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Cuffie e auricolari economici: chi ha detto che suonano male?

Anche se si punta istintivamente al prodotto migliore, spendere poco per delle cuffie o auricolari non equivale per forza ad ascoltare male. Basta capire cosa si vuole davvero

Un po’ per l’affinamento delle tecnologie audio, un po’ per materiali sempre meno costosi (e senza dimenticare l’enorme boom del mobile in tutte le sue sfaccettature), il mercato delle cuffie e degli auricolari cablati e (true) wireless non è mai stato così ricco di proposte come in questi ultimi anni.

Ma se istintivamente si punta quanto più possibile ad acquistare i modelli più costosi, completi e ricchi di funzionalità, c’è una parte immensa di chi ascolta musica che, per ristrettezze economiche o per mancanza di informazioni, si accontenta di modelli economici ed entry-level. Che però non devono per forza fare rima con prestazioni scadenti. Anzi, per chi non è un audiofilo incallito, spesso bastano anche poche decine di euro per avere tante soddisfazioni.

Vi servono davvero tutte le feature dei modelli più costosi e avanzati?

Per ridurre la spesa delle cuffie o auricolari che volete acquistare, pensate innanzitutto a quali funzionalità sono davvero importanti per voi. Feature come la cancellazione attiva del rumore (ANC), la modalità trasparenza, il Bluetooth multipoint e persino i codec audio più evoluti si possono portare dietro un aumento di prezzo anche cospicuo. Se state solo cercando qualcosa di semplice da mettervi sulle (o nelle) orecchie e ascoltare un po’ di musica, di quante funzioni avanzate avete davvero bisogno? Certo, tecnologie come lo Spatial Audio fanno gola un po’ a tutti, ma fidatevi quando vi diciamo che nessuno ne ha veramente bisogno.


Ecco perché la prima cosa da fare è pensare a come usate solitamente cuffie e auricolari. Perdete le cose facilmente, avete delle orecchie “strane” o siete soliti ascoltare musica, podcast, video su YouTube e film per ore e ore al giorno? Forse è meglio non comprare degli auricolari true wireless. Non solo questi piccoli e leggerissimi auricolari si possono perdere facilmente (e non tutti i produttori offrono i sistemi di localizzazione di Apple o Samsung per ritrovarli), ma le loro minuscole batterie tendono a consumarsi piuttosto presto (anche dopo un anno si può iniziare a riscontrare un calo dell’autonomia).

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Non abbiate paura del cavo!

E che dire della vestibilità? Essendo difficile provarli di persona prima dell’acquisto, potreste ritrovarvi con auricolari che non si inseriscono al meglio nelle orecchie, provocando sia fastidio, sia il rischio che cadano mentre siete in movimento. Questo non è un problema particolarmente grave con gli auricolari wireless tradizionali, ma lo può diventare con i modelli true wireless privi di qualsiasi collegamento fisico (fascetta, cavo) tra di loro.

Se poi siete degli sportivi, la resistenza all’acqua e al sudore passa in un secondo dall’essere una funzionalità gradita a una necessaria. Anche qui però, in un’ottica di risparmio, non vi serve il plus ultra della tecnologia se non volete immergervi sotto metri d’acqua o nuotare con degli auricolari nelle orecchie. Basta un grado di protezione minimo che protegga gli auricolari dal sudore o da schizzi d’acqua nel caso vi trovaste improvvisamente sotto un acquazzone.

Siete poi sicuri che vi serva la cancellazione attiva del rumore se non siete pendolari che si muovono spesso in ambienti affollati? E anche se siete soliti correre o camminare all’aria aperta, ricordate che non è il massimo della sicurezza cancellare i rumori esterni (soprattutto in città). La modalità trasparenza può essere poi facilmente sostituita da un gesto semplice e immediato come togliersi le cuffie o gli auricolari se vi sta parlando qualcuno o se volete ascoltare per un attimo i suoni esterni.

La scelta di modelli economici è davvero vastissima

Se poi non vi considerate uno “snob musicale dalle orecchie d’oro”, anche qualcosa che suona decentemente basta e avanza. Probabilmente faticherete anche a notare una differenza tra i codec Bluetooth aptX/LDAC e l’SBC standard, anche perché la maggior parte delle persone è molto più abituata a una qualità audio inferiore (da MP3 tanto per capirci) di quanto vorrebbe ammettere. Ascoltate musica (ipercompressa) solo da Spotify e YouTube? Lasciate pure perdere auricolari o cuffie con codec audio avanzati, che non sfruttereste mai soprattutto se non avete una sorgente audio compatibile con quelli stessi codec.

E poi diciamocelo francamente: anche il Bluetooth, nonostante i tantissimi pregi, ha i suoi problemi. Un auricolare true wireless che non si connette all’altro, segnale wireless ondivago quando ci si allontana dalla sorgente audio anche di pochi metri, autonomia da tenere sempre sott’occhio e, in generale, una qualità audio inferiore rispetto a quella di cuffie e auricolari cablati.

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Se quindi non siete per forza dei fan oltranzisti del Bluetooth, optare per modelli cablati non solo può farvi risparmiare parecchio, ma può dare anche maggiori soddisfazioni sonore con l’unico scoglio dei jack audio sempre più rari nei dispositivi mobile, anche se ci sono sempre gli adattatori e in ogni caso non si ascolta musica solo dallo smartphone. Certo, oggi l’aggettivo cablato è inevitabilmente fuori moda tra i non audiofili, ma cuffie e auricolari cablati come i JBL Quantum 50, le Grado SR60x o i KZ ZSN Pro X offrono un rapporto qualità-prezzo elevatissimo.

E poi, a dirla tutta, trovare oggi un paio di cuffie o di auricolari economici che suonano in modo orrendo è difficile. Certo, basta non spendere 10 euro per dei true wireless di un oscuro produttore cinese, ma già con poche decine di euro ci si può portare a casa un modello cablato dalla qualità dignitosa e, a poco più, si può persino pensare a un modello wireless essenziale e privo di fronzoli e godersi senza tanti patemi d’animo le proprie playlist su Spotify, il videoclip su YouTube o, in caso di modello cablato, persino lo stream lossless su Apple Music su un vecchio iPhone con ancora il jack da 3,5mm.

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