La startup americana PEQdB propone una curva di risposta per cuffie alternativa a quella di Harman, usando machine learning e basandosi 266 modelli di cuffie. Un approccio innovativo ma controverso che sta dividendo la community audio
PEQdB, startup americana con sede a Stanford, ha deciso di sfidare le curve di equalizzazione sviluppate da Harman International per le cuffie con uno studio basato su un vasto dataset e algoritmi di machine learning, avanzando la pretesa di aver trovato la “migliore curva di risposta possibile per l’ascoltatore medio”.

La ricerca in oggetto sta ovviamente creando un certo clamore nella community di appassionati di cuffie, anche perché da anni le curve target elaborate da Harman (in particolare quella per le cuffie over-ear del 2018 e quella per gli auricolari in-ear del 2019) rappresentano un riferimento nella progettazione e valutazione sonora. Basate su ascolti controllati e approcci scientifici rigorosi, queste curve di equalizzazione sono infatti diventate la base di tantissime recensioni, test comparativi e persino algoritmi di personalizzazione del suono.
PEQdB, però, ritiene che le curve Harman siano superate e, sfruttando un ampio dataset composto da 266 modelli di cuffie commerciali e l’applicazione di tecniche avanzate di machine learning, avrebbe individuato una risposta in frequenza più adatta alle preferenze reali degli utenti. Lo studio di 13 pagine pieno zeppo di grafici e informazioni tecniche da addetti ai lavori si pone quindi come un’alternativa radicale, visto che invece di partire da una teoria acustica e validarla sperimentalmente, PEQdB adotta una metodologia puramente empirica, costruendo la curva target a partire dalle scelte di ascoltatori reali.
Alla base della contrapposizione tra PEQdB e Harman c’è anche una netta differenza metodologica. Harman ha sempre utilizzato un modello acustico basato su una “flat in-room response”, ovvero una risposta piatta in ambiente controllato ottenuta con un sistema di misura GRAS 45CA. Si tratta di uno strumento progettato per la misurazione e il test sia di dispositivi di protezione dell’udito come tappi per le orecchie e cuffie antirumore (sia sovraurali che circumaurali), sia su auricolari e cuffie audio.

Può essere equipaggiato con diversi microfoni o simulatori d’orecchio per misurare con precisione i livelli di pressione sonora e l’attenuazione (o perdita di inserzione) fornita dai dispositivi in esame, ponendosi come una piattaforma robusta e affidabile utilizzata per la ricerca, lo sviluppo e il controllo qualità di prodotti legati alla protezione dell’udito e alla riproduzione audio.
PEQdB, però, critica questa scelta, definendola inadatta a rappresentare l’esperienza reale di ascolto con le cuffie. L’azienda californiana preferisce un approccio basato su una HRTF (Head-Related Transfer Function) in campo diffuso, derivata da rilevazioni su 47 individui e conforme alla norma ISO 11904-1:2002. Secondo PEQdB, questa curva rappresenta in modo più realistico come l’orecchio umano percepisce il suono all’interno di un ambiente pressurizzato, come avviene con l’uso delle cuffie.

Sul fronte delle apparecchiature di misura, le differenze sono ancora più evidenti. Mentre l’industria si sta progressivamente orientando verso il sistema Brüel & Kjær Type 5128, PEQdB continua a usare i GRAS 43AG e 45BC per le cuffie over-ear e simulatori IEC 60318-4 per gli auricolari, dal momento che il sistema B&K introdurrebbe risonanze anomale alle basse frequenze nel caso degli IEM.
Questione di dataset?
Se da un lato l’approccio di PEQdB può in effetti vantare un impressionante insieme di dati raccolti da centinaia di modelli di cuffie e auricolari, dall’altro manca del rigore sperimentale che caratterizza le ricerche di Harman. Le curve target di quest’ultima sono infatti il risultato di test controllati su gruppi selezionati di ascoltatori, con analisi statistiche approfondite.
Una ricerca del 2024 condotta da Harman su 32 dipendenti dell’azienda ha dimostrato che il 72% degli ascoltatori preferisce curve simili a quella IE 2019. Il test ha utilizzato il sistema B&K 5128 e ha comparato cinque profili differenti, mostrando una parità statistica tra la curva Harman e quella proposta dal sito SoundGuys.

Interessante anche la segmentazione del pubblico emersa dallo studio, con una parte consistente degli ascoltatori (72%) che predilige un suono pieno e bilanciato e il restante 28% (che Harman definisce “ascoltatori maturi) che preferisce invece un ascolto più brillante e con meno enfasi sulle basse frequenze.
PEQdB contesta proprio questa segmentazione, sostenendo che la propria curva unica risulti efficace sia per cuffie over-ear, sia per auricolari. Una visione che va contro la filosofia di Harman, che distingue invece chiaramente tra tipologie di prodotto e risposte desiderate.
Nonostante l’originalità dell’approccio, la proposta di PEQdB si porta dietro limiti e dubbi. Non solo lo studio non è stato sottoposto a revisione scientifica da parte di esperti indipendenti, ma anche la metodologia lascia perplessi. Il sistema di test di PEQdB, che consente a chiunque di partecipare online ascoltando clip audio da 20 secondi e regolando tre filtri simultaneamente, si basa su un approccio poco controllato, che non tiene conto di variabili come l’acustica dell’ambiente, la qualità delle cuffie effettivamente utilizzate o le differenze nei padiglioni e negli eartip.

La community tra dubbi e sorprese
Anche per questo l’accoglienza tra appassionati e professionisti dell’audio alla ricerca dell’azienda americana è stata tutt’altro che entusiasta. Sebbene alcuni utenti abbiano trovato utile lo strumento online di PEQdB per calibrare le proprie cuffie, molti hanno criticato la nuova curva per un eccessivo guadagno attorno ai 3 kHz, che renderebbe il suono affaticante o troppo spinto sulle medie frequenze, mentre altri lamentano una resa troppo smorzata sui bassi e sugli alti.
In generale, molti osservatori sostengono che, al di là dei proclami, la curva PEQdB non sia poi così diversa da quella Harman. Le preferenze d’ascolto, insomma, sembrano convergere comunque verso un tipo di risposta abbastanza simile.
Lo studio di PEQdB rappresenta comunque uno stimolo interessante nel dibattito sull’equalizzazione delle cuffie. L’idea di costruire curve di risposta basate su ampi dataset e machine learning apre prospettive inedite, anche se senza una validazione scientifica solida, senza trasparenza metodologica e con un tono comunicativo troppo aggressivo, la proposta sta faticando a imporsi come alternativa credibile al modello Harman. Per ora, quindi, quello di PEQdB resta un esperimento ambizioso ma ancora lontano dal rappresentare un nuovo standard.
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