando in direzione favorevole si poteva vedere sul versante hardware, con molti produttori che negli ultimi tempi hanno continuato a proporre lettori CD e persino SACD (ma anche meccaniche di lettura) in tutte le fasce di prezzo. Se oggi volete acquistare un CD player, avete l’imbarazzo della scelta proprio come 20 anni fa. O meglio, un po’ meno (nomi come Philips, Panasonic e altri non producono più lettori CD dedicati), ma la quantità di modelli è comunque notevole.

EMC
Meccanica con

Solo Denon ne ha a listino sei, Marantz e Cambridge Audio cinque e Yamaha due, ma anche produttori come Rotel, Naim, Luxman, Primare e altri ancora, seppur più indirizzati alla fascia alta del mercato, non hanno mai smesso di credere nel CD. Senza poi contare che anche i già citati Philips e Panasonic, a cui aggiungiamo anche Sony, offrono comunque un buon numero di lettori Blu-ray, DVD, UHD e universali (o sistemi micro Hi-Fi) che permettono la lettura dei CD.

Dove questo supporto è quasi del tutto scomparso rispetto a 20 anni fa è invece nel settore portatile, in cui sopravvivono ormai solo lettori da poche decine di euro. Dopotutto lo streaming, gli smartphone e i DAP hi-res per gli utenti più audiofili hanno reso a dir poco scomodi e obsoleti i “walkman” CD, ma nell’ascolto casalingo il CD ha ancora molto da dire, anche perché è il supporto fisico con ancora il maggior numero di titoli in commercio e, di fatto, anche il più economico se consideriamo i costi odierni dei vinili.

Sarà curioso a questo punto vedere i dati relativi al mercato italiano (quelli RIAA, come già detto, si riferiscono solo agli USA). Nel 2020, infatti, nel nostro Paese i ricavi dalle vendite di vinili superavano per la prima volta dal 1991 quelli dei CD, la cui fetta del mercato discografico nazionale scendeva al 9% contro l’11% dei vinili e l’80% dello streaming. Chissà se nel 2021 è cambiato qualcosa come negli USA e se anche gli appassionati italiani hanno deciso di dare un’altra chance ai CD.

© 2022, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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