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musica italiana hifi: tre gemme da ascoltare

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Il Banco, Io sono nato libero, Ricordi 1973

Hifi e musica italiana: ci avete mai pensato? Non capita spesso, infatti, di utilizzare massicciamente produzioni nostrane su impianti di alta fedeltà. Forse per via di produzioni discografiche non sempre eccellenti, o per via di un repertorio non così proteso, soprattutto dagli anni Ottanta in poi, a garantire generi musicali così aderenti alle aspettative degli appassionati audiofili. Spesso, però, dietro a queste affermazioni si cela un preconcetto. Anche il nostro Paese, al fianco di una produzione musicale che ha fatto storia, possiede dei dischi capaci di prestazioni eccellenti in ambito audiofilo. Per questo, vi proponiamo, qui, una carrellata di tre dischi (in due casi si tratta di voluminose compilation) accuratamente rimasterizzati. Si tratta di produzioni che ci hanno, onestamente, impressionato, per la loro capacità di suonare bene. Non ce lo aspettavamo! La musica, poi, non ha bisogno di presentazioni.

Dire Straits, Pink Floyd, Genesis, Steely Dan… e tanti altri. La musica inglese, e americana ovviamente, è costellata di eccellenti produzioni che particolarmente si accendono in utilizzo hifi. In diversi casi, poi, i produttori dell’epoca avevano un orecchio speciale teso all’utilizzo in alta fedeltà, la quale era squisitamente ricercata come canale di fruizione di quelle produzioni. Si pensi a Fagen e ai Dan, era chiaro a tutti che il pubblico rigoroso ed esigente che ascoltava quella miscela magica di jazz-rock, fusion e (a tratti) folk-country fosse interessato a goderne con la qualità d’incisione più valevole possibile. La musica italiana però, ha avuto una storia un poco diversa.

E in Italia?

Nel nostro Paese, invece, bisogna essere onesti, a parte una pregevolissima produzione jazz e classica, spesso disponibile in SACD ancora oggi (si vedano i lavori eccellenti della Fonè di quel genio di Ricci, che ormai si sta occupando sempre maggiormente di pop d’autore) la qualità audiophile non è così facilmente rintracciabile nella produzione musicale pop-rock o comunque in quel calderone che chiamiamo “musica leggera”. Anche se, ad oggi, a ben vedere, nota la produzione attuale, forse tanto leggera non era…

Nonostante quanto detto, esistono delle perle soniche anche nel pop-rock italiano in grado di suonare in maniera pregevolissima. Sia chiaro, la nostra disamina vuole solo presentare tre dischi/CD che ci hanno, onestamente, fatto strabuzzare gli occhi e tendere le orecchie, ma sicuramente i dischi pregevolissimi a livello sonoro sono molti di più. Per esempio, non sarebbe male indirizzarsi sul Branduardi degli anni ’90, magari Camminando camminando.


Senza indugiare oltre, ecco quello che vi consigliamo in assoluto, connubio di grande musica, ahimè eterna, e superba registrazione.

Ivan Graziani, Tutti i successi (CD 2013)

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Ivan Graziani, Tutti i successi, Sony BMG, CD 2013.

Ivan Graziani è un mito. Un grande, forse il più leggendario chitarrista italiano. Un vero musicista che, come tale, è rimasto spesso nell’ombra. L’ombra tipica di un rocker troppo diverso e troppo poco accomodante nei confronti dello star system e della dipendenza televisiva che caratterizzò, in maniera quasi unica nel panorama musicale occidentale, i musicisti italiani.

Questo triplo CD raccoglie tutto il meglio dell’artista abruzzese ed è posto in un cofanetto cartonato prodotto da Sony (già artefice di parecchie collection di ampio respiro dedicate ad artisti italiani – vedi anche Alunni del Sole). Non ci soffermiamo sulle canzoni, fatiche di un autore troppo stretto e troppo “chitarristico” per gli standard italiani, ma sono autentici capolavori, soprattutto l’arrangiamento.

Questi CD suonano davvero bene. Aperti, chiari e con un bellissimo palcoscenico: nulla a che vedere con gli LP chiusi e caliginosi di più antica tradizione. Si provi la canzone Il chitarrista e avrete un assaggio di cosa stiamo affermando.

Lucio battisti, Masters

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Lucio Battisti, Masters, Sony, CD 2017

Masters è una grande iniziativa della Sony Italia che potremmo definire, senza ombra di dubbio, necessaria. Troppo spesso, infatti, il monumento musicale della produzione di Lucio è stato rappresentato in maniera raffazzonata da produzioni sonicamente carenti. Soprattutto negli anni ’90 quando molti LP vennero convertiti alla buona in digitale.

Masters, all’opposto, è il frutto di un lavoro rigorosissimo ove, partendo dai master originali (i nastri), riscaldati in un apposito forno per rendere di nuovo possibile la copia, sono stati poi stati trasferiti su un nuovo master e digitalizzati a 192 khz. Il risultato digitale pare molto buono: probabilmente il miglio Battisti mai udito. E qui, è proprio il caso di dirlo, il  digitale ha fatto diversi miracoli. Provate gli originali e poi questo “Masters” e fateci sapere.

Nell’edizione CD, che ci è parsa più sensata di quella LP, ci sono 4 dischetti che ripercorrono tutta la carriera dell’artista, dai capolavori con Mogol alle esperienze più sperimentali con Panella.

Banco di Mutuo Soccorso, Io sono nato libero

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Il Banco, Io sono nato libero, Blu spec CD, Sony 2009

 

La grande voce del prog italiano. Francesco Di Giacomo & company sono, forse, la più fulgida rappresentazione del rock prog italiano. Forse, insieme alla PFM, anche la band rock più nota all’estero (soprattutto UK e Giappone, dove vanno matti per loro).

Io sono nato libero è il loro terzo album, del 1973, ed è considerato da Rolling Stone il 35esimo miglior album prog di tutti i tempi. Su tutte, Non mi rompete, è il manifesto di questi grandi strumentisti.

Proprio in Giappone, la Sony-BMG (ancora lei…) ha rilasciato, qualche anno fa, un’edizione di questo disco che è diventata un autentico must have per gli audiofili appassionati di prog. Se, infatti, l’edizione italiana non sembrava così superlativa a livello sonoro, questa giapponese ci ha letteralmente asfaltato e alcuni esperti attivi nell’industria musicale (che non nomineremo) a ragione considerano questa versione fra le migliori in assoluto nel panorama internazionale in campo hi-end!

Si tratta, non a caso, di un Blu spec CD: per chi non lo conoscesse, si tratta del riversamento della tecnologia Bluray in campo CD, ove viene utilizzato un laser blu, più preciso, per la masterizzazione dei dati. Come al solito, le incisioni giapponesi non si smentiscono. A fianco di un suono superbo e cristallino, ciò che impressiona è il palcoscenico e gli strumenti semplicemente vivi e la loro timbrica da brivido.

Secondo noi, questo è un must per qualsiasi audiofilo. Fateci sapere.

 

 

 

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