La saga videoludica di Warcraft non sfigura al suo battesimo cinematografico, mentre ci aspettavamo qualcosa di più dalla versione Ultra HD.
Il mondo degli orchi sta morendo, consumato dalla “magia” impiegata dallo stregone Gul’dan, che prosciuga l’energia degli esseri viventi donando però incredibile forza e poteri ai guerrieri dell’orda. Per sopravvivere l’orda è costretta a far aprire dallo stregone un portale magico per invadere Azeroth, il regno degli umani, che da anni vivono in pace e prosperità sotto la guida di Re Llane. Lo scontro tra le due razze appare inevitabile e tutto a svantaggio degli umani, ma uno dei capi clan dell’orda, Durotan è convinto che l’infauto destino del mondo degli orchi sia dovuto all’albuso della magia da parte di Gul’dan. Per fermarlo, cercherà di stringere un patto con gli umani, in particolare col fido guerriero del re, Lothar. Anche nello schieramento degli umani tuttavia non tutti giocano la partita a carte scoperte, con conseguenze nefaste per il patto tra i due schieramenti.
Con un gran numero di personaggi inizialmente ben poco carismatici e una computer grafica imperante e di primo acchito straniante, l’incipit di Wacraft – L’inizio non fa presagire nulla di buono, ossia il classico adattamento videoludico per soli aficionados del franchise in questione. Invece Duncan Jones (regista di Moon e Source Code…nonchè figlio di David Bowie) dimostra di sapersela cavare anche con un roboante blockbuster “da nerd” e riesce nella difficile impresa di infondere personalità a creature digitali non propriamente accattivanti e saper discostare almeno in parte la trama dagli sviluppi triti e ritriti del cinema fantasy recente. Non sarà un capolavoro, ma alla fine viene voglia di trascorrere altro tempo in questi mondi con questi personaggi e grazie agli incassi ottenuti in Cina (in USA invece è andato malissimo) pare proprio che la battaglia possa continuare.
VIDEO
AUDIO
Sul fronte audio nulla è cambiato (purtroppo) rispetto al Blu-ray. Per un film dal sonoro così spettacolare è davvero mortificante doversi accontentare di un misero Dolby Digital 5.1 per la traccia italiana che, spettacolare e ben fatta quanto si vuole, non può competere in nessun modo con la potenza e il dettaglio espresso dalla versione inglese in Dolby Atmos. Nel nostro idioma non manca nulla a livello di mixing che possa fare la felicità dell’ appasionato: panning fronte/retro precisi, canale LFE in gran spolvero, robusta resa dei dialoghi e coinvolgimento alle stelle. Peccato che passare alla traccia inglese metta in luce quanto in realtà la nostra versione risulti limitata dalla codifica da DVD. In Dolby Atmos il messaggio sonoro è più cristallino, i canali aggiuntivi ricostruiscono meglio la scena sonora e “la botta” è semplicemente diversa.
EXTRA
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