Sonos licenzierà il 12% della sua forza lavoro globale a causa della pandemia di COVID-19. E si parla di un possibile interesse da parte di Apple
Sonos, che lo scorso anno ha proposto il suo primo smart speaker portatile Bluetooth (Move) e che alcune settimane fa ha portato sul mercato la sua prima soundbar Dolby Atmos (Arc), licenzierà il 12% della sua forza lavoro globale e chiuderà il suo negozio di New York a causa di “incertezze e sfide derivanti dalla pandemia di COVID-19”. Il colosso americano degli smart speaker, nonché il brand che di fatto ha dato vita al fenomeno dei sistemi casalinghi multi-room, chiuderà anche sei uffici satellite secondo un documento depositato presso la Securities and Exchange Commission americana.
Il CEO di Sonos, Patrick Spence, subirà una riduzione del 20% dello stipendio da luglio a fine anno, mentre altri alti dirigenti hanno concordato una riduzione salariale del 20% da luglio a settembre. “La pandemia e il conseguente impatto economico ci hanno portato a dover fare alcune scelte difficili, tra cui riduzioni della nostra forza lavoro, e la chiusura di alcuni dei nostri uffici più piccoli e il nostro store a New York”, ha dichiarato Spence al sito The Verge. “Questi cambiamenti sono necessari per emergere da questo difficile periodo e per essere pronti a sfruttare le opportunità che vedremo in futuro. “
Una notizia sicuramente spiacevole (soprattutto per i dipendenti coinvolti dai licenziamenti) ma che non arriva come un fulmine a ciel sereno, considerando che già a maggio Sonos aveva annunciato che avrebbe intrapreso una spending review nel tentativo di “restringere” i costi operativi e “preservare la liquidità”. Si stima che la compagnia abbia circa 1450 dipendenti, ma non si ha notizia ufficiale su quando inizierà il processo di licenziamento o su chi sarà interessato.
La notizia ha avuto come riflesso il ritorno di alcune voci di corridoio secondo cui Apple potrebbe acquisire Sonos, che a questo punto appare chiaramente come un produttore in difficoltà (e va poi aggiunto l’aspro contrasto legale con Google ancora in corso per questioni di brevetti). In effetti, un report del 22 giugno pubblicato dall’esperto di investimenti Andrew Left di Citron Research, sosteneva che un “acquisizione” guidata da Apple fosse “probabile” e che avrebbe potuto aiutare Apple a ottenere un vantaggio rispetto ai rivali Amazon e Google nel mercato sempre più in espansione degli smart speaker. Le azioni di Sonos sono aumentate del 22% sulla scia del report di Left, ma finora Apple non ha rilasciato alcun commento.
Considerando che l’HomePod non è stato quel successo in cui Cupertino forse sperava tra un prezzo elevato e una piattaforma molto “chiusa”, acquisire un brand come Sonos potrebbe dare ad Apple una marcia in più importantissima nel mercato dell’audio casalingo, dove la società di Tim Cook è in effetti ancora molto debole. E non ci riferiamo solo agli smart speaker di Sonos, ma anche ai prodotti per l’Home Theater (le soundbar Arc e Beam e il subwoofer Sub), settore in cui Apple non offre nemmeno un prodotto ma in cui potrebbe voler entrare anche per tutto il discorso legato ad Apple TV e Apple TV+.
Certo, dopo l’acquisizione di Beats Audio nel 2014 per 2,5 miliardi di dollari, quella di Sonos sarebbe un’operazione da non prendere alla leggera per Apple, che però continua ad acquisire aziende tech con una continuità impressionante e che, dopo il successo clamoroso dei vari modelli di AirPods (e non dimentichiamo le imminenti cuffie over-ear), non vedrebbe certo di cattivo occhio la possibilità di sfruttare un brand forte come Sonos per imporsi nel mercato dell’audio casalingo di qualità.
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