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SUBWOOFER: DUBBI, DELUSIONI ED INCERTEZZE

Non è poi così raro rimanere delusi dal nuovo acquisto, soprattutto quando a causa di una conoscenza non proprio esaustiva di un argomento si creano aspettative che finiscono frustrate. Uno dei dispositivi maggiormente coinvolti in questa seccante situazione – e già destinatario in passato di alterne fortune – è il subwoofer, un diffusore particolare cui si ascrivono spesso doti fin quasi miracolose in ordine alla gestione delle basse frequenze, peccato che si debba fare i conti con alcuni aspetti talora mal gestiti e/o addirittura ignorati.

Un “piccolo” subwoofer da 33 pollici

Qualche tempo fa, un amico appassionato di alta fedeltà mi chiese un consiglio sull’aggiunta di un subwoofer nel proprio sistema: vorrei incrementare un po’ il livello delle basse frequenze – mi disse, reputando tale dispositivo adatto allo scopo – e credo che un subwoofer possa risolvere.

Fu in quel momento che mi resi conto di quanta dannata confusione esista in merito a questo diffusore, troppo spesso visto come qualcosa che aggiunge corpo e sostanza in bassa frequenza a prescindere, ovvero pur in assenza di determinate frequenze nel programma musicale che decidiamo di ascoltare.

Mi spiego meglio.


SUBWOOFER: LIMITI ED ASPETTATIVE

Ipotizzando di possedere dei diffusori che dichiarino un minimo di risposta in frequenza lato basse di 60Hz (-3dB) è palese che tutto ciò che si trova al di sotto di questo limite non possa essere riprodotto dai suddetti in maniera sostanziosa, giusto? Bene, volendo aggiungere – ovvero ampliare – la risposta in frequenza del predetto sistema abbiamo due possibilità: sostituirli con qualcosa di maggiormente performante oppure inserire un subwoofer, ove entrambe le cose portano ad una riproduzione più estesa della gamma di frequenze.

Ecco, soprattutto con l’inserimento del subwoofer nascono problemi ben maggiori che con la semplice (?) sostituzione dei diffusori, cerchiamo allora di comprendere il perché.

Uno degli errori cui puntualmente ricadono molti appassionati allorquando decidono di inserire un subwoofer nel loro sistema di diffusione nasce dalla considerazione – assolutamente errata – che questo goda di vita propria, ovvero che irrobustisca la parte bassa dello spettro sonoro sempre e comunque. In altre parole, ci si convince che se prima la risposta era 60Hz/20KHz – come ipotizzato in precedenza – con un sub che risponda a partire per ipotesi dai 20Hz, improvvisamente la risposta del sistema si trasformi in un bel 20Hz/20KHz.

Chiaramente, seppure sulla carta possa anche essere effettivamente così, le cose in realtà sono abbastanza differenti, perché come scritto qualche riga sopra un subwoofer non genera autonomamente frequenze basse – e se lo facesse non si chiamerebbe così ma prenderebbe il nome di generatore di sub-armoniche – in compenso, quando effettivamente presenti, ve le farà sentire, diversamente resterà muto. Ed è così che la cosa funziona correttamente!

Dando in pasto al nostro sistema audio un programma musicale il cui spettro includa frequenze basse a partire dai 30Hz – mentre nel caso dei soli diffusori citati quale esempio non potremmo udirle (ricordate? il sistema “riproduce” dai 60Hz in su) – l’inserimento del subwoofer le renderà invece perfettamente udibili essendo questo particolare diffusore progettato per riprodurre, appunto, tali ambiti di frequenza. Suppongo sia chiaro che se nel programma queste frequenze sono assenti – e può benissimo capitare – non ci sarà modo alcuno di sentire qualcosa che, molto semplicemente, non c’è.

So che sembra ovvio ma non deve esserlo più di tanto, diversamente non si spiegherebbero determinate affermazioni da parte di taluni appassionati.

SUBWOOFER: L’IMPORTANZA DI UN CORRETTO INTERFACCIAMENTO CON I SATELLITI

Allo scopo di favorire coloro che stessero pensando di munirsi di codesto interessante dispositivo, forniamo di seguito qualche consiglio sulle operazioni da eseguire al fine di inserire al meglio un subwoofer nel proprio impianto. Nel precedente paragrafo abbiamo visto cosa è lecito attendersi – e cosa NON attendersi – da questo caratteristico diffusore, soprattutto appare necessario comprendere cosa sia possibile ottenere in concreto quanto a miglioramenti della riproduzione, ovvero evitare voli pindarici ed inopportune fantasie.

L’aggiunta di un subwoofer in un preesistente sistema di diffusione non può e non deve essere fatta alla leggera, il rischio di ottenere scarsi risultati è sempre presente e solo la consapevolezza di ciò che si mette in atto durante il setup ci eviterà cocenti delusioni.

Tanto per proseguire nel solco tracciato un precedenza, supponiamo allora di voler accoppiare un sub ai nostri diffusori che come ormai sapete – per limiti intrinseci – non riescono a riprodurre la gamma al di sotto dei 60Hz. Le operazioni da fare – a parte l’apertura dell’imballo del nuovo arrivato off course – non sono molto difficili, ma per essere eseguite al meglio richiedono l’utilizzo di un fonometro (oppure di un App che ne svolga le funzioni, ve ne sono parecchie nei vari store) e di qualche segnale/traccia test; quest’ultima può essere reperita su uno degli innumerevoli siti di generazione online di segnali test – qui potete leggere qualcosa – oppure anch’essa generata tramite specifica App.

Bene, una volta in possesso delle giuste armi possiamo iniziare.

SUBWOOFER: L’UNIONE FA LA FORZA

Se vi siete letti qualcuno dei numerosi articoli dedicati al subwoofer recentemente pubblicati – inclusi alcuni dei suggerimenti di acquisto – siete a conoscenza che molteplici sono le possibilità di connessione normalmente implementate. Logico quindi che collegare il dispositivo all’amplificatore sia il primo passo, fatto il quale cercheremo di creare la migliore unione tra questo ed i satelliti mediante l’uso dei citati segnali test.

Un tipico pannello posteriore di un subwoofer: la freccia indica il controllo adibito alla scelta del punto di incrocio. Visibile anche il “Gain”, ovvero il regolatore del guadagno (volume).

Per cui, a collegamento effettuato, ecco di seguito i passi da compiere al fine di ottenere un corretto interfacciamento:

  1. Posizionare in corrispondenza del punto di ascolto il fonometro (oppure lo smartphone sul quale avrete scaricato l’App facente le medesime funzioni) possibilmente alla stessa altezza delle vostre orecchie. L’uso di un piccolo supporto non sarebbe male;
  2. Riprodurre una sinusoide avente frequenza di 80Hz tramite i soli diffusori alzando il volume dell’amplificatore fino ad ottenere un livello di 65/70 dB, valore che può apparire basso ma vi assicuro non lo è affatto e con i successivi ascolti ne avrete la prova;
  3. Escludere i diffusori, porre il comando di regolazione della frequenza di taglio del sub a 100Hz – in tal modo avrete la certezza che la sinusoide sarà riprodotta senza alcuna attenuazione – e riprodurre il tono test mediante il solo subwoofer portando il livello di emissione al medesimo valore dei satelliti tramite lo specifico potenziometro di cui esso è dotato;
  4. Interrompere il segnale test ed invertire la fase del sub su -180° senza toccare altro;
  5. Riprodurre di nuovo il segnale test attraverso i satelliti ed il subwoofer e……..notare l’effetto che fa!

Se tutto è andato per il giusto verso, teoria vorrebbe che non si senta nulla a causa del fatto che sub e satelliti emettono la medesima frequenza allo stesso livello ma in controfase, contesto che genera interferenza distruttiva col pratico annullamento del suono per cancellazione totale; in realtà, a causa di frequenze spurie generatesi dalle riflessioni ambientali (inevitabili purtroppo) potreste comunque udire il tono test ma ad un volume fortemente ridotto. Non preoccupatevi, va bene così!

A questo punto, avrete parificato i livelli di emissione affinché non vi siano eccessive differenze, evitando in tale modo indebite sovraesposizioni.

Circa la frequenza di incrocio col sistema principale di diffusione, la teoria vorrebbe che questo fosse posto nel punto in cui i diffusori dichiarano i -3dB, per la precisione 10Hz al di sopra di questo. Nel presente caso abbiamo supposto che i diffusori abbiano i 60Hz a -3dB ragione per cui – terminato il test di interfacciamento – sarà bene porre il comando in corrispondenza dei 70Hz.

Ovviamente, prima di proseguire oltre, non dimenticate di ripristinare la fase del subwoofer considerando che quanto suggerito, in tutta evidenza, si basa su un inserimento ambientale del dispositivo che abbia senso, come a dire che se lo posizionate sopra ad un armadio è perfettamente inutile che vi diate tanto da fare.

SUBWOOFER: ULTERIORI CONSIGLI PER RISULTATI SODDISFACENTI E CONCRETI

Ottimizzato l’inserimento del subwoofer nel vostro sistema, vediamo cosa (finalmente!) avremo ottenuto di oggettivo: certamente, da questo momento sarete in grado di ascoltare tutte quelle frequenze che prima non potevate sentire per i citati limiti dei diffusori. Oltre a questo, che già non è poco, avrete altresì ottenuto uno spontaneo lieve aumento del grave a causa della sovrapposizione di emissione dovuta all’incrocio tra i due sistemi  – che come ricorderete nel caso ipotizzato avviene a 70Hz – incremento che vale circa 2/3 dB, ragione per cui l’emissione in basso ne uscirà già lievemente rinforzata, di poco ma è già qualcosa. Considerate, inoltre, che stiamo ragionando per numeri secchi, per cui non fissatevi in modo rigido su certi valori, li ho indicati a scopo esplicativo ma è logico che nella realtà qualcosa può differire a causa di immancabili imprecisioni dell’elettronica.

Sfruttando poi il controllo di livello del subwoofer, ed ovviamente la notevole potenza che di solito vantano questi dispositivi, potrete regolare la sua emissione in funzione dei vostri gusti/esigenze conferendo alla parte bassa dello spettro il peso da voi giudicato più idoneo: non c’è assolutamente nulla di male in questo!

IN CONCLUSIONE

Per ovvie ragioni di spazio – pur essendo il discorso intuibilmente espandibile – non è possibile dilungarsi eccessivamente sull’argomento, e sebbene i suggerimenti forniti siano più che sufficienti per un’ottimale installazione/inserimento/integrazione di un subwoofer nell’ambito di un preesistente sistema di diffusione sonora, sarà cura dell’appassionato provvedere ai micro aggiustamenti eventualmente necessari.

Logicamente, come spiegato (comprensibilmente si spera) nel corpo del presente articolo, avrete capito che le prestazioni di un subwoofer dipendono in larga parte da come se ne effettua l’integrazione nell’attuale sistema di diffusione sonora, ed ovviamente, va assolutamente evitata qualsiasi forma di approssimazione pena lo scadere immediato delle performance, aspetto che condurrà inevitabilmente a delusione certa, sia in ordine all’investimento economico sostenuto che alle prestazioni attese.

Come sempre, ottimi ascolti!!!

© 2021, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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