Il noto marchio Philips torna sul mercato con la nuova serie Century, una linea di elettroniche chiaramente ispirata al passato di questo costruttore.
Non si tratta di un ritorno in grande stile a partire da un catalogo composto da sofisticate e costose elettroniche – circostanza che malgrado la notorietà del marchio di questi tempi potrebbe essere un rischio – ma solamente di una rentrée a base di dispositivi che pur avendo un aspetto chiaramente vintage dispongono delle tecnologie più moderne.
Simpatici i nomi assegnati ai prodotti: Tina, Freddie, Ringo, Stevie e Janet, artisti assai conosciuti i cui cognomi lasciamo siano i lettori a identificarli, compito non certo difficile data la notorietà.

Chi non conosce PHILIPS d’altronde? L’azienda che nel bene e nel male – attraverso una joint venture con il colosso nipponico SONY – nell’ormai lontanissimo 1982 irruppe sul mercato con quello che sarebbe diventato in breve l’argomento per eccellenza che avrebbe fatto discutere negli anni a seguire: il Compact Disc, meglio noto come CD.
A dire il vero del digitale se ne parla abbondantemente ancora oggi, ma di certo all’epoca fu un vero e proprio sconquasso tecnologico, laddove fautori e detrattori eressero invalicabili barriere a difesa del loro credo (analogico) ritenuto sotto attacco da un tecnologia nata in origine per il settore informatico, non degna quindi di assurgere al ruolo di vettore di musica di qualità.

Sappiamo tutti molto bene come sia andata, a parte gli inevitabili corsi e ricorsi storici che caratterizzano il settore dell’Alta Fedeltà – sufficiente pensare all’eterna diatriba pertinente i controlli di tono, il loudness e altri circuiti accessori ritenuti inutili o peggio ancora dannosi per non parlare dei cavi, altro gettonatissimo tormentone – unito all’iniziale diffidenza da parte degli appassionati (magari non del tutto priva di ragione), col tempo e la maturità il digitale ha raggiunto vette qualitative in concreto eccellenti, inserendosi a pieno titolo in qualsiasi area potesse trovare spazio il suo utilizzo.
La storia di questo costruttore è per dati versi singolare, se non altro per almeno due invenzioni tecnologiche che chiunque conosce perfettamente e che anzi, assurdamente per certi versi, qualcuno sta tentando di reimmettere sul mercato dell’audio a dispetto dell’ormai (oggettivamente) superata qualità: la Compact Cassette, per chi non lo sapesse anch’essa ideata da PHILIPS ed il già citato Compact disc.
L’aspetto singolare sta nel fatto che malgrado l’alta qualità della proposta – i prodotti di quest’azienda sono sempre stati caratterizzati da eccellente qualità elettromeccanica – gli appassionati non hanno mai considerato più di tanto il brand dal punto di vista audio, ma chi ricorda il lettore digitale CD-850 sa bene di cosa parliamo; tanto per dire se la batteva senza problemi col mitico partner industriale MARANTZ CD-94, per lunghissimo tempo riferimento assoluto caratterizzato da un rapporto q/p favorevolissimo.
Oggi parliamo di Tina, un compatto sistema all-in-one molto gradevole alla vista con dimensioni non certo invasive, il che facilita l’inserimento in ambiente ed evita di stimolare eccessivamente il WAF – circa il quale potete leggere questo articolo da noi scritto qualche tempo fa – ostacolo non sempre presente a dire il vero ma che ancora si mostra presente in qualche caso.
Per l’occasione PHILIPS ha addirittura ripristinato lo storico logo aziendale – lo scudetto con la sinusoide in bella vista, eloquente ed iconico rimando alla tecnologia audio – aspetto questo che potrebbe sottintendere un ritorno maggiormente incisivo nel futuro, caso nel quale siamo certi potremmo veder nascere ulteriori prodotti; al momento il riferimento storico cui il dispositivo di cui vi parliamo si riferisce è la Philetta, mitica e vendutissima radio a valvole prodotta dall’azienda negli anni ’50.
Il suddetto sistema si compone di una radio DAB+, una di tipo FM, può fungere da Streamer, ha connettività Bluetooth, un giradischi (33/45 rpm) ed il sistema di amplificazione in classe D – differenziato per la parte digitale, maggiormente potente con i sui 120 watt (240 di picco) e quella analogica, la cui potenza è di 60 watt (120 di picco) – probabilmente per evitare risonanze eccessive in grado di disturbare la riproduzione del vinile; trattandosi di un cabinet unico, sebbene siano state certamente messe in atto contromisure, il problema vibrazioni resta comunque presente.

La parte analogica consta di un piatto in alluminio con trazione a cinghia cui si aggiunge un braccio del medesimo materiale equipaggiato con un fonorivelatore prodotto dalla nipponica AUDIO TECHNICA ovvero il modello ATN-3600L, dispositivo di tipo MM più che sufficiente nel caso in essere.

Sul frontale, oltre al selettore delle funzioni, un piccolo display e la manopola del controllo di volume, è presente un’uscita cuffia attestata su jack da 3.5 mm, mentre sulla parte posteriore si rintracciano l’ingresso per l’antenna radio, la presa USB-A, un ulteriore ingresso jack da 3.5 mm ed un uscita basata su connettori RCA.
La dotazione dei driver si compone di un woofer da 4.5″ associato a due midrange da 2.5″ e due tweeter da 1″, ovviamente in configurazione bass reflex e con la possibilità di gestirne la sonorità attraverso una serie di specifici preset disponibili su un’App dedicata, il tutto per una risposta in frequenza dichiarata compresa tra 60Hz e 20KHz, chiaramente non in grado di fornire prestazioni estreme in gamma bassa ma non è certo questo un sistema pensato per quello.
Natale è vicino, e se tra i vostri desiderata rientra un simile acquisto, investire i circa 450 euro richiesti potrebbe rappresentare un ottima occasione per iniziare il cammino – meglio ancora per incoraggiare i vostri figli alla ricerca di un’adeguata qualità sonora – verso un audio di qualità più che accettabile senza grossi disastri per il conto in banca.
Dovrete sbrigarvi però, pare si tratti di una serie limitata a 100 esemplari!
Come al solito, ottimi ascolti!!!
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