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Incontro Univideo – Intervista a Pierluigi Bernasconi

Con Pierluigi Bernasconi – Presidente Univideo –  il punto sull’andamento di fisico, liquido, cinema in casa, cinema in sala e iniziative per la ripresa di un mercato dell’intrattenimento asfittico non solo nei consumi ma anche nei contenuti

Come conferma Univideo nel 2022 rispetto al 2021 il mercato è rimasto perlopiù stabile, con una leggera decrescita, ma il mercato era fermo per il Covid. Il fisico è andato meno bene del liquido, la gente si è abituata ancora di più allo SVOD (Subscription Video On Demand) e a visionare programmi via rete tramite televisori smart. Trend in crescita per il liquido anche se non è tutto rose e fiori come confermano recenti valutazioni del mercato, dove rispetto ai grandi numeri degli anni passati sono diverse le piattaforme in affanno.

Le famiglie investono meno sulla cultura

La crisi economica, oltremodo accentuata dalla pandemia, si fa sentire anche nel comparto dell’intrattenimento digitale tout court, del resto le statistiche parlano chiaro: calato del 40% negli ultimi 3 anni l’investimento nella cultura da parte delle famiglie, quindi non solo Home Video ma anche cinema, concerti e musei. Fa eccezione il libro fisico, con aumento delle vendite specie nel lockdown, più recentemente un po’ di ripresa nelle sale con l’arrivo di freschi blockbuster dall’estero, senza i quali la quota di cinema italiano consumato in sala di circa il 20% avrebbe potuto fare ben poco.

Scartata l’ipotesi di uscita in contemporanea tra sala e piattaforme streaming, che non si è rivelata un’idea commercialmente vincente. Il “bonus cultura” non è scomparso: per i diciottenni resta vincolato al reddito delle famiglie sotto i 35.000 euro di ISEE, dall’altra parte c’è il “bonus al merito” per i diplomati (entro il diciannovesimo anno di età) che abbiano conseguito la votazione piena di 100. A ciò si aggiungerebbe l’ipotesi di Bernasconi di andare incontro ai portatori di deficit fisici e/o di apprendimento, che dovrebbero meritare il bonus a prescindere dal punteggio finale. Nel complesso il budget 2023 per il bonus è sceso da 260 a circa 190 milioni di euro.


Secondo il Presidente Univideo il supporto fisico è destinato a restare per chi ama il cinema, anche perché la singola produzione dell’opera attraverso di esso ha maggiori opportunità di esprimersi, anche diversamente rispetto alla sala. Vedasi per esempio le edizioni estese e speciali con contenuti difficilmente proponibili fuori da tale ambito e che francamente non interessano a tutti, men che meno allo spettatore occasionale, che altrettanto difficilmente tornerebbe a rivedere l’opera. Difficile prevedere quando terminerà la contrazione del mercato del fisico e inizierà la ripresa, certo la repentina scomparsa degli scaffali con i prodotti in diversi negozi sul territorio non ha fatto che complicare la situazione. Perché offrire l’Home Video specializzato porta comunque a fidelizzare una certa clientela, che può e vuole spendere, in genere non giovanissima e che potrebbe avere anche altre necessità di acquisto all’interno di un negozio di elettronica di consumo. E su questo non possiamo che dare ragione a chi è stato per 20 anni a capo di Mediamarket.

Qualità in sala e questione “finestre”

Cresciuto e spinto da una parte di industria il mercato dell’hardware più spicciolo, con diffusori senza fili o soundbar che promettono grandi risultati, ma che alla prova dei fatti non possono evidentemente fare miracoli sonori. Un impianto Home Theater con veri diffusori è tutta un’altra cosa, lo sappiamo molto bene, anche se oggi come oggi sta diventando difficile anche solo identificare l’eventuale hardware adatto alle proprie esigenze, economiche e d’ambiente a causa della rarefazione dei negozi fisici. Del resto a favorire la visione in casa, prendendo a esempio un tipico TV 50” pollici, sono le stesse sale cinema, quelle tecnicamente meno attrezzate o impossibilitate anche solo a sostituire la lampada, per cui persino il paragone con uno schermo economico LCD 8 bit e una soundbar rischia di rivelarsi impietoso. Non tutti poi hanno la sensibilità di proporre materiale audiovisivo che favorisca i sordi, ancora meno presente l’offerta dell’audiodescrizione non vedenti.

Sulle “finestre”, spazio di tempo che intercorre tra il momento in cui il film è in sala e la disponibilità successiva, secondo Univideo prosegue deleteria la posizione demagogica nel nostro Paese limitando la libertà di scelta del consumatore. Peggio va per chi è costretto ad aspettare lo stesso programma sui canali in chiaro non potendosi permettere l’acquisto del fisico o l’abbonamento alla piattaforma, attendendo un numero scandaloso di mesi. A penalizzare la situazione hanno concorso e concorrono: le pesanti restrizioni nel periodo Covid, la popolazione più anziana, i bassi redditi, lo scarso interesse nei confronti della cultura e la presenza di opere di limitato livello incapaci di fare da vero catalizzatore. Secondo Bernasconi le finestre sono deleterie, il sogno ancora oggi resta quello di offrire day-and-date la fruibilità dell’opera su molteplici formati.

Far girare il motore dell’Industria dell’intrattenimento

L’assenza della socialità in casa non è così vera, quando ci si ritrova tra amici a vedere uno spettacolo la stessa convivialità e condivisione favoriscono la comunicazione, senza però perdere occasione di assaporare un film su grande schermo, anche per continuare a far “girare il motore” dell’industria. Non sono più sufficienti piccoli stanziamenti e alleggerimenti fiscali dedicati alla filiera, non si può pensare di risolvere le sale semi deserte facendo sconti saltuari sui biglietti, tanto meno solo nei riguardi di chi ha un basso reddito. I week-end al cinema con lo sconto funzionano, ma non bastano. Al di fuori di queste iniziative, anche solo spettacolo + cena sta diventando proibitivo per un numero sempre maggiore di persone, che a costo di perdere la prima visione scelgono l’abbonamento streaming e attendono l’arrivo dell’opera.

Tra i suggerimenti di Bernasconi lo sgravio fiscale alle famiglie su quanto speso per la cultura, come avviene per gli acquisti in farmacia. Non è che il governo non ci sia. Oltre 600 le opere prodotte con le sovvenzioni governative, dove l’Home Video beneficia di un contributo statale, “automatico” solo di nome, per le prime edizioni di opere italiane. La cultura deve essere più circolare, meno a comparti stagni, le sovvenzioni alla filiera senza stimolare il mercato diventano assistenzialismo e incapaci di far realmente ripartire l’industria del cinema e dell’Home Video.

Un pensiero certo non ultimo alle piccole realtà editoriali italiane, soprattutto quelle nate negli ultimi anni che a fatica e con investimenti difficilmente capaci di andare oltre il pareggio offrono film più o meno inediti, più o meno da collezione. Quasi tutti prima ancora appassionati collezionisti che imprenditori, andrebbero protetti e aiutati dall’Associazione Univideo, esclusi i furbetti che se ne fregano dei copyright trovando il modo per sfuggire alle maglie (in certi casi fin troppo larghe) di una legislazione che mostra il fianco e (per ora) li lascia agire indiscriminatamente.

Da parte di Univideo in collaborazione con Sonos ricordiamo che è in corso l’iniziativa rivolta a tutti coloro che entro fine maggio, attraverso il sito daltuodivanoahollywood.it, possono inviare prova d’acquisto o noleggio di un prodotto Home Video per partecipare all’estrazione di una vacanza di 7 giorni per due persone a Los Angeles.

Un particolare ringraziamento a Daniele Salvaggio impreseditalento.com

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