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Come IMAX e Warner Bros. stanno costruendo l’era dei film in 8K tra restauro, archiviazione e nuove esperienze visive

tv 8k

Al CEDIA 8K Pavilion, IMAX e Warner Bros. hanno illustrato come l’8K rivoluzionerà la preservazione e la fruizione dei film, dai classici restaurati ai nuovi contenuti in ultra-high resolution

All’interno dell’8K Pavilion all’evento CEDIA 2025 di settembre, la 8K Association ha ospitato una serie di panel dedicati alla nuova frontiera dell’ultra-high definition. Il primo e più interessante (From Classics to Cutting Edge) ha visto la partecipazione di professionisti del calibro di Greg Ciaccio, VP Post Production Original Content & Image Capture di IMAX, e Miles DelHoyo, Executive Director of Technical Strategy & New Format Integration di Warner Bros. Discovery. L’incontro ha offerto uno sguardo approfondito sulle pratiche di digitalizzazione e preservazione dei contenuti cinematografici in 8K, con un focus su archiviazione, post-produzione e distribuzione.

Juan Reyes, Executive Director dell’8K Association, ha introdotto i relatori evidenziando la crescita costante dell’ecosistema 8K, non solo dal lato dei TV, ma anche in termini di contenuti. DelHoyo ha spiegato come la strategia di WB per l’8K sia principalmente orientata alla preservazione, piuttosto che alla distribuzione immediata. Il suo ruolo nella post-produzione consiste nell’assicurare che i master siano compatibili con diverse versioni SDR/HDR e che ogni film possa essere digitalizzato con la massima qualità possibile. Negli ultimi cinque anni, DelHoyo ha lavorato al catalogo di WB, estraendo pellicole dagli archivi per la scansione e la conservazione e garantendo che i contenuti originari siano catturati in altissima risoluzione.

La scansione dei film in 8K o superiore consente di catturare dettagli impossibili da ottenere con le versioni digitali tradizionali. DelHoyo ha spiegato che in Warner Bros. ogni film è valutato attentamente prima della scansione, con la qualità delle copie duplicate e l’integrità del negativo che influenzano la decisione di passare a 8K. Alcuni titoli storici come Sentieri selvaggi di John Ford, Intrigo internazionale di Alfred Hitchcock e Alta società di Charles Walters sono stati digitalizzati in Vistavision a 13K e successivamente resi disponibili in 4K, ma con la possibilità futura di fruirli in 8K, a dimostrazione di come il processo di preservazione in ultra-high definition permetta di creare master flessibili e a prova di futuro.


Si parla di circa 40 film scansionati in 8K da Warner Bros. dal 2020 a oggi e, oltre ai titoli già citati, la lista comprende altri film importanti come Oppenheimer, Arma letale, Purple Rain, Gioventù bruciata, Il mago di Oz, My Fair Lady, Blade Runner e West Side Story. A questi si sommano alcune clip mostrate da Samsung e tratte da Creed III, Barbie e Dune: Parte due, anche se in questo caso non sappiamo se dietro ci sia la scansione in 8K degli interi film o solo di alcuni spezzoni.

film 8k

IMAX ha adottato scanner all’avanguardia, come il Lasergraphics Director 13.5K, per digitalizzare film addirittura fino a 18K catturando ogni dettaglio del negativo originale. La scansione in tre “strisce” di pellicola a cinque perforazioni ciascuna permette di coprire completamente il formato a quindici perforazioni, mantenendo intatta la qualità del materiale.

Un elemento chiave evidenziato da DelHoyo è il tempo necessario per elaborare contenuti in 8K. La scansione di un singolo fotogramma a 35mm richiede infatti circa 3,5 volte il tempo di un equivalente 4K, con conseguente aumento di costi e necessità di storage. Nonostante ciò, Warner Bros. continua a spingere sull’adozione dell’8K, sottolineando come la maggiore risoluzione valorizzi anche le pellicole 35mm, soprattutto quelle riprese con formati widescreen come Vistavision e Technorama. Titoli con obiettivo anamorfico come Ben Hur beneficiano comunque di notevoli miglioramenti visivi, soprattutto nelle versioni digitalizzate.

Il panel ha anche evidenziato come l’8K non sia solo una questione di risoluzione, ma anche di esperienza immersiva. La tecnologia consente di percepire dettagli prima invisibili, dando agli spettatori la sensazione di “guardare attraverso una finestra di vetro cristallino” piuttosto che osservare una griglia di pixel. Questo effetto è amplificato da schermi di grandi dimensioni e sistemi audio immersivi, che giocano un ruolo fondamentale nella creazione di un’esperienza cinematografica completa.

DelHoyo ha ricordato come, già nel 2018, 2001: Odissea nello spazio sia stato presentato in 8K dall’emittente pubblica giapponese NHK via satellite, dimostrando come anche film con mezzo secolo alle spalle possano essere rivissuti con qualità sorprendente, quasi come se fossero stati appena realizzati.

Il panel ha sottolineato però anche le sfide economiche legate all’adozione dell’8K. Budget e tempi di post-produzione rappresentano spesso il limite principale. Molti effetti in CGI infatti vengono ancora elaborati a 2K e ciò influenza la qualità finale, indipendentemente dalle capacità di scansione. Anche per questo SMPTE sta lavorando a un nuovo formato IMF compatibile con l’8K, che permetterà di creare pacchetti componibili di contenuti ad alta qualità pronti per la distribuzione e l’archiviazione futura.

E a proposito di futuro, secondo Ciaccio l’ecosistema 8K prenderà piede nelle case (attraverso TV e visori) prima di arrivare nelle sale cinematografiche, dal momento che non esiste ancora uno standard DCI per il cinema digitale in 8K. Ciaccio sembra credere molto proprio nei visori, soprattutto quelli che in futuro offriranno una risoluzione 8K per occhio (al momento i visori migliori sul mercato arrivano a un massimo di 4K per occhio).

Apple, con il suo Vision Pro (3660×3200 pixel per occhio), ha già cominciato a proporre contenuti in 8K con tanto di 3D, ma al momento si tratta di un episodio isolato e di assoluta nicchia e comunque nessuno dei partecipanti al panel si è voluto lanciare in previsioni accurate sulle tempistiche di una diffusione più capillare dell’8K. Sicuramente non ci sarà un erede fisico dell’Ultra HD Blu-ray, ma anche l’arrivo di contenuti 8K in streaming da guardare su TV e visori pare al momento un fenomeno relegato a singoli produttori e a pochissimi contenuti (come nel caso di Apple). 

Resta il fatto che se dopo Warner Bros. anche altri studios hollywoodiani decidessero di investire risorse nella scansione in 8K dei loro film più importanti, qualcosa potrebbe iniziare a muoversi e già si avrebbe a disposizione un catalogo di titoli che potrebbe interessare a molti appassionati e, con il giusto modello distributivo per i contenuti, spingerli a investire in hardware 8K.

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