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Allineamenti acustici inusuali: carico simmetrico ed isobarico

Differentemente da altre disquisizioni tecniche reperibili in rete, cerchiamo sempre di rendere la fruizione dei nostri articoli il più possibile semplice – evitando cioè di scendere troppo nel dettaglio delle relative notazioni matematiche, spesso molto complesse e di difficile interpretazione da parte della maggioranza dei lettori privi di una specifica preparazione ingegneristica, fisica o informatica – ci scuseranno quindi i più addentrati per qualche inevitabile imprecisione descrittiva.

Esaminando i carichi acustici maggiormente utilizzati dalle varie aziende produttrici di sistemi di altoparlanti, il bass reflex e la sospensione pneumatica – eminentemente la prima tipologia – rappresentano la scelta principale quando si tratta di calcolare il volume del cabinet di un diffusore, sebbene esistano altre tipologie meno utilizzate altrettanto interessanti e degne di considerazione, se non altro a livello di conoscenza tecnica.

Le AR3a: storico diffusore in sospensione pneumatica made in USA

 

Qualche articolo fa abbiamo trattato un altro sistema di carico acustico poco utilizzato quale la linea di trasmissione che laddove correttamente configurata, appare in grado di fornire ottime prestazioni senza necessariamente richiedere un mobile dalle dimensioni simili a quelle di un armadio.

Effettivamente e da sempre, il compromesso tra dimensioni del cabinet e prestazioni dei driver ivi installati costituisce una sfida piuttosto impegnativa cui qualsiasi progettista degno di nome – per quanto geniale – deve necessariamente sottostare, visto che alle leggi della fisica non ci si sottrae.


Il semplice ed economico sistema in Linea di Trasmissione presentato recentemente

 

Vero è che ci vengono in aiuto i vari software di simulazione che consentono di anticipare le prestazioni di un dato altoparlante ma occorre comunque fare i conti con i costi vivi da sostenere, circostanza che spesso impone scelte diverse, questo spiega in parte la ragione per la quale alcuni carichi acustici sono poco frequentati.

Pertanto, quelle che andremo ad illustrare in questo articolo sono due tipologie di carico piuttosto interessanti, sebbene la loro implementazione richieda una certa esperienza di progettazione al fine di ottenere un risultato degno di nome, d’altronde è chiaro che non si può procedere ad intuito.

Come noto, un altoparlante opera solitamente in un volume chiuso (SP) oppure aperto (BR) che influisce sulle sue prestazioni poiché il movimento della membrana – a causa dell’aria racchiusa all’interno del cabinet – è in qualche maniera ottimizzato; da questo discende che non tutti i driver sono adatti a qualsiasi carico, anzi, proprio in base ai parametri caratteristici – Thiele & Small docet – deve essere scelta la tipologia di carico acustico.

A prescindere da questo però, ciascuno dei due sistemi ha sia pregi che difetti i quali (accettabilmente) possono rappresentare comunque un giusto compromesso tra tecnologia specifica e prestazioni: nel tentativo di evitare questo compromesso è stato ideato il carico simmetrico, sistema che può essere definito come l’unione di una sospensione pneumatica ed un bass reflex.

CARICO SIMMETRICO: le frecce indicano la direzione della radiazione del driver nel volume in SP ovvero il flusso dell’aria in uscita dal condotto RX

 

Il suo funzionamento si basa, appunto, sull’unione dei citati sistemi di carico che collaborando tra loro forniscono una prestazione superiore in termini di riproduzione delle basse frequenze – la britannica KEF ne fu ottima interprete in alcuni modelli di alto profilo – da sempre area assai complessa da gestire ed ottimizzare.

In pratica, anziché irradiare in ambiente, la membrana dell’altoparlante emette all’interno di una camera sigillata mentre la parte posteriore dello stesso emette all’interno di un volume aperto, il che fa si che l’aria contenuta all’interno del volume chiuso – poiché compressa e decompressa in ragione del movimento della membrana dell’altoparlante – agisca come una molla più o meno rigida.

Ne deriva che variando il volume è possibile “regolare” l’effetto frenante dell’aria influendo al contempo sulla cedevolezza della sospensione dell’altoparlante, più o meno frenata nel suo movimento; l’emissione posteriore – che come detto avviene all’interno di un altro volume – viene invece immessa in ambiente attraverso il condotto di accordo come accadrebbe con un comune sistema BR, ma nulla vieta di utilizzare un radiatore passivo in luogo del classico condotto.

Questa modalità di carico ottiene due vantaggi: a parità di estensione in frequenza consente l’uso di un volume minore manifestando una particolare predilezione proprio verso le prime ottave dello spettro, condizione interessante per la corretta riproduzione di questa parte di gamma.

L’altra faccia della medaglia è rappresentata dalla progettazione, piuttosto complessa anche dal punto di vista costruttivo a causa delle paratie necessarie alla separazione fisica dei drivers, dettaglio che ai costruttori poco piace in quanto aumenta i costi e la tempistica di realizzazione del diffusore.

Discorso diverso per il carico isobarico – di cui la scozzese LINN fece uso nelle famose ISOBARIK – sistema chiuso che richiede l’utilizzo di due driver identici di cui uno a radiazione diretta mentre l’altro è disposto alle spalle di questo all’interno del cabinet.

CARICO ISOBARICO: l’aria contenuta nel volume che ospita il driver a radiazione diretta mantiene una pressione stabile

 

Il secondo driver – connesso in fase col primo – mantenendo costante la pressione dell’aria contenuta all’interno del mobile rende il volume in un certo senso dinamico, circostanza che consente di dimezzare la cedevolezza dell’altoparlante principale con il vantaggio di poter utilizzare un volume maggiormente ridotto a parità di prestazioni; guarda caso questo sistema è spesso usato nel car audio.

In conclusione, appare chiaro come i differenti sistemi di carico acustico si pongano l’obiettivo di ottenere prestazioni elevate in bassa frequenza – e malgrado le inaggirabili leggi della fisica – vi sono casi in cui un cabinet di dimensioni accettabili facilmente inseribile in ambiente consenta comunque una riproduzione delle basse frequenze in concreto eccellente.

Pensateci bene – soprattutto in merito alla spesa da sostenere – quando (e se) arriverà il momento di sostituire i vostri diffusori, non sempre il risparmio appare opportuno.

Come al solito, ottimi ascolti!!!

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