Netflix, calo degli iscritti: più di un milione di utenti ha scelto di disdire il proprio abbonamento.
La compagnia ha diffuso i dati che rivelano che l’obbiettivo previsto nel terzo trimestre, ovvero arrivare a 2,5 milioni di abbonati, non è stato raggiunto. È stato invece registrato un calo, che ha portato le azioni ad aggirarsi intorno al 6,6%.
Ma Netflix rimane positivo, dal momento che le stime tenevano conto di un possibile calo dopo il picco ottenuto nella prima metà del 2020. Nella lettera agli azionisti, infatti, si dice: «Pensiamo che questo sia dovuto principalmente ai nostri risultati record nella prima metà e alla spinta che abbiamo descritto nelle nostre lettere di aprile e luglio».
Ma i dati non sono incoraggianti per Netflix, che dopo il periodo del lockdown, si trova ad affrontare un mercato ricco di competitività. Tra i tanti, Amazon Prime Video e Disney+ e Apple hanno messo a disposizione contenuti altrettanto interessanti con offerte competitive proprio per fronteggiare il colosso dello streaming. Netflix si trova ad affrontare due problemi: l’insoddisfazione degli analisti per quanto riguarda gli scoraggianti dati del trimestre e la concorrenza agguerrita, che potrebbe portare il gigante a studiare una nuova offerta per mantenersi in testa.
Uno studio condotto dalla società Cowen & Co illustrato da IndieWire sembra chiarire il motivo delle nascenti difficoltà che la piattaforma si trova a fronteggare. Secondo lo studio, almeno 1,1 milioni di utenti hanno disdetto Netflix in favore di Disney+. Questa giovanissima piattaforma, nata poco più di un anno fa, offre prodotti Star Wars, Marvel, Pixar, National Geographic e FOX. Titoli e contenuti originali, creati appositamente e accompagnati da classici Disney che hanno assicurato la fedeltà di molti degli iscritti.
Ma il quadro si prospetta più roseo nel terzo semestre, con l’uscita di Stranger Things 4 e la travagliata terza stagione di Mindhunter. Tuttavia, le ostilità non mancano, data l’imminente perdita dei diritti di show di successo come The Office, che passerà a NBCUniversal, e Friends, che andrà nelle mani della HBO Max.
Gli esperti sono fiduciosi anche per quel che riguarda la capacità di Netflix di difendersi dagli attacchi della concorrenza, data la sua scala globale che continua a tenerla ancora in testa.
Il vantaggio imponente di grandi competitori come Amazon e Disney+ è che possono contare sul costante finanziamento da parte di altri settori. Al contrario, Netflix, avendo una sola fonte di ricavi non può contare su nient’altro che sé stesso. Questo potrebbe concretizzare il rischio di perdere i riflettori. Si è avanzata l’ipotesi di inserire una qualche forma di pubblicità per sostenersi.
Per il momento, Netflix sembra aver seguito l’esempio di Spotify, ovvero quello di incrementare il costo mensile dei propri servizi, massimizzando quanto più possibile i profitti. Negli Stati Uniti, l’aumento dell’abbonamento è già avvenuto ed è stato subito replicato anche in Europa e nei mercati più importanti della piattaforma. Per ora, il piano di abbonamento standard è aumentato di un dollaro, arrivando a costare 14 dollari al mese, nel caso degli Stati Uniti, mentre il piano Premium ha raggiunto i 18 dollari mensili, subendo un aumento di due dollari al mese.
A rivelarlo ai suoi clienti è stato l’analista Jefferies Alex Giaimo: «Nel primo trimestre Netflix ha detto che non stava nemmeno pensando a rincari, mentre nel secondo trimestre il linguaggio in tal senso è stato più “aperto”». Sempre Giaimo afferma che tale operazione frutterebbe all’azienda tra 500 milioni e un miliardo di dollari solo nel 2021.
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