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Apple MacBook Pro 2018: tutto quello che c’è da sapere

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La nuova gamma di portatili MacBook Pro 2018 di Apple è finalmente disponibile. Diverse le novità, mentre rimangono alti come sempre i prezzi

C’è l’ultima famiglia di processori Intel, la tecnologia di visualizzazione presa in prestito da iPhone X e iPad Pro e nuove tecnologie per la sicurezza. Tutto queste caratteristiche, (e non solo) contribuiscono a rendere questi modelli di MacBook Pro 2018 i più potenti portatili Apple di sempre.

 MacBook Pro da 15 pollici: potenza senza pari

Quando aggiungi la parola “Pro” nel tuo nome del tuo dispositivo, devi proporre un prodotto di alta gamma, e soprattutto molto potente. Il MacBook Pro da 15 pollici, finalmente, corrisponde a questa caratteristica. Infatti, una delle critiche mosse al modello della generazione precedente era che mentre i laptop rivali basati su Windows diventavano sempre più potenti, Apple non aggiornava i suoi chip. Oggi è tutto cambiato, e per il meglio.

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Ciò significa processori Intel Core a sei core di ottava generazione, sia con modelli Core i7, sia con i più recenti e potenti Core i9. Le velocità di clock arriva fino a 2,9 GHz, che grazie alla tecnologia Turbo Boost viene portata a ben 4,8 GHz. Ad affiancare il processore è presente una massiccia quantità di memoria DDR che può arrivare fino a 32 GB. Queste novità a livello di configurazione hardware vanno a soddisfare due delle più grandi richieste da parte degli aspiranti acquirenti di MacBook Pro.


Anche la grafica ha fatto un passo avanti. È disponibile una scelta di GPU AMD Radeon Pro 555X o Radeon Pro 560X, ciascuna con 4 GB di memoria GDDR5. Qualunque venga scelta, i notebook passeranno automaticamente dalla GPU discreta a quella Intel UHD Graphics 630, a seconda dei requisiti.

Infine, c’è una grande quantità di spazio di archiviazione “veloce”. Gli SSD di Apple sono stati tra i più veloci che abbiamo visto negli ultimi anni, e si può scegliere tra diversi modelli partendo da 256 GB fino ad arrivare a ben 4 TB.

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Migliora anche il MacBook Pro da 13 pollici

Un telaio più piccolo in genere significa componenti più conservativi, anche se Apple non ha compromesso troppo il MacBook Pro 2018 da 13 pollici. Per la prima volta sono presenti processori quad-core di serie, tramite CPU Intel Core di ottava generazione, per la precisione Core I5 ​​o Core i7 fino a 2,7 GHz, con Turbo Boost che lo porta a 4,5 GHz.

A differenza del MacBook Pro più grande, la memoria arriva a 16 GB (è utilizzata ancora LPDDR3, piuttosto che DDR4) e non è possibile avere una scheda grafica discreta. La scheda video presente è infatti la Intel Iris Plus 655, con 128 MB di eDRAM. Lo spazio di archiviazione va da 256 GB a 2 TB con dischi SSD.

Non c’è stato l’aggiornamento hardware come con il modello da 15 pollici, ma è sicuramente un gradito passo in avanti rispetto al MacBook Pro da 13 pollici della generazione precedente. Ancora più importante, significa che l’elaborazione e la grafica richiedono meno compromessi (e soldi), per avere un notebook che non appesantisca la borsa.

 

L’arma segreta potrebbe essere la sicurezza

Uno dei componenti più piccoli del nuovo MacBook Pro 2018 potrebbe tranquillamente essere il più importante. Sia il MacBook Pro 2018 da 13″ sia quello da 15″ con Touch Bar offrono il chip T2 di Apple, introdotto per la prima volta in iMac Pro. È responsabile del coprocessore Secure Enclave, insieme ad altre nuove funzionalità incluse nei nuovi notebook del 2018.

Nel vecchio MacBook Pro, Apple ha utilizzato il chip T1 per gestire il sensore di impronte digitali Touch ID, Apple Pay e alcune altre funzionalità. Per il nuovo modello, ora è possibile eseguire la crittografia in tempo reale sui dati. C’è anche il supporto per l’avvio sicuro, e funziona come un controller per una serie di altre funzionalità.

Uno di questi è il riconoscimento vocale “Hey Siri”. Piuttosto che digitare una combinazione di tasti per lanciare l’assistente di Apple, ora è possibile chiamarlo “a voce” anche su MacBook Pro, proprio come accade con gli iPhone, gli iPad o l’HomePod.

L’Apple T2 è un altro esempio dei vantaggi che può offrire la società di Cupertino quando prende nelle sue mani lo sviluppo di chipset basati su ARM. Ad esempio, il T2 si occupa di eseguire tutta la gestione che tradizionalmente esegue il controller del disco, non solo rendendo più veloce questa operazione, ma offrendo una crittografia completa dei dati appena vengono scritti. L’avvio sicuro, nel frattempo, passa attraverso un sistema di controlli per il bootloader e altri componenti software, assicurandosi che non siano stati manomessi e compromessi ogni volta che si accende il Mac.

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True Tone finalmente arriva su Mac

Apple ha lanciato True Tone diversi anni fa su iPad Pro e successivamente lo ha diffuso su iPhone. Ora, per la prima volta, si presenta su un Mac. Funziona in modo molto semplice: abbina la temperatura del colore del display a quella della stanza in cui viene utilizzato MacBook Pro.

Per fare ciò, si basa su un sensore di luce ambientale che può misurare in tempo reale la temperatura del colore. L’obiettivo è che i colori siano più precisi, grazie al fatto che i display compatibili con la DCI-P3 di Apple sono già potenti e i bianchi sembrano davvero bianchi, indipendentemente dalle condizioni di illuminazione.

È una di quelle caratteristiche che, fino a quando non la si prova e la si utilizza per un po’, non si capisce davvero quanto sia potente. Anche la Touch Bar ottiene le stesse regolazioni True Tone, per far sì che non contrastino in modo vistoso con il display principale.

Nuova tastiera, vecchi problemi?

È giusto dire che il meccanismo della tastiera a farfalla sviluppato da Apple è stato controverso. Nella sua prima generazione, sul MacBook da 12 pollici con display Retina, molti “dattilografi” hanno criticato la sua corsa minima. Apple ha cambiato le cose per la seconda generazione su MacBook Pro con Touch Bar, ma poi si è scontrata con le lamentele sul fatto che i tasti di alcuni si bloccavano o non funzionavano in modo coerente.

Con il nuovo MacBook Pro 2018, molti si aspettavano che Apple riprogettasse completamente la tastiera a farfalla. Invece, la società sostiene che non esiste un problema diffuso, sebbene sia stato implementato un meccanismo a farfalla di terza generazione per questi nuovi modelli di MacBook Pro 2018. Secondo Apple, il rumore dei tasti quando venivano pigiati era un’altra lamentela sull’ultima versione del notebook. Questi nuovi tasti a farfalla, quindi, sono progettati per essere più silenziosi.

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Un dilemma che si potrebbe avere è se questo design di terza generazione risolva anche problemi di affidabilità. È improbabile che Apple lo riconosca, (anche se è il caso) e non esiste un conteggio ufficiale di quanti MacBook Pro abbiano riscontrato dei problemi. Dovremo solo aspettare e vedere come vanno le cose dopo che gli utenti avranno iniziato ad utilizzare i nuovi MacBook Pro.

Non ci sono solo novità

Altrettanto notevole come quello che Apple ha cambiato per il suo aggiornamento 2018 sono le cose che sono rimaste le stesse. Chi spera di avere più varietà nelle porte di connessione rimarrà deluso: sono infatti disponibili ancora quattro Thunderbolt 3 usando connettori USB-C e supportando fino a 40 Gbps in Thunderbolt e fino a 10 Gbps con USB 3.1 Gen 2.

La Touch Bar è ancora presente, ma manca ancora il feedback tattile e non c’è ancora alcun indizio che Apple torni indietro sulla sua posizione che un touchscreen non è una caratteristica essenziale per un laptop. La fotocamera ha ancora una risoluzione di 720p, nonostante il persistente chiacchiericcio di un aggiornamento della videocamera TrueDepth in corso. Intorno al display ci sono ancora le stesse cornici con lo stesso spessore: un pannello da bordo a bordo sarebbe stato bello, ma per ora bisogna accontentarsi.

Tuttavia, ci sono alcune novità che non si vedono a prima vista. Il Bluetooth è stato aggiornato, con una versione 5.0 invece della 4.2. Ora sono presenti tre microfoni, invece di due. Infine, le batterie sono diventate un po’ più capienti: 58 watt-ora nei 13 pollici e 83,6 watt-ora nei 15 pollici, sebbene Apple continua a stimare circa 10 ore di autonomia con utilizzo della rete wireless.

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Prezzi (sempre) alti

Un laptop pro ha un prezzo pro e questo non sorprende. Il MacBook Pro 2018 da 13 pollici senza Touch Bar parte da 1.549 euro con Core i5, con memoria da 8 GB, e SSD da 128 GB, e si arriva a 1.799 euro per la versione SSD da 512 GB. Con Touch Bar, Core i5, 8 GB di memoria e SSD da 256 GB il prezzo è di 2.099 euro per arrivare a 2.349 euro con SSD da 512 GB.   L’aggiornamento al Core i7 costa in più 360 euro; il raddoppio della memoria a 16 GB costa 240 euro mentre si può spendere altri 1.750 euro in più per ottenere 2 TB di storage SSD.

Per quanto riguarda il MacBook Pro 2018 da 15 pollici con Touch Bar, si parte da 2.899 per il 2.2 GH Core i7 con 16 GB di memoria, 256 GB di SSD e grafica Radeon Pro 555X. La versione a 2,6 GHz, con 516 GB di SSD e grafica Radeon Pro 560X, parte da 3.399 euro. Passare al Core i9 a 2,9 GHz ha un costo aggiuntivo rispettivamente di 480 euro e 340 euro.

Il raddoppio della memoria a 32 GB costa 480 euro, mentre l’aggiunta della GPU Radeon Pro 560X costa altri 120 euro. Il massimo dello spazio di archiviazione dell’unità SSD da 4 TB è di 4.080 euro o 3.840 euro, a seconda del modello in cui viene inserito. Per avere tutte le caratteristiche hardware al top si quindi a spendere “solo” 8.059 euro.

© 2018, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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