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Diffusore home con componenti LaVoce Italiana: il PRO “prestato” all’home.

Molto spesso ci sono dei veri e propri scontri tra fazioni su alcune tematiche molto “calde” del mondo audio. Pensate a valvole contro stato solido o ancora vinile contro cd oppure audio professionale contro audio home. In linea generale crediamo da sempre che esistono due tipologie di progetti: quelli ben riusciti e quelli non riusciti.

I driver LaVoce Italiana per un progetto home: ecco come è andata!

Recentemente siamo stati ospiti presso Elettromedia SPA in quel di Potenza Picena e, incuriositi, siamo entrati nello studio di Riccardo Abbatelli, direttore acustico di Elettromedia. Riccardo è colui che ha l’ultima parola sulla messa in produzione o meno di un driver. Nella stanza la facevano da padrone due grandi diffusori con driver LaVoce Italiana ovviamente, un bellissimo registratore a bobine, un amplificatore a valvole ed uno a stato solido in classe A. Poco più in là c’era poi un DSP, di cui parleremo più avanti.

LaVoce Italiana alta sensibilità, volumi generosi ed un pizzico di stupore

Negli anni Ottanta c’era un signore molto noto ai più che diceva:


“Adoro i piani ben riusciti!”

e quello del brand marchigiano  è sicuramente un esempio lampante di piano ben riuscito. Dopo i grandi successi con Hertz ed Audison sia in ambito car che più recentemente in quello marine, nel 2008 nasce LaVoce Italiana brand che progetta e produce driver destinati al mondo del professionale. Spulciando sui cataloghi LaVoce Italiana quello che ci aveva colpito, oltre alle ottime qualità dei componenti come cestelli e magneti  è la linearità dei driver.

Il focus della giornata era incentrato su altro ma, fortunatamente, un piccolo ascolto di questo diffusore siamo riusciti a farlo e ne è valsa senz’altro la pena perchè ci ha dato spunto per diverse idee future. Per chi se lo stesso chiedendo si tratta di un due vie con woofer da 15″ pollici e medio alto con caricamento a tromba da 2,5″. Un due vie incrociato a circa 800 Hz, un incrocio basso per chi è abituato a lavorare nel mondo del professionale ma non dovendo sonorizzare una discoteca oppure un concerto i livelli di SPL non devono toccare livelli elevati. Si è poi riposta molta attenzione alla realizzazione del condotto reflex per evitare turbolenze . Il cabinet del woofer è di dimensioni generose siamo attorno ai 90 litri, mentre la sensibilità reale misurata è di 93 dB. Se ve lo state chiedendo il diffusore riesce a scendere fino a 50 Hz. In assoluto non un record ma il grande woofer, i i rinforzi dell’ambiente ( parliamo di circa 6 dB)  e soprattutto la silenziosità e la bassa distorsione di questo driver promettono cose interessanti. I diffusori godono di un leggero toe in e sono posizionati abbastanza vicino alla parete di fondo. L’ambiente gode di qualche pannello fonoassorbente ma fondamentalmente rispecchia quello che potrebbe essere un classico ambiente domestico.

Un ascolto veloce ma significativo

Il tempo è tiranno specie quando si fa visita ad una azienda così grande per cui gli ascolti non sono durati quanto volevamo ma quel poco che abbiamo ascoltato ci è bastato per farci una idea di massima. Il terrore era quello di ascoltare un diffusore con la gamma medio alta “sparata” ed un suono privo di tridimensionalità. Dobbiamo dire però che sono bastate poche note di The Sound Of Silence cantata da Geoff Castellucci per ricrederci ed ascoltare un suono molto tridimensionale con una emissione omogena che non soffriva di scollamenti tra le varie frequenze. La gamma bassa pur non scendendo agli inferi fin dove arrivava è stata estremamente corretta. La cosa che però più ci ha colpito, è la naturalezza di emissione, il suono fluiva veloce senza sforzi ed alcuni strumenti come i piatti della batteria o le corde della chitarra acustica godevano di una timbrica e di una tonalità estremamente attinenti alla realtà. Sorprendenti poi alcuni passaggi dove abbiamo poi potuto godere delle ottime doti in termini di micro dinamica e dettaglio. Insomma un gran bel sentire che merita un deciso approfondimento, tenendo pur sempre bene a mente quelle che sono le caratterizzazioni (gamma medio alta) e le limitazioni (gamma bassa) di un diffusore di questo tipo il risultato generale è decisamente interessante ed in un certo senso sfata un po’ il mito che un diffusore grande non può stare in un ambiente medio piccolo. Tutto questo però è stato possibile grazie all’ausilio di un DSP che lavora su un aspetto fondamentale e troppo spesso trascurato: la fase. Difatti disattivandolo è venuta meno quella messa a fuoco alle soglie della perfezione che rendeva il tutto intellegibile, preciso e veloce.

 

Dopo questo ascolto, incuriositi, siamo andati a dare uno sguardo ai costi dei driver LaVoce Italiana che tutto sommato ci sono sembrati molto interessanti in rapporto alle prestazioni. A questo punto la curiosità di cimentarsi in un progetto simile a quanto visto in quel di Elettromedia, magari a tre vie, è veramente tanta! Perciò rimanete sintonizzati perché non è escluso che prossimamente realizzeremo un progetto in tal senso!

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