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P5: conosciamo meglio il processore dei TV OLED Philips del 2019

philips

Giunto alla sua terza incarnazione, il processore video P5 sarà il cuore tecnologico dei TV OLED Philips in uscita nei prossimi mesi.

Siamo francamente molto intrigati dai nuovi TV Philips della gamma 2019 (OLED e LCD) di cui abbiamo già parlato qui e qui. Non solo per il supporto di HDR10+ e Dolby Vision e per le soluzioni audio di B&W presenti sui modelli di punta, ma anche per il miglioramento a livello video che dovrebbe portare con sé il processore proprietario P5 di terza generazione.

Contando infatti quanto di buono ha fatto la precedente versione del chip a bordo degli OLED 803 e 903, questa nuova generazione promette davvero tanto visto che aggiunge ulteriore potenza di calcolo a parti chiave della catena di elaborazione per produrre un miglioramento della qualità video del 20% rispetto a quanto offerto dal P5 di seconda generazione (percentuale quantificata dalla stessa Philips).

Scendendo più in profondità, si scopre che il nuovo P5 è stato progettato per analizzare e gestire individualmente ciascuno dei cinque pilastri che insieme definiscono la qualità complessiva dell’immagine: sorgente video, nitidezza, colore, contrasto e movimento.


Stando a Philips, la terza generazione del P5 offre miglioramenti a livello di riduzione del rumore, nitidezza e contrasto per tutte le sorgenti video collegate al TV, ma migliora anche la funzionalità proprietaria Perfect Natural Reality e le prestazioni in HDR (compreso il nuovo arrivato in casa Philips, il Dolby Vision). L’attenzione alla riduzione del rumore è sempre stata un elemento chiave nell’elaborazione del segnale video offerta dal P5, grazie a un sofisticato rilevamento del movimento che funziona in combinazione con la riduzione del rumore spaziale e temporale, per consentire la massima noise reduction senza introdurre fastidiosi fenomeni di blur (sfocatura) e smearing (sbavature attorno agli oggetti in movimento).

dolby vision

La terza generazione del P5 aggiunge il miglioramento del de-contour, il calcolo della profondità di bit e il filtraggio sparso per produrre un’immagine ancora più nitida. Su quest’ultimo versante la funzione Detail Enhancer introdotta nel P5 di prima generazione è stata potenziata grazie all’aggiunta della funzione Detail Protection and Restoration, che va ad arricchire l’impostazione Detail Meter per garantire risultati ancora migliori quando si trasformano i pixel originali in pixel migliori e più nitidi. Anche un nuovo filtro di anti-aliasing promette di essere particolarmente efficace se applicato alle linee diagonali.

Anche il contrasto, e in particolare la funzione Perfect Natural Reality, è stato migliorato da una nuova feature di rilevamento speculare e dalla protezione della tonalità della pelle in combinazione con la mappatura del tono inverso. Il risultato è un’immagine con dettagli più tridimensionali, che creano un’impressione di maggior profondità e aiutano a trasformare il contenuto SDR in un’immagine in stile HDR. Le nuove funzionalità possono anche combinarsi per migliorare le prestazioni con contenuti in HDR10/HDR10+.

Per questi ultimi il nuovo P5 rimuove il problema della perdita di dettaglio in aree molto scure, assicura che non ci sia clipping del colore in scene molto luminose e colorate e rimuove eventuali effetti di banding e sfumature indesiderate sugli incarnati, ma Philips promette anche meno rumore, meno artefatti e una qualità dell’immagine più nitida e uniforme.

Naturalmente tutto ciò in linea teorica visto che i nuovi TV del 2019 arriveranno sul mercato solo nei prossimi mesi e che nessuno ha ancora potuto vederli in azione, ma contando che già gli OLED Philips del 2018 si sono comportati in modo egregio sul versante video non dubitiamo che i nuovi modelli possano fare ancora meglio, sebbene quel 20% in più di PQ (Picture Quality) citato da Philips suoni un po’ bizzarro.

© 2019, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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