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JBL Playlist: lo speaker wireless con qualcosa in più

JBL Playlist

Non è portatile e non ha ingressi USB, ma il JBL Playlist è compatibile anche con Google Cast e vanta un sound brillante e ricco d’impatto.

Non è mai facile proporre qualcosa di nuovo in uno speaker wireless che non sia il design (e poco altro). Il JBL Playlist, disponibile al prezzo di listino di 179 euro, ha però una marcia in più rispetto ai tanti rivali che affollano questo settore del mercato audio.

Funzioni

jbl playlist

Integra infatti Google Cast e non si tratta di una feature da poco. Certo, in assenza di un segnale Wi-Fi potete sempre utilizzarlo come un tradizionale speaker Bluetooth, oppure sfruttare l’ingresso AUX da 3,5mm per connettere sorgenti audio prive di connettività wireless, ma l’integrazione di Google Cast è il vero tratto distintivo del JBL Playlist.

Sono due infatti gli importanti benefici di questa tecnologia. Il primo è il supporto per file hi-res fino a 24bit/96kHz, mentre il secondo è la portata del segnale wireless, non più affidato al solo Bluetooth con il suo range massimo di circa 10 metri ma a un segnale Wi-Fi (in questo caso ac dual-band), con tutto ciò che ne consegue.


Il JBL Playlist si dimostra inoltre uno speaker solido e costruito molto bene, con un peso di oltre 1 Kg e una lunghezza di 30 cm. Al suo interno troviamo due driver da 57 mm, ai quali si affianca un bass reflex posteriore (la potenza totale è di 30W). Il look dello speaker è quanto mai essenziale, con una bella griglia frontale, il piccolo logo del produttore in basso e i controlli touch in alto per regolare il volume, la riproduzione, accendere e spegnere ed eseguire il pairing Bluetooth.

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Se avete una rete Wi-Fi, la prima cosa da fare una volta collegato lo speaker a una presa elettrica (non c’è infatti una batteria interna ricaricabile) è connetterlo al Wi-Fi di casa tramite l’app Cast. L’accoppiamento tra l’app e lo speaker è questione di pochi secondi e, una volta che tutto è pronto, basta aprire il vostro servizio streaming preferito o selezionare dei brani presenti nella memoria dello smartphone o del tablet e toccare l’icona Cast per iniziare l’ascolto.

Naturalmente dallo smartphone/tablet è anche possibile controllare la riproduzione e regolare il volume. Non manca poi la compatibilità con Spotify Connect, che immaginiamo sarà la sorgente in streaming preferita da molto utenti.

Qualità audio

Abbiamo iniziato la prova del JBL Playlist proprio con Spotify Connect streammando via Google Cast l’album IV dei BadBadNotGood e l’impatto ci ha subito colpiti positivamente, grazie anche all’importante e decisa azione della gamma bassa. Il suono mostra una corposità e robustezza ma anche raffinatezza, come quando gli strumenti acustici in And That, Too riescono a emergere in modo brillante e dettagliato.

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Ne esce una presentazione stabile, calda e autoritaria che si esprime al meglio anche quando entrano in campo le voci, come in Time Moves Slow cantata da Samuel T. Herring e in Hyssop Of Love dove si staglia netta la voce di Mick Jenkins.

Da uno speaker wireless inferiore ai 200 euro non ci aspettiamo nulla di “audiofilo”, ma tutti questi brani ci vengono restituiti dal JBL Playlist senza asprezze o trame sonore esili. C’è anzi un calore di fondo che fa suonare questo speaker in modo molto più “umano” rispetto a tanti suoi diretti concorrenti.

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Si può apprezzare anche la resa dei bassi, capaci di far vibrare leggermente il tavolo senza però ingolfare il mix o mettere in ombra le altre frequenze. In gamma alta però ci si accorge di una certa ruvidezza, che emerge ancora di più ad alto volume e dopo lunghe sessioni di ascolto. Siamo sì soddisfatti di una presentazione sonora così diretta ed entusiastica, ma a tratti un po’ di moderazione non farebbe male.

Prendiamo ad esempio il confronto con l'[amazon_textlink asin=’B0183T1076′ text=’Audio Pro Addon T3′ template=’ProductLink’ store=’ad04f-21′ marketplace=’IT’ link_id=’1d12e771-66f8-11e7-a636-09a7d1e79f93′], speaker che pur privo di connettività Wi-Fi e con un prezzo leggermente superiore è comunque portatile ed evidenzia le principali mancanze del JBL Playlist. Sebbene meno focalizzato sull’impatto e il divertimento offerti dallo speaker JBL, l’Addon T3 offre un tocco più leggero e agile quando si tratta di dinamiche e timing.

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Un brano come Speaking Gently è reso dal T3 in maniera più coerente e organizzata quando si tratta di restituire il pattern percussivo che entra in scena a circa 40 secondi dall’inizio della canzone. Se dovessimo scegliere tra i due lo speaker ideale per lunghe sessioni di ascolto, andremmo sicuri sul T3.

Verdetto

Nonostante ciò JBL Playlist rimane uno speaker wireless ideale più per intrattenere e divertire a una festa che non per un ascolto concentrato e attento. Ha infatti molto carattere, spinge bene sui bassi e ha il plus non da poco di Google Cast. Tre meriti che non molti prodotti in questa fascia di prezzo possono vantare.

© 2017 – 2018, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

  • Verdetto
4

Riassunto

Non è portatile e non ha ingressi USB, ma il JBL Playlist è compatibile anche con Google Cast e vanta un sound brillante e ricco d’impatto.

Pro
Presentazione entusiastica
Bassi precisi e dettagliati
Compatibilità con Google Cast

Contro
Gli alti potrebbero essere più dolci
Non è uno speaker portatile

Scheda tecnica
Potenza: 30W (2x15W)
Connessioni: AUX in 3,5 mm
Connettività: Bluetooth 4.2, Wi-Fi ac
Risposta in frequenza: 60Hz-20kHz
Streaming: Spotify Connect, Google Cast
Dimensioni: 131 x 316 x 147 mm
Peso: 1,1 Kg
Prezzo: 179 euro
Sito del produttore: www.jblstore.it

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