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Un ottimo sistema di streaming audio sotto i 1500 euro? Si può fare

streaming audio

Dopo il sistema di streaming audio di fascia premium consigliato nei giorni scorsi, scendiamo un po’ di prezzo senza però sacrificare troppo le prestazioni.

Se alcuni giorni fa vi abbiamo proposto un sistema per lo streaming audio di fascia premium, oggi vogliamo scendere molto con il prezzo e proporvi un secondo set-up per una spesa di circa 1350 euro. Un budget comunque importante per iniziare a godervi  in modo già soddisfacente lo streaming audio (anche hi-res naturalmente), pratica che, in modo diametralmente opposto al revival dei vinili, consente di abbandonare una volta per tutte il supporto audio fisico e avere in cambio milioni di brani sempre a disposizione e gestibili con un solo telecomando o un’app per smartphone.

Certo, il fascino del vinile (e molto meno quello del CD) non si discute, ma a volte la quantità e la praticità sono più importanti di tutto e comunque nulla vi impedisce di partire da questo sistema e aggiungervi successivamente un lettore CD o un giradischi.

Arcam’s rPlay

Arcam rPlay ([amazon_textlink asin=’B01N9VFQUC’ text=’479 euro su Amazon.it’ template=’ProductLink’ store=’ad04f-21′ marketplace=’IT’ link_id=’6a0f7a7f-09c4-11e9-871e-ff0decd8f89a’]) non è il primo dispositivo della serie r proposto dal produttore britannico (abbiamo già visto l’rHead, l’irDAC-II e l’rPhono), ma è il più recente e si tratta di una piccola “scatolina” che può trasformare anche i sistemi più tradizionali in un centro di streaming audio plug-and-play estremamente comodo e versatile.


Arcam rPlay

Questo grazie alla piattaforma di streaming DTS PlayFi integrata anche in alcuni prodotti di Pioneer, Onkyo, Rotel e McIntosh. Una piattaforma che permette di streammare audio wireless (anche non compresso) creando una rete per la condivisione di musica dalle sorgenti ai dispositivi certificati come speaker attivi, docking e sistemi audio. DTS PlayFi supporta inoltre servizi ormai diffusissimi come Amazon Music, Tidal, Spotify, Napster, Qobuz e Deezer, internet radio, Apple Airplay e lo streaming audio da NAS sulla stessa rete. Insomma, si può fare praticamente tutto, anche se l’assenza del Bluetooth ha un certo peso nel complesso.

Scaricando l’app DTS PlayFi (rPlay è privo di telecomando), si controlla l’intero sistema ed è possibile anche streammare audio fino a otto dispositivi connessi alla stessa rete, in modo da ottenere un vero e proprio setup multi-room. Il tutto funziona davvero bene e DTS PlayFi si è dimostrata una piattaforma stabile, veloce e facile da utilizzare, mostrando solo qualche piccola incertezza nel browsing iniziale della nostra libreria musicale ospitata su un NAS Qnap.

Nulla di drammatico comunque e anche l’interazione con i vari servizi di streaming è stata impeccabile. Arcam rPlay supporta file PCM fino a 24-bit/192kHz e l’app di DTS PlayFi offre una modalità chiamata Critical Listening che permette lo streaming nativo fino a 192kHz senza effettuare alcun downsampling.

Arcam rPlay

Naturalmente la connessione più facile e immediata rimane quella Wi-Fi (qui supportato fino allo standard n), anche se tramite Ethernet i risultati offrono inevitabilmente una maggior stabilità. In tipico stile Arcam si è fatta molta attenzione all’architettura interna con lo scopo di ridurre rumore e distorsione. Troviamo infatti un circuito ottimizzato che integra uno stampato a quattro strati per ridurre le interferenze, insieme a stadi di alimentazione a basso rumore per la riduzione del jitter.

Marantz PM6006 UK Edition

Scelto lo streamer, tocca all’amplificatore e, con una spesa di circa 400 euro su eBay, la nostra scelta è caduta sul Marantz PM6006 UK Edition, versione potenziata del già ottimo PM6006 vincitore di numerosi premi di categoria. Esteriormente la UK Edition sembra quasi identica all’originale, a parte qualche elemento aggiuntivo. Il pannello posteriore ospita cinque ingressi analogici RCA, uno coassiale e due ottici, terminali per due coppie di diffusori e un loop per la registrazione.

Aspettatevi una prestazione tipicamente Marantz, ovvero corposa, focalizzata e con un sacco di dettaglio. La musicalità è uno dei punti di forza del PM6006: il bilanciamento è uniforme e il palcoscenico sonoro sufficientemente ampio. Ma ancora di più, la sua sicurezza dinamica e la gestione ritmica degli strumenti ne fanno una gemma nella fascia media del mercato.

 

C’è una certa fluidità fra le trame strumentali, ma anche abbastanza punch e spinta per attirare l’attenzione, con l’acuto senso del timing accentuato da una gamma dinamica che si adatta alle note principali e ai ritmi ausiliari. I talenti del PM6006 sono inoltre tali da superare molti amplificatori più costosi. Il DAC integrato conserva gran parte dei dettagli che sentiamo attraverso gli ingressi analogici, anche se con un collegamento digitale il sound un po’ di corpo e calore naturale. Questa UK Edition è in linea con il modello base, solo con un po’ più attenzione e dettagli e forse un tocco in più di alta fedeltà.

Mission QX-2

Per completare questo sistema, tutto ciò di cui abbiamo bisogno è una coppia di diffusori a basso-medio budget. [amazon_textlink asin=’B079S5KNTG’ text=’Con 479 euro su Amazon.it’ template=’ProductLink’ store=’ad04f-21′ marketplace=’IT’ link_id=’e01c1e9c-09c4-11e9-ae27-0776fe402fa4′] potete portarvi a casa i Mission QX-2, che si collocano a metà strada tra modelli ancor più economici come gli ottimi Monitor Audio Bronze 2 (370 euro) e i KEF Q350 e Dynaudio Emit 10 (entrambi compresi tra i 550 e i 600 euro).

La prima cosa che notiamo quando togliamo i Mission QX-2 dalla confezione sono le loro proporzioni inusuali. A 32 cm di altezza e con una profondità quasi identica, non sono diffusori particolarmente compatti e richiedono anzi stand con piastre sufficientemente grandi per poterli reggere in tutta sicurezza. Mission si è poi sforzata di rendere i QX-2 dei diffusori distintivi e pensiamo che ci sia riuscita. Viene infatti utilizzato il tweeter tradizionale della compagnia posto al di sotto del driver per i medio-bassi, configurazione che ha il vantaggio di rendere più uniforme la distanza tra i centri acustici di entrambi i driver e l’ascoltatore, offrendo così un suono più coerente.

Mission XQ-2

La contropressione dal diaframma viene scaricata in una cavità posteriore gemella, riducendo la risonanza e mantenendo un’ampia larghezza di banda operativa. Il driver per i medio-bassi da 15cm è dotato del sistema Mission DiaDrive, con un cono curvilineo privo di cucitura e una miscela di polpa morbida e fibra acrilica appositamente progettata per chiarezza e lucidità di medio raggio. Il sostegno del cono frontale curvilineo è un supporto rigido e conico con un’area di contatto aumentata con la bobina mobile per un elevato impatto transitorio, mentre il rivestimento dell’unità motrice e le viti di fissaggio sono nascoste in modo intelligente dietro a questo design, che conferisce un aspetto caratteristico al frontale del diffusore.

Una porta reflex con slot posteriore viene utilizzata per aumentare l’uscita a bassa frequenza dei medio-bassi. La sua posizione nella parte posteriore del cabinet significa che i QX-2 funzionano meglio se hanno un po’ di spazio per respirare, piuttosto che essere spinti contro una parete posteriore. Decidiamo così di mettere i diffusori a circa 80 cm dalla parete nella nostra sala d’ascolto, ma suggeriamo di iniziare a 40 cm e di regolare eventualmente il posizionamento partendo da questa distanza. Si tratta d’altronde del solito compromesso tra peso/qualità dei bassi e immagine stereo.

Mission QX-2

Questi Mission ci sono piaciuti fin da subito. Sono infatti diffusori divertenti da ascoltare e hanno un carattere energico e sfrontato che cattura immediatamente l’ascoltatore e si rifiuta di lasciarlo andare. Iniziamo con Can Not Hold Us di Macklemore e Ryan Lewis e i QX-2 si dilettano nel sottolineare l’andamento inarrestabile della canzone, offrendo molta agilità e intuizione ritmica. C’è il giusto impatto in quella linea di basso che batte e pulsa con una quantità impressionante di spinta. Le note basse sono fornite con vigore e con una quantità sorprendente di peso per un diffusore di queste dimensioni. Ci piace anche il modo in cui i QX-2 si comportano a livello di timing, restituendo il ritmo della canzone con molta verve.

Sono inoltre diffusori “felici” di suonare a basso e ad alto volume. Potrebbe sembrare strano, ma molti diffusori perdono troppo della loro vivacità a bassi volumi o si induriscono se vengono spinti oltre un certo volume. Questi Mission invece evitano entrambe le carenze con un risultato inaspettato e quindi ancor più piacevole.

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© 2020, AF Digitale. Tutti i prodotti sono stati provati nelle apposite sale di ascolto e di visione di What HiFi e Stuff.tv dal team editoriale con sede nel Regno Unito.

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