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Optoma UHD 40 – Videoproiettore 4K entry level in prova

UHD 40 è il videoproiettore DLP entry level di Optoma dotato del nuovo DMD da 0,47″ per compiere i primi passi nel mondo del 4K a un costo irrisorio

La videoproiezione 4K è il sogno di molti, fruire di un’immagine 4 volte il Full HD a oggi rappresenta il massimo dell’intrattenimento in un impianto Home Theater e considerando il volume di programmi UHD l’interesse degli appassionati non manca, anche se la domanda non vanta più i numeri di un tempo.

Attualmente l’offerta a mercato è divisa tra (costosi) apparati real 4K e vobulati (più economici). L’UHD 40 rientra in questa seconda fascia, dove non si ha di fronte una proiezione nativa 4K ma i pixel subiscono uno spostamento di mezzo pixel a una velocità tale che l’occhio non se ne accorge e il risultato è del tutto simile al 4K. L’UHD 40 sfrutta la tecnologia XPR 4K ossia la migliore, producendo 8.3 milioni di pixel distinti per una resa davvero prossima all’UHD.

L’Optoma UHD 40 è un videoproiettore 10 bit ed è al momento uno degli apparati in commercio più economicamente appetibili, mentre scriviamo questa recensione il prezzo si aggira tra i 1.300/1.400 €, una cifra davvero irrisoria se consideriamo il costo dei primi videoproiettori 4K, sempre vobulati, di non molto tempo fa.


Design, comandi e terminali

Estetica piuttosto accattivante e ingombro davvero ai minimi termini facilitano non poco la collocazione nel locale, possibile l’ancoraggio a soffitto con dorso rivolto verso l’alto per potere raggiungere comunque l’intero pannello comandi dal basso.

Più che sufficiente per gestire più fonti contemporaneamente sono disponibili due ingressi HDMI (1 x 1.4 / 1 x 2.0) e HDCP 2.2, di cui 1 solo  4K HDR (HDR-10), in/out audio tramite jack 3,5 mm, D-Sub 15 pin VGA, 1 USB 2.0 Type-A per alimentare hardware esterno (per esempio un dongle HDMI), uscita ottica S/PDIF e trigger 12 V.

Di fatto L’UHD 40 è una sorta di versione minore dell’Optoma UHD 51 senza però supporto al contrasto e alla fluidità delle immagini. Presenti anche due altoparlanti da 5 Watt in assenza di audio esterno, ovviamente limitati ma funzionali. 300 Watt il consumo a pieno regime, dimensioni (L x P x A) – 392,6 x 281,6 x 118,4 mm (129 mm con piedini), peso 6,8Kg.

La risoluzione nativa di questo videoproiettore DLP è pari a 2048 x 1200 di cui il chip DMD integrato impiega solo 1920 x 1080 pixel, equivalenti alla classica risoluzione Full HD e la vobulazione consente di raggiungere la risoluzione UHD di 3840 x 2160. Presente il nuovo DMD da 0,47″, installato anche sul BenQ W1700, ruota colore RGBRGB volta a limitare l’effetto ‘rainbow’ ma soprattutto abbassare la distanza tra luminanza del bianco e la gamma colori RGB e secondari. Compatibilità massima 2160p/60 Hz.

Installazione

Un pratico coperchio ripara la sezione ottica dalla polvere, l’intero set comandi come detto si trova nella parte superiore, cabinet laccato bianco, solidità e pesantezza lasciano un’ottima sensazione di resistenza nel tempo. I fori presenti sul dorso consentono il pratico ancoraggio a soffitto. Nessuna motorizzazione del blocco ottico, lo zoom è manuale e piuttosto fluido, meno immediato agire sulla vite per il lens shift verticale (+10%), con escursione limitata.

In quest’ultimo caso non essendo previsto il fine corsa ci si rende conto di essere prossimi a esso per l’irrigidimento della rotazione, lasciando comunque l’impressione che un ulteriore mezzo giro possa essere attuato, col rischio però di spanare la filettatura, meglio non provarci e risolvere attraverso la posizione stessa dell’apparato, anche tramite i due piedini posteriori a vite (presente un terzo, centrale anteriore) che abbassano ulteriormente il punto proiezione.

La messa a fuoco agendo sulla ghiera esterna dell’ottica completa la fase di prima installazione. Inoltre si può sempre intervenire all’interno del menù per la correzione trapezoidale e un’ulteriore centratura dell’immagine.

Il telecomando, retroilluminato, ha dimensioni ridotte ma offre quanto necessario per avere a portata di mano il banco set-up e accesso diretto ad aspect ratio, keystone, selezione ingresso, volume, luminosità, contrasto, 3D. 3 banchi memoria (User 1/2/3) in cui impostare numerosi parametri tra cui: pattern di prova, impostazioni colore (CMS), temperatura colore, gamma, sorgente, impostazioni lampada, digital zoom, MHL, gamma dinamica, dynamic black. Nell’insieme il menù on screen è molto scarno ma c’è quanto basta.

Il ‘tiro’ dell’ottica è buono ma non eccezionale per cui occorre capire bene prima dell’acquisto se la collocazione dell’UHD 40 restituirà un’immagine troppo grande o troppo piccola, per esempio per uno schermo con una base di 190 cm la distanza dal punto di proiezione va da minimo 2 mt a un massimo di 2,60 mt. A tal proposito sul sito Optoma è disponibile un pratico calcolatore a questo link, che fornisce indicazioni di massima e come tali vanno considerate, giusto per avere un’idea dell’impegno in termini di distanza/diagonale.

Qualità video e set-up

L’accensione è pressoché immediata e la cosa che abbiamo subito notato è stata la fuoriuscita di luce dalla griglia laterale attraverso cui passa l’aria calda espulsa dal sistema di raffreddamento. Per un apparato entry level non si possono pretendere chissà quali funzioni di gestione dell’immagine: distanza minima 1.2 mt. – massima 8.1 mt, zoom 1.3, focale (mm) 12.81 ~ 16.74.

L’Optoma UHD 40 è in grado di mostrare segnali 4K HDR-10 e niente altro, assente l’HLG che rende impossibile sfruttarlo in ambito broadcast wide color gamut, come per esempio il ricevitore Sky Q, in tal caso la risoluzione resta UHD ma con spazio colore SDR. I preset di fabbrica includono: Cinema, HDR, HDR simulato, Gioco, Riferimento, Luminoso, Utente, 3D e ISF. È possibile intervenire sui colori utilizzando il CMS tridimensionale e una regolazione della scala dei grigi.

Il menù è piuttosto scarno ma è comunque sufficiente per intervenire e risolvere la centratura immagine, eventuale correzione primari e secondari, formato immagine con compatibilità 4:3, gamma SDR e HDR ricordando che alla sezione ‘Immagine’ non è possibile accedere se non quando una fonte è effettivamente connessa all’ingresso HDMI. Le operazioni sono abbastanza semplici anche per chi desiderasse intervenire con una taratura anche solo dei primari.

In ambito SDR occorre scegliere tra Film, Video, Grafica, Standard, 1.8, 2.0, 2.4. Per l’HDR le scelte sono solo 3: Brillante, Standard, Cinema e dettagli. È possibile simulare l’HDR con programmi SDR ma il risultato non è così sorprendente. Si può agire sulla nitidezza dell’immagine attraverso la relativa opzione a 4 livelli ma già superare il primo implica l’innesco di rumore video. Opzionali gli occhiali per la visione di programmi 3D. Fastidiosa la cornice luminosa esterna allo schermo.

Impiego

Elemento di non poco conto la silenziosità dell’UHD 40, dove in modalità economica il livello di rumore si aggira attorno ai 30 dB, salendo a circa 36 dB a piena potenza.

A livello di fluidità l’apparato non dispone di alcuna interpolazione d’immagine con i limiti tipici che vanno a innescarsi nei panning con le consuete vibrazioni. Rispetto all’input lag in modalità gaming abbiamo misurato un valore attorno ai 41 ms, risultando addirittura inferiore rispetto al fratello maggiore UHD 51 che è più vicino ai 60 ms.

Il fantastico Detroit Become Human, game 4K HDR su PS4 Pro

Nonostante non si tratti di un fulmine di guerra la gestione dell’immagine in presenza di programmi anche impegnativi provenienti da console spinte come PS4 Pro o Xbox One X rimane comunque all’interno di margini accettabili, a meno di non essere esigenti e-gamer. Alla prova con Detroit Become Human si sente il desiderio di ulteriore marcatura dei particolari in secondo piano e sui fondali nei passaggi meno luminosi, il contrasto anche stavolta risulta in parte deficitario.

La visione di programmi reference con Digital Intermediate 4K come Blade Runner 2049, Batman vs Superman: Dawn of justice piuttosto che The War – Il pianeta delle scimmie o Wonder Woman offrono uno spettacolo superiore ma il livello di dettaglio e il senso di tridimensionalità dell’immagine sono a tratti più limitati per il livello dei neri, comunque accettabile. In HDR-10 il wide color gamut restituisce maggiore fedeltà cromatica aumentando l’esperienza visiva.

L’interazione col menù e le impostazioni risulta subito faticosa dal momento che il cambio di un parametro piuttosto che dell’ingresso HDMI provoca un black-out di alcuni secondi, rendendo le operazioni poco rapide. Attenzione alle impostazioni rispetto al setup di apparati che consentono di intervenire manualmente su spazio colore/profondità colore come per esempio l’Oppo UDP-203.

In particolare ricordiamo che lo spazio colore 4:2:0 dell’Oppo 203 è supportato unicamente a 50/60 Hz, cambiando la frequenza sul player a 24 Hz l’UHD 40 segnalerà in ingresso un segnale 4:2:2. Da ricordare che è possibile passare al vpr un segnale anche 12 bit 4:4:4 a 24p ma per materiale 60 Hz l’immagine sarà comunque 8 bit 4:2:2.

Preset ‘Luminoso’ aumenta troppo il livello del verde

Rispetto ai 2400 Lumen dichiarati ci si avvicina attorno ai 1900 reali deteriorando però l’uniformità dei colori con una fastidiosa dominante verde, caso contrario in modalità lampada full power non si va oltre i 1100 Lumen, che in economica scendono a circa 770, speravamo qualcosa di più per i programmi HDR che sono già di per se meno luminosi.

Il consiglio è quello di non prevedere comunque una visione oltre i 2,5 mt di schermo per non essere costretti a consumare più rapidamente la lampada ottenendo comunque una resa nel complesso modesta. Anche il contrasto non sorprende viaggiando attorno a 500:1 ANSI, al di sotto delle prestazioni ottenibili con l’Optoma UHD 51.

Preset ‘Cinema’ dopo una veloce taratura, la resa è subito migliorata, 88 cd/m2

Cinema e Riferimento sono gli spazi cromatici più adatti per fruire di programmi pre-registrati 2K/4K su Blu-ray mentre la copertura dello spazio colore rimane attorno al 75% in DCI-P3 e 54% in REC.2020. La calibrazione consente una maggiore fedeltà cromatica a patto di accettare una sensibile riduzione delle cd/m2.

Verdetto

L’Optoma UHD 40 si è rivelato un videoproiettore 4K vobulato entry level adatto per chi fosse desideroso di intraprendere una prima esperienza in Ultra High Definition e gustarsi materiale pre-registrato col vantaggio del wide color gamut statico.

L’assenza dell’HLG – Hybrid Log Gamma rende questo apparato incapace di gestire segnali broadcast con spazio colore esteso (come quelli ricevuti da Sky), non di meno il contrasto è risultato relativamente elevato e anche la gestione della distanza rispetto al punto di proiezione non è così flessibile per via dell’ottica.

Nel complesso la spesa da affrontare è davvero irrisoria per iniziare a vivere l’esperienza del 4K attraverso un videoproiettore adatto a un pubblico tecnologicamente non così esigente.

Per ulteriori informazioni: link diretto alla pagina Optoma per l’UHD 40.

Optoma UHD 40
7 Recensione
Pro
Prezzo eccellente
Qualità immagine 4K HDR-10
Telecomando retroilluminato
Livello rumore 30 dB (Eco)
Due altoparlanti stereo (5 W)
Contro
Menù scarno e poco reattivo
Lens shift verticale limitato
Flessibilità installazione
Contrasto limitato
Cornice luminosa bordo immagine
Manca l'Hybrid Log Gamma
Riepilogo
Pannello: Single 0.47” DMD TRP S450 Chip DLP® Texas Instruments
Risoluzione: 1920 x 1080 (senza attuatore)
Ruota colore: RGBRGB (6 segmenti)
Luminosità massima: 2400 Lumen
HDR: Si (solo HDR-10)
Profondità colore: 10 bit
Connessioni: 1 x HDMI 1.4 / 1 x HDMI 2.0b 4K (HDR), 1 USB 2.0 Type-A, VGA, audio in/out jack 3,5 mm
Rumorosità: 30 dB (Eco)
Consumo: 300 W (max)
Peso/Ingombro: 6,8 Kg /(L x P x A) - 392,6 x 281,6 x 118,4 mm (129 mm con piedini)
Prezzo: 1.300/1.400 euro
Sito del produttore: https://www.optoma.it/product-details/uhd40
Immagine
Funzioni
Costruzione
Audio
Il giudizio di AF

© 2018, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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