Viaggio attraverso cinque album iconici del Southern Rock, ai vertici per stile e identità.
Il rock americano non potrebbe dirsi tale senza l’essenziale apporto del Southern Rock, uno stile plasmato su blues rock, country e bluegrass.
Negli anni ‘70 molte band Southern raggiunsero il vertice, e questa musica fu la vibrante risposta culturale della Dixieland al rock inglese.
Cerchiamo, quindi, di stilare una classifica dei cinque migliori album Southern Rock prestando attenzione alla loro originalità stilistica nell’intendere questo genere così legato al pride sudista.
- FLIRTIN WITH DISASTER, MOLLY HATCHET (1979): hard driving southern rock
Hell yeah, come gridava Danny Joe Brown. Ed è tutto un programma: i Molly Hatchet trasfigurarono il Southern a suon di hard and heavy. In questo album l’energia e l’irruenza straripano con una foga prima mai avvistata. Da ricordare l’eponima canzone, la irosa Whiskey man e soprattutto la rigurgitante Boogie no More: quale vigoria, quale tecnica!
Il growl di Brown e poi le tre chitarre: la tecnica di Holland, quella tiratissima di Roland ed infine lo slide indemoniato di Hlubek.
Una corsa parossistica, una jam session che mai perde di carisma e tecnica.
- OUTLAWS (1975): flame guitar e voci toccanti, fragore e poesia
La Florida Guitar Army: le tre chitarre di Thomasson, Jones e Paul. Il loro primo disco possiede alcuni assoluti cult del Southern Rock. Si noti la stupefacente miscela di country, hard-driving rock ed un soft rock che si ispira al meglio degli Eagles. Si ascolti il triplo attacco di chitarra di Song for You, Green Grass and High Tides, una delle più grandi guitar song, e la struggente It Follows from Your Heart dell’indimenticabile Billy Jones. Uomo tormentato fino alla fine, compose le canzoni più toccanti degli Outlaws.
Il cuore inquieto del Southern.
- MARSHALL TUCKER BAND (1973): progressive, jazz e fusion-rock.
I Marshall Tucker si distinguono per un raffinatissimo fusion fra Southern Rock, jazz e country. Nella loro vastissima produzione, che percorre 50 anni di musica, vi sono ottimi dischi ma è l’eponimo ad esprimere al meglio il loro mai più replicato southern progressive rock. Su tutte, da ricordare il jazzing rock n’roll di Ramblin, la malinconica Can’t You See, cantata dal compianto Toy Caldwell e la road song Take the Highway.
- EAT A PEACH, ALLMAN BROTHERS BAND (1972): il Southern si impone a livello internazionale
I fondatori di un genere, gli iniziatori di una stirpe: gli Allman Brothers.
Eat a Peach è un album superbo, mezzo studio e mezzo live. Nel mezzo della registrazione, la band fu piagata dalla scomparsa di Duane Allman, chitarrista fra i più importanti della storia, ma il disco fu comunque la prova che consacrò finalmente la band di Macon. La slow ballad Melissa emoziona con la voce tormentosa di Gregg, mentre la trascinante chitarra di Betts in Blue sky completa la prova, forse, più alta di questa leggendaria band.
- ONE MORE FROM THE ROAD, LYNYRD SKYNYRD (1976): il live della leggenda, i re del Southern
Questo capolavoro live del 1976 è una pietra miliare del Southern Rock e rese questa band un dogma del rock USA. Dopo appena un anno, infatti, il terribile incidente aereo che pose fine al loro volo.
I Lynyrd si presentarono con una delle migliori formazioni di sempre e con l’estro del nuovo acquisto, il geniale chitarrista Steve Gaines.
Si disse che il leader Ronnie Van Zant guidasse la band come Stalin con l’Unione Sovietica ed, infatti, la prestazione è da olimpo del live rock.
L’eterna Sweet Home Alabama; la straziante Tuesday’s Gone, la strafottente Workin for MCA; la poderosa jam T for Texas. Infine l’apoteosi del rock americano, Freebird, con una classe insuperabile e senza tempo.
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