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Pirateria IPTV: Amazon Fire TV Stick sotto accusa nel nuovo report di Enders Analysis

Pirateria Fire TV Stick

Secondo Enders Analysis, Amazon Fire TV Stick è l’hub principale per lo streaming illegale di eventi sportivi, ma non mancando critiche nemmeno a Google e Microsoft per la debolezza dei loro sistemi DRM

Secondo un recente e severo report pubblicato da Enders Analysis dal titolo Video piracy: Big tech is clearly unwilling to address the problem, la diffusione di contenuti piratati attraverso dispositivi come Amazon Fire TV Stick ha raggiunto livelli industriali, causando perdite per miliardi di dollari alle emittenti e alle piattaforme di streaming. Al centro del problema non vi sono solo gli strumenti hardware, ma anche l’inerzia di colossi come Google e Microsoft, accusati di non aggiornare adeguatamente i propri sistemi DRM (Digital Rights Management) pensati per proteggere i contenuti audiovisivi.

Il report evidenzia come lo streaming illegale, in particolare quello relativo agli eventi sportivi live (sempre più costosi da accedere legalmente anche in Italia), stia prosperando grazie a dispositivi facilmente reperibili e modificabili. Amazon Fire TV Stick, in particolare, viene definito da Enders Analysis come un vero e proprio “abilitatore della pirateria”, poiché consente l’installazione di applicazioni non ufficiali tramite sideloading, sfruttando il fatto che il sistema operativo Fire OS di Amazon è basato su Android.

Una delle pratiche più comuni riguarda infatti la vendita di Fire TV Stick jailbroken, ovvero modelli modificati per aggirare le restrizioni imposte dal produttore. Questi dispositivi vengono commercializzati da terze parti già configurati con app IPTV che permettono lo streaming gratuito (ma illegale) di eventi sportivi e contenuti televisivi. Secondo i dati riportati dalla BBC e riferiti al primo trimestre 2025, ben il 59% degli utenti britannici che accedono a flussi piratati lo fa attraverso Fire TV Stick.


chiavette 4k

La distribuzione di questi dispositivi, inoltre, avviene in larga parte tramite i canali di Meta, come Facebook e WhatsApp. Enders Analysis denuncia proprio la scarsa reattività di Meta nel rimuovere annunci pubblicitari che promuovono chiaramente la vendita di hardware piratato, lasciando così campo libero a un mercato nero in costante espansione.

Come già accennato, il report punta il dito anche contro Google e Microsoft, accusando entrambe di trascurare i propri sistemi DRM: Widevine (di Google) e PlayReady (di Microsoft). Questi strumenti, concepiti per impedire la copia e la diffusione illegale dei contenuti, sono oggi considerati vulnerabili e inadeguati per fronteggiare l’evoluzione delle minacce informatiche.

Particolarmente grave, secondo Enders, è l’assenza di aggiornamenti significativi, con Microsoft, ad esempio, che non ha rilasciato update per PlayReady da dicembre 2022. “Dopo oltre vent’anni, i sistemi DRM di Google e Microsoft sono in netto declino. Serve una revisione completa dell’architettura tecnica e del modello di supporto. L’assenza di dialogo con i detentori dei contenuti dimostra quanto bassa sia la priorità attribuita al problema”, si legge nel report.

Il sistema DRM PlayReady di Microsoft

Alla richiesta di commento da parte della BBC, Microsoft non ha risposto, mentre Google ha affermato di prendere sul serio le violazioni del copyright, senza però indicare eventuali azioni concrete in corso.

Dal canto suo, Amazon ha dichiarato che la pirateria viola le sue politiche aziendali e compromette la sicurezza dei dispositivi. Per questo motivo i futuri Fire TV Stick non saranno più basati su Android, ma su un nuovo sistema operativo proprietario chiamato Vega OS e costruito su base Linux.

Un cambiamento che avrà un impatto radicale considerando che gli sviluppatori dovranno riscrivere da zero tutte le app per renderle compatibili con Vega e che non ci sarà più la possibilità di installare APK Android tramite sideloading. Un modo, secondo Amazon, per chiudere le porte alla pirateria direttamente a livello di sistema operativo. Google, invece, non ha ancora annunciato eventuali piani per limitare il sideloading sui propri dispositivi Android TV o Google TV.

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