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Amplificatori per cuffie: servono davvero o sono solo fuffa?

firma sonora

Cerchiamo di capire se gli amplificatori per cuffie sono un tassello fondamentale per l’ascolto musicale o se invece rimangono un orpello inutile per la maggior parte degli ascoltatori

Provate a chiedere a un vostro conoscente poco avvezzo di hi-fi se sa qualcosa degli amplificatori per cuffie e molto probabilmente otterrete una risposta del tipo: “Ah, ma esistono gli amplificatori per cuffie?”. Una considerazione più che comprensibile per chi è sempre stato abituato a inserire il cavo delle cuffie in un amplificatore stereo, in un lettore CD, in un walkman o in uno smartphone senza avvertire il bisogno di un amplificatore dedicato.

Ma anche se fate la stessa domanda a qualcuno più avvezzo all’alta fedeltà, non è detto che che riceviate una risposta molto diversa. Magari sa che esistono questi amplificatori (e forse il vostro amico ne ha anche visto uno valvolare tutto scintillante e stiloso), ma non conosce bene la loro utilità e il loro funzionamento. Ecco perché vogliamo capire se e a chi serve davvero un amplificatore cuffie dedicato o se, come è molto probabile, molti di voi potrebbero evitarsi questa spesa e investirla per migliorare qualche altro componente dell’impianto hi-fi.

Facendola molto semplice, vi serve un amplificatore cuffie quando l’uscita elettrica massima della vostra sorgente audio attraverso il jack per cuffie (smartphone, laptop, lettore CD ecc…) è inferiore a quella richiesta dalle vostre cuffie per raggiungere il livello di uscita desiderato. Qui tra l’altro parliamo esclusivamente di cuffie cablate, visto che quelle Bluetooth non avranno mai bisogno di un amplificatore; in questo caso infatti sono le cuffie stesse a fornire internamente la potenza necessaria ai driver.


Se e solo se state usando delle cuffie cablate, collegatele alla vostra abituale sorgente. Riuscite ad alzare il volume a un buon livello? Potete andare ancora su di qualche tacca? Se la risposta è sì, non avete bisogno di un amplificatore dedicato. Il compito di questo componente consiste infatti nell’aumentare la potenza in uscita della sorgente al livello che desiderate e se qualunque cosa stiate usando per ascoltare musica può riuscirci, la mancanza di potenza non è un problema.

Se invece la risposta è negativa, si aprono tre possibili scenari. Avete problemi di udito (speriamo di no!), le cuffie sono rotte (o si stanno rompendo) o la vostra sorgente audio non riesce a soddisfare i requisiti di alimentazione delle cuffie. Per ovviare a questa terza possibilità, vi serve un amplificatore per cuffie. A questo punto vi conviene andare sulla pagina web con i dettagli tecnici delle vostre cuffie (o di quelle che vorreste comprare) e prendere nota di due specifiche fondamentali: impedenza e sensibilità.

L’impedenza è la capacità delle cuffie di resistere alla corrente, mentre il valore della sensibilità si riferisce al volume che le cuffie otterranno con un milliwatt di potenza. Questi due numeri possono farvi capire se avete bisogno o meno di un amplificatore cuffie a seconda della sorgente audio che siete soliti utilizzare, sebbene serva qualche calcolo. Se preferite la strada più corta, questo semplicissimo tool vi dirà in pochi secondi la potenza della sorgente audio necessaria a pilotare a dovere le vostre cuffie.

Amplificatori per cuffie

Se invece volete approfondire un po’ il discorso, continuate a leggere. I circuiti elettrici sono molto simili a un sistema idrico. Quando pensate alla “corrente”, pensate alla velocità con cui l’acqua scorre attraverso i tubi. Quando leggete “voltaggio”, pensate alla “pressione dell’acqua” e quando leggete “impedenza”, pensate a quanto sono stretti i tubi. Se potete benissimo aspettare un minuto o due mentre riempite d’acqua un secchio con una pompa a mano, le cuffie non possono aspettare che si accumuli la giusta quantità di energia.

È qui che entra in gioco un amplificatore. Usando la propria alimentazione (o serbatoio, se vogliamo continuare con l’analogia idrica), un amplificatore aumenta il segnale da una sorgente per soddisfare i requisiti delle cuffie. Sebbene la percezione del volume non possa essere misurata oggettivamente, sappiamo che gli esseri umani percepiscono un cambiamento di 10 dB (decibel) come un cambiamento di circa 2 volte il volume. 70dB è due volte più forte di 60dB, quattro volte più forte di 50dB e così via.

Di solito si sceglie 85 dB come livello a cui puntare quando si ascolta musica in cuffia semplicemente perché è un livello “forte” (che vi sconsigliamo comunque di superare) ma non così forte da causare problemi all’udito dopo ripetuti ascolti. Ora torniamo al valore della sensibilità delle cuffie di cui parlavamo prima.

Questo è il volume che possono raggiungere le cuffie quando viene applicato un milliwatt di corrente; di solito, questo valore è piuttosto alto (le Audio Technica ATH-M50x, ad esempio, hanno una sensibilità di 99 db) e sconsigliabile, ma è il modo in cui determiniamo una base per capire quanta più potenza deve essere applicata per alzare o abbassare il volume. Usando la legge di Ohm e applicando ciò che sappiamo sui decibel, possiamo calcolare la corrente necessaria per ottenere un certo livello di volume (o basta semplicemente usare il tool citato poco sopra).

Per facilitare le cose, ecco due esempi. La cuffia A ha un’impedenza di 300Ω e una sensibilità di 85dB/mW. Sebbene sia necessario solo 1 mW a 0,55 Vrms per raggiungere un volume di ascolto confortevole di 85 dB, per aumentare il livello a 95 dB servirebbero 10 mW a 1,73 Vrms. Valori che il vostro smartphone non può raggiungere e quindi, se la vostra sorgente audio è proprio uno smartphone, per cuffie di questo genere vi servirà un amplificatore dedicato.

Se invece avete cuffie o auricolari più facili da pilotare, con un’impedenza di 32Ω e una sensibilità di 105dB/mW, servirà solo 0,01 mW a 0,02 Vrms per raggiungere il target degli 85 dB. In questo caso dovreste voler raggiungere livelli di volume davvero pericolosi per giustificare l’utilizzo di un amplificatore dedicato.

Considerando poi che molti amplificatori stereo di fascia medio-alta integrano già amplificatori cuffie di un certo livello e che avrebbe comunque poco senso usare cuffie da 2000 euro con uno smartphone da 300 euro, in generale poche le cuffie “consumer” necessitano di un amplificatore dedicato, soprattutto se si parla di ascolto al di fuori della sfera mobile.

È solo quando si inizia a entrare nel mondo delle cuffie di livello audiofilo o “esoterico” che si cominciano a vedere modelli che richiedono un amplificatore dedicato per funzionare come previsto dai loro progettisti (per non parlare poi delle cuffie elettrostatiche). Questo perché ormai la maggior parte delle cuffie cablate, anche quelle più recenti di fascia alta, vengono progettate per l’utilizzo con sorgenti audio di bassa potenza.

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