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La via italiana all’Hi-Fi: INDIANA LINE

Oggi parliamo di INDIANA LINE, azienda italiana che gli appassionati di lungo corso ricorderanno senza alcun indugio, produttrice di alcuni modelli di diffusori acustici di tutto rispetto, frutto della notevole esperienza accumulata nel tempo.

 

Di nuovo un produttore italiano, un nome storico legato agli anni d‘oro della produzione Hi-Fi, un periodo fertile che ha dato alla luce notevoli esemplari di elettroniche ed elettroacustiche, prodotti che ancora oggi sono perfettamente in grado di dire (spesso urlare) la propria visione del mondo sonoro.

Tra le aziende che all’epoca erano sempre presenti nell’immaginario comune dell’appassionato medio, INDIANA LINE (qui anche l’intervista a Marco Visonà a cura di AFdigitale) non manca all’appello, era, anzi, uno dei primo nomi che venivano in mente insieme alla mai troppo compianta ESB ed RCF, altri notevoli ditte italiane che all’epoca producevano interessantissimi sistemi di diffusione sonora.

C’era anche la DECIBEL – in quel di Brescia, per chi la ricorda – i cui diffusori cilindrici dotati di emissione omnidirezionale (noi italiani non siamo secondi a nessuno) rappresentavano un’ulteriore valida scelta nel comparto delle elettroacustiche di qualità.


La serie maggiormente nota era la HARMONY, in grado di soddisfare le esigenze sia del giovane virgulto alla ricerca di un diffusore per la propria cameretta che l’appassionato con maggiori pretese, necessità che gli esemplari di maggiori dimensioni riuscivano a soddisfare in modo encomiabile.

Seguiva la serie BLUE NOTE, il cui nome derivava proprio dalla nota “sbagliata” tipica del blues che i musicisti di origine afroamericana utilizzavano nelle loro esecuzioni, aspetto questo che caratterizzava la loro proposta musicale, qualcosa che sapete bene essere successivamente diventata addirittura un brand commerciale a causa delle incisioni jazz dell’omonima azienda USA.

In ultimo la serie UTAH – distribuita da INDIANA LINE – realizzata a partire da altoparlanti Made in USA ed espressione del diffusore maggiormente diffuso a quei tempi, ovvero il classico tre vie con l’immancabile woofer da 12”.

Scomparsa per un periodo di tempo abbastanza lungo a causa di alcune vicissitudini commerciali, si è successivamente ripresentata sul mercato con differenti proposte in concreto capaci di coprire abbastanza bene una ben determinata fetta di mercato, vale a dire quella che a partire da modelli piuttosto economici, raggiunge vette qualitative non eccessivamente elevate ma comunque in grado di regalare ampia soddisfazione all’ascolto.

Il modello DIVA 660, attuale top di gamma della omonima serie proposta da INDIANA LINE

 

Il catalogo, infatti, spazia dalle poche centinaia di euro per i modelli di minori pretese fino all’ammiraglia – DIVA 660 – il cui prezzo giace nei dintorni dei 1500 euro; non stiamo quindi parlando di sistemi di riferimento assoluto, ciò non toglie che le qualità oggettive del prodotto siano ben spalmate sull’intera produzione.

Ed in effetti, a partire dalle piccoline della serie TESI – posta alla base del catalogo INDIANA LINE e disponibile in due finiture, vinilica e laccata – passando per la serie NOTA-X ed arrivando alla serie top DIVA, è possibile costruire un sistema stereo oppure 5.1 di qualità notevole senza necessariamente subire un crollo economico.

Non mancano un paio di modelli particolarmente adatti ai giovani, ovvero la DJ 308 e la DJ 310 della serie omonima, caratterizzati da alta dinamica e risposta in frequenza sintonizzata al fine di ottenere una sonorità in linea con i gusti musicali più energetici.

E nemmeno i subwoofer sono dimenticati, ove la linea denominata BASSO – un nome abbastanza programmatico – offre un paio di modelli di ottime prestazioni.

Il modello DJ-310: tre vie in bass reflex dotato di woofer da 275 mm

 

Ovviamente la realizzazione è di origine cinese – e dati i costi non potrebbe essere diversamente – ma questo deve essere letto nella migliore accezione del termine, perché sapete bene che il made in China non è affatto tutto uguale, sono invero notevoli le differenze riscontrabili esaminando bene i prodotti.

I cabinet delle varie serie vantano finiture più che adeguate al loro lignaggio: dal vinile simile al legno della serie base alle laccature di ottimo livello della serie di maggior pregio e costo, non è davvero possibile lamentare alcunché.

In relazione ai prezzi già evidenziati – concorrenziali se vogliamo – stante anche l’indubbia qualità degli altoparlanti utilizzati la cui tecnologia prestazionale appare opportunamente suddivisa per categoria, lo standard costruttivo è quello al momento più gettonato dai designer: la classica colonna di dimensioni sottili più sviluppata in profondità che in larghezza, d’altronde il volume deve pur essere recuperato in qualche modo.

È quindi possibile – in ambito HT – assemblare un sistema di costo non eccessivo ma dalle ottime qualità sonore ed estetiche, il che non guasta affatto, soprattutto in riferimento al fattore WAF, notoriamente in contrasto con ingombri eccessivi o morfologie eccessivamente personali.

A livello sonoro, la cifra stilistica generale dei vari modelli INDIANA LINE prevede una timbrica il più possibile priva di eccessive asperità, con basse frequenze crescenti in virtù dei modelli ed ovviamente delle dimensioni, ove il modello di maggiori dimensioni – la DIVA 660 – risolve in modo egregio le aspettative di un ascoltatore esigente, ovviamente senza esagerare, come detto non stiamo parlando di diffusori di riferimento assoluto.

Questo non significa affatto che non possano essere utilizzate anche in impianti di qualche pretesa, anzi, una scelta ben ponderata delle elettroniche costituenti il resto del sistema, può portare alla formazione di un impianto potenzialmente in grado di dare parecchia soddisfazione al suo proprietario.

Come al solito, ottimi ascolti!!!

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