Il Music Complex Seoul è un santuario analogico con oltre 20.000 vinili e 50 postazioni d’ascolto. Un’esperienza meditativa che in Italia manca e che potrebbe fare un gran bene… soprattutto ai giovani
Spulciando tra i forum di appassionati di hi-fi, ho scoperto che a Seoul c’è un luogo che sta ridefinendo il concetto di ascolto musicale trasformandolo in un’esperienza meditativa, intima e di altissima qualità. Si chiama Music Complex Seoul ed è un vero e proprio santuario dell’analogico che chiunque abbia a cuore il calore e la tangibilità del vinile dovrebbe assolutamente visitare nel caso si trovasse nella capitale sudocoreana.
Immaginate di entrare in un elegante spazio caratterizzato da tonalità di rosso intenso e nero, dove l’aria è pervasa da un silenzio quasi reverenziale, rotto solo dal fruscio delicato di una puntina. Il Music Complex Seoul, situato nel complesso culturale Anyoung Insadong (ma con una sede anche a Busan), è il più grande “LP cafe” della Corea, un punto di ritrovo per la generazione MZ (Millennials e Gen Z) e per i veterani dell’analogico che ospita oltre 50 postazioni di ascolto.

Quello che rende questo luogo così speciale sono i dettagli. Le pareti sono rivestite da mensole che ospitano una collezione impressionante di oltre 20.000 vinili che spaziano in ogni genere, dal jazz al rock classico, dalla musica elettronica alle colonne sonore. Gli avventori sono invitati a “scavare” (il sacro verbo del digging) e a scegliere il disco perfetto per il loro momento.

Ogni postazione, che sia per un singolo o per una coppia, è dotata di un giradischi Audio-Technica e di cuffie di alta qualità. L’ascolto non è collettivo, ma totalmente personalizzato e immersivo. Si sceglie il disco, lo si mette sul piatto e ci si immerge nel suono, senza interferenze esterne. Il complesso, aperto tutti i giorni fino a mezzanotte, ospita anche un bar e persino una saletta privata per un’esperienza di ascolto ancora più intima.
E qui arriviamo al punto dolente per noi appassionati italiani. Mentre in Corea del Sud (senza dimenticare i Meikyoku Kissa giapponesi) il vinile sta vivendo una vera e propria età dell’oro, supportata da spazi come questo che ne celebrano la ritualità, in Italia il panorama è ancora frammentato. Certo, esistono listening bar anche molto frequentati, negozi di dischi storici (sempre meno, purtroppo) e fiere del vinile, ma manca un “Music Complex” tricolore con queste specifiche caratteristiche e dimensioni.

Cosa ci vorrebbe? Un luogo che non sia solo un negozio, ma un centro culturale dell’ascolto. Un grande spazio che possa ospitare migliaia di dischi e decine di postazioni di ascolto, pensato per l’ascolto individuale (ma non solo) e in alta fedeltà che inviti al silenzio e alla concentrazione, permettendo di far conoscere anche ai più giovani una fruizione della musica più intima e incentrata sulla passione per il supporto fisico.
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