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Esperienza d’ascolto e recensioni social

Ormai non si prescinde, che si tratti di un acquisto o di individuare un ristorante oppure un hotel degni di nota, l’accurata disamina delle recensioni reperibili in rete sembra essere alla base della scelta, qualcosa che per certi versi può decretare il successo oppure il fallimento di un’attività commerciale.

Qualcosa che al contempo nasconde alcune insidie, essendo nota l’incapacità di alcuni nel gestire in modo oculato informazioni che possono aiutare – ma anche danneggiare – il lavoro altrui.

Leggendo alcune recensioni relative ad esercizi di ristorazione noti ed apprezzati, non è infrequente scovare giudizi che spaziano dall’eccellente al pessimo, in altre parole gli estremi di una scala di valori spesso codificata a suon di stelle assegnate (fin troppo spesso) a caso.

Peccato che a ben leggere – appare opportuno rammentare che si deve sempre ed immancabilmente fare la tara verso chi scrive – si scoprano cose che con un minimo di riflessione, se non altro per mantenere in esercizio i neuroni ancora attivi, fanno in concreto pensare sull’affidabilità di chi giudica una qual certa prestazione e/o servizio.


La carbonara: probabilmente la diatriba gastronomica più gettonata

 

Scrivere circa un ristorante indiano esordendo con “….premetto che non amo la cucina etnica….” oltre che suonare ridicolo ed inconsistente, manifesta la chiara volontà di dire la propria a tutti i costi senza dare un minimo senso a ciò che si afferma.

Altre volte abbiamo letto di problemi relativi alla difficoltà di parcheggio oppure – oltremodo inconsistente – di qualcuno che magari incuriosito da qualche portata la cui presentazione era particolarmente originale e/o ricercata, ebbene signori miei, osava sbirciare nel piatto!

Nulla a che vedere con la qualità del servizio ovviamente.

E veniamo al nostro settore, dove spesso si leggono recensioni entusiasmanti circa dispositivi Hi-Fi – soprattutto diffusori ed amplificatori – che non appaiono molto dissimili per inconsistenza e superficialità da quanto narrato finora relativamente a contesti gastronomici.

Conoscendo taluni prodotti personalmente – così come certi ristoranti, tanto per continuare con l’esempio iniziale -trovo difficile credere che certe caratteristiche qualitative decantate in modo tanto smaccato siano davvero effettive, se non altro nasce spontaneo il dubbio circa l’effettiva capacità di giudizio del soggetto.

Mi spiego meglio.

Il riferimento non è tanto alla piacevolezza sonora del componente – che per carità potrebbe anche esserci – ma alla conoscenza di come suoni effettivamente uno strumento.

Esistono persone che non  hanno mai sentito suonare dal vivo uno strumento, ne hanno una certa conoscenza esclusivamente per averlo ascoltato in una registrazione – che ben sapete potrebbe anche essere pessima – motivo per il quale il loro riferimento non è l’evento reale come dovrebbe essere ma una registrazione!

Ora, come si può pensare di raccontare la prestazione di un diffusore in merito alla riproduzione di un determinato strumento? Che so, un contrabbasso oppure un pianoforte? Quali sarebbero i riferimenti cui correlare la prestazione esibita dal diffusore?

Un violoncello Amati in azione

 

Mi astengo verso coloro che addirittura descrivono differenze tra strumenti diversi (sic), qualcosa che richiede una conoscenza ben precisa non solo della specifica fattura ma anche, o soprattutto, dell’anno di realizzazione e del connotato sonoro precipuo che il suo realizzatore ha inteso conferirgli, aspetto importantissimo quando si parla di strumenti acustici come un violino tanto per fare un esempio.

Uno dei massimi esempi che si affacciano alla mente è relativo alla batteria, croce e delizia di molti fonici: le dimensioni ed il materiale dei fusti costituenti i singoli tamburi (tom, timpano, rullante) – acero nelle migliori – insieme alla pelle battente ed a quella risonante connotano in modo determinante il suono.

L’altezza di un rullante, il fatto di essere realizzato in metallo oppure in legno, la pelle, la cordiera, la sordina (ovvero il suo uso più o meno marcato) e via dicendo sono ampiamente caratterizzanti ed in grado di farlo suonare (o non suonare) connotandone in maniera spiccata la timbrica.

Un rullante in legno di acero prodotto da GRETSCH, altro marchio storico di altissima qualità

Chi ha conoscenza dell’argomento – i batteristi comprenderanno alla perfezione – sa perfettamente che tra una Tama, una Sonor ed una Pearl ci sono evidenti differenze, se poi ci aggiungiamo pelli e piatti – a tacer dell’accordatura specifica del kit – si capisce facilmente quanto difficoltoso sia inquadrare una sonorità caratteristica senza avere un riferimento concreto.

Se vi pare poco.

Parliamo della scena virtuale? Dei piani sonori? Della profondità, della larghezza e dell’altezza di questa? Quanti hanno conoscenza esatta della disposizione orchestrale degli strumenti?

A tal proposito posso fare un esempio assai eloquente, legato alla sezione contrabbassi registrata in una sinfonia la quale, contrariamente alla realtà – che li vuole collocati alla destra della compagine orchestrale – li vedeva confinati più alla sinistra.

Usuale disposizione di un orchestra: notare la sezione contrabbassi sulla destra

 

Mistero? Affatto, trattandosi di un SACD ibrido, lo strato ad alta risoluzione evidenziava il contributo ambientale in maniera drasticamente differente dallo strato CD, ragione per cui l’aumentato spazio percepito a causa delle maggiori informazioni audio creava questa impressione.

Da qui si capisce l’importanza della conoscenza di determinati contesti.

Ho poi letto recensioni magnificare diffusori letteralmente da “due spicci” come fossero l’essenza stessa del suono, qualcosa che pur con il dovuto rispetto verso chi scrive – magari in totale buona fede – costituisce una seria minaccia nei confronti di chi si accinge all’acquisto.

Un modello ELAC: qualità a prezzo adeguato!

 

In ultimo, fate caso a come una singola recensione negativa possieda un valore quasi assoluto relativamente all’importanza che gli è riconosciuta nell’economia globale di un giudizio: se male interpretata può seriamente danneggiare 1000 recensioni positive.

Potenza ed al contempo limite della psiche, sempre disposta all’allarmismo anche quando non ce ne sarebbe bisogno.

Occhio alle recensioni che leggete, lasciarsi andare a facili entusiasmi è oltremodo semplice, maggiormente quando mancano solide basi con cui puntellare affermazioni che fungono da discrimine tra un prodotto effettivamente valido ed uno a malapena accettabile.

Come al solito, ottimi ascolti!!!

 

 

 

 

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