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Meccanica CD: come sopravvivere alla liquida

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Audiolab 6000A-6000CDT. Un possibile combo fra sorgente meccanica e ampli integrato tuttofare.

C’è un modo per fare convivere i CD con l’imperante musica liquida ed i vari sistemi full-digital?

Probabilmente la miglior via di compromesso per continuare ad ascoltare i CD in maniera dignitosa, senza svenarsi, si risolve nell’acquisto di una meccanica. Si tratta di una sorgente priva di DAC, con le sole uscite audio digitali sul posteriore. Un sistema di questo tipo è in grado di garantire prestazioni soddisfacenti con i dischi ottici ed è pensato per essere interfacciato con un integrato, o un preampli, dotato di DAC. Dove sta, dunque, il vantaggio? Nella razionalità di utilizzo e nella qualità del prodotto, che a fronte dell’assenza del DAC, può offrire distinti contenuti a medio prezzo. Vediamo cosa offre il mercato.

Non è necessario svenarsi per poter ascoltare degnamente i CD.

Com’è vero che, a livelli hi-end, il CD sia ancora oggi un supporto di sincera qualità, è, allo stesso tempo, da considerare come, con poche centinaia di Euro spese bene, sia già possibile avere una buona sorgente CD.

Come? Tramite una meccanica CD: una sorgente, piuttosto semplice nella costruzione, che integra solamente l’apparato ottico di lettura e le uscite digitali. Queste sono direttamente attaccate alla meccanica di lettura, la quale è sprovvista di DAC per la trasformazione del segnale digitale (quello proveniente dall’ottica) in segnale analogico (da trasportare senza interpolazioni al preamplificatore).


meccanica CD
L’interno, semplice e razionalizzato, della meccanica Audiolab 6000cdt. Ottica e circuiteria, niente d’altro.

Se, però, dovessimo costruire un impianto partendo da zero, ancor più senza possedere alle spalle una corposa collezioni di dischi e dischetti, probabilmente vireremmo verso lo streaming. Questo è il presente ed il futuro, non solo della musica in senso lato, ma anche dell’hi-fi, (a quanto ci viene detto dagli insiders).

Che ruolo dovrebbe, dunque, avere una meccanica, in un sistema full digital?

Fare solo una cosa, ma in maniera ottimale. Alla meccanica CD si chiede solo di riprodurre i nostri dischetti nella migliore qualità possibile, garantendo, in accoppiata ad un DAC degno, un’immagine sonora valida, una timbrica realistica ed una tridimensionalità che, spesso, lascia a desiderare fra i player, e gli streamer (allo stesso modo) di bassa levatura.

Non si contano, però, molte meccaniche CD in circolazione, specialmente in gamma media. Intorno alla cifra €500-600 troviamo due prodotti inglesi in grande competizione ormai da alcuni anni. Soli, a dividersi la clientela.

Stiamo parlando del Cambridge Audio e del suo CXC e del più moderno, e per certi versi, specialistico Audiolab 6000CDT. Purtroppo non abbiamo altri concorrenti in questa fascia per via di un mercato piuttosto risicato in materia di meccaniche e per via di una clientela che spesso gli preferisce un classico lettore CD. Magari leggermente più caro, ma provvisto di DAC interno.

Quello che molti ignorano, però, è come, a parità di prezzo, una meccanica abbia precisi vantaggi circa la qualità dell’ottica di lettura e del case. Fattori che, come abbiamo potuto apprezzare, spesso fanno miracoli rispetto ad un classico cd player.

Se andassimo oltre in quanto a prezzi troveremmo altri prodotti, ma si tratterebbe di sistemi esoterici dal costo sostenuto, come gli Esoteric che, da anni, posseggono un certo monopolio in questi ambiti.

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Esoteric P05S: meccanica CD hi-end. 13.500 Euro. Eccellente macchina, ma decisamente fuori comparativa in questo caso. Il prodotto in questione, però, illustra correttamente l’anormalità del segmento meccaniche CD. Alcuni rappresentanti in gamma media e poi…poco o nulla, a meno di non voler spendere cifre a quattro zeri.

Cambridge vs Audiolab: quale scegliere?

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Cambridge CXC.

Come affermato in precedenza, i due prodotti hanno un solo compito: garantire una lettura precisa e solida. Ecco: entrambi riescono pienamente nell’obiettivo.

Abbiamo avuto modo di ascoltare entrambi i modelli all’interno dello stesso setup (composto da ampli Marantz PM8006 e diffusori MA Silver 200) e non abbiamo apprezzato differenze. Insomma, le loro capacità si equivalgono e, con un buon DAC, sanno concedere prestazioni, soprattutto in quanto a tridimensionalità ed immagine sonora, superiori rispetto ai lettori CD parigrado.

Una menzione va, però, fatta nei riguardi dell’Audiolab. Il suo telaio, più robusto e rigido, dona quel tocco di hi-end, forse, mancante nel collega.

© 2022, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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