La Catena distributiva. E’ il momento di parlare di qualità.
Che cosa si intende con questa parola?
Generalmente ci si riferisce ad un prodotto che come caratteristiche ha l’affidabilità, quindi la durata nel tempo. La produzione in una fabbrica che ha una lunga tradizione alle spalle, e quindi anche una possibilità di assistenza futura. Un nome ufficialmente riconosciuto nel settore in cui opera e tante altre proprietà che sarebbe lungo esporre qui.
C’è un vecchio detto che dice: “chi più spende meno spende”.
Si vuole indicare che un prodotto, per forza di cose costoso se deve avere tutte queste caratteristiche, ripagherà l’investimento negli anni di utilizzo.
E’ così nel mondo dell’alta fedeltà domestica?
Dipende.
Per due motivi principali: il costo al pubblico e l’assistenza (fondamentale se si vuole conservare il valore di acquisto citato prima).
Il costo al pubblico: cominciamo con l’inquadrare quale è il reale valore di un prodotto hifi con particolare riferimento a quelli considerati “high end”, dove i prezzi sono molto elevati.
Quando negli anni 80 seguivo un marchio americano noto, mi aveva colpito molto la differenza di “acquistabilità” tra USA e Italia.
Quello che da noi costava 15.000.000 di lire, nel suo paese di origine costava 5.000 dollari.
A quell’epoca un carpentiere (operaio edile) guadagnava mediamente 3.000 dollari al mese.
Vuol dire che poteva acquistare quella determinata elettronica per il corrispettivo di circa un mese e mezzo di stipendio.
In Italia, sempre in quel periodo, uno stipendio medio era intorno alle 700.000 lire (il mio stipendio di funzionario di allora).
Con un rapido calcolo, si evince che se un italiano dal reddito normale avesse voluto acquistare lo stesso prodotto, avrebbe dovuto non solo pagare gli ovvi aumenti dovuti al trasporto, tasse ecc. ma un costo al pubblico pari a 20 mensilità!
Rapporto di qualità decisamente stravolto!
Catena distributiva. Su questo fronte oggi le cose sono molto cambiate, sia perché da una parte i prezzi internazionali tendono al livellamento tra i diversi paesi, ma anche perché i cosiddetti prodotti “high end” hanno raggiunto livelli assolutamente “fuori norma”.
Sono cioè diventati status symbol , come molti oggetti di lusso, quindi usciti dalle normali logiche di rapporto qualità-prezzo.
L’assistenza: ironia della sorte, molti dei prodotti di quel marchio, per mancanza di pezzi di ricambio o per vicissitudini aziendali, non possono più essere riparati, con grande insoddisfazione immagino dei loro proprietari.
Quanto riportato finora non vuole essere un’accusa rivolta ad un particolare costruttore, ma ribadire il concetto che nella ricerca della qualità, non è solo il prezzo che la determina, ma tutto quello che ci sta intorno, ed in particolare l’assistenza post vendita, vero valore aggiunto che garantisce l’acquisto oneroso iniziale.
Catena distributiva. Discorso diverso per i prodotti cosiddetti di “largo consumo” dove l’obsolescenza sia tecnologica che funzionale è considerata al momento dell’acquisto.
Per contro, ci sono, sempre parlando di prodotti dal costo importante, molte aziende, sia negli Stati Uniti, che in Inghilterra, che assistono ancora oggi elettroniche o giradischi, venduti 20 o 30 anni fa.
Come fa quindi un potenziale cliente ad orientarsi tra i tanti prodotti offerti dal mercato?
Rivolgendosi al negoziante, o gruppo di acquisto, che dimostri concretamente di conoscere a fondo quello che vende, rassicurando il cliente con argomenti credibili e dimostrabili.
L’alternativa è il “fai da te” del cliente.
Molte aziende si stanno muovendo in questa direzione.
Ultimo esempio IKEA, e ne parlavo QUI, che propone come inizio di una serie completa, un giradischi con connessione blutooth e pre fono incorporato su uscita linea, a 129 Euro! Altra tendenza la sempre maggiore offerta di diffusori amplificati, ne parlavo QUI.
Qual è il messaggio che sta dietro a questo trend? Che il negozio non serve, basta un click sul portatile o sul cellulare.
Sapranno i negozi o gruppi di acquisto gestire i tempi di oggi e quelli che si annunciano in futuro?
Sapranno distinguere visione e gestione?
Ne riparleremo.
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