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Tanta tecnologia (hardware e software) per lo speaker attivo hi-end Dutch & Dutch 6c

dutch & dutch 6c

Il sistema di speaker attivi Dutch & Dutch 6c porta le prestazioni dei più grandi e costosi 8c in un formato più compatto. Streaming integrato, RoomMatching e BACCH Spatial Audio in un kit hi-end espandibile e modulare per pochi fortunati

Già nel 2023 avevamo parlato del giovane produttore olandese Dutch & Dutch in occasione del suo esordio nel mercato hi-end con il diffusore attivo 8c da 15.000 euro la coppia. Un prodotto elitario e “rischioso” visto soprattutto il prezzo e, forse anche per questo, l’azienda di Rotterdam torna a far parlare di sé con il 6c, versione “ridotta” del c8 sia nelle dimensioni, sia nel prezzo (che rimane comunque per pochi) attesa sul mercato a partire dal mese prossimo.

Il 6c nasce dall’esigenza di ottenere la qualità sonora, la precisione timbrica e la coerenza spaziale del fratello maggiore ma in un formato più compatto e gestibile in un ambiente domestico “normale”. Nonostante ciò, il nuovo modello mantiene l’impostazione “full powered e full networked” di Dutch & Dutch, integrando amplificazione interna, streaming nativo e soprattutto il sistema RoomMatching, pensato per adattare automaticamente il diffusore all’ambiente e non costringere l’utente a inseguire l’acustica della stanza con soluzioni improvvisate.

dutch & dutch 6c

La piattaforma hardware-software Ascend è il cuore operativo dell’intero sistema e fornisce un’integrazione profonda tra componenti elettroniche, DSP e streaming. L’app dedicata permette di gestire tutto, dalla calibrazione all’aggiornamento dei servizi musicali e, al lancio di dicembre, sono già disponibili Spotify Connect e Roon, mentre Tidal Connect e Qobuz Connect arriveranno in un secondo momento tramite aggiornamento software.


Un elemento distintivo del 6c è la presenza di BACCH Spatial Audio sin dal primo giorno. Questa tecnologia, basata su principi di crosstalk cancellation avanzati, permette di ottenere una ricostruzione spaziale estremamente precisa, indipendente dalle caratteristiche della stanza e molto più fedele alla registrazione originale. È una funzione che solitamente non troviamo nei prodotti che rappresentano la “versione compatta” di un modello più blasonato, mentre Dutch & Dutch la rende parte integrante dell’esperienza del 6c, confermando come non ci sia stata alcuna semplificazione concettuale rispetto all’8c.

Accanto all’idea di compattezza, il progetto del 6c incorpora una visione espandibile e modulare. Nel 2026 arriverà infatti il modulo 6s, un’unità dedicata ai bassi che permetterà di trasformare il sistema in una configurazione full-range a comportamento cardioide completo. L’accoppiata 6c/6s promette di ampliare notevolmente la dinamica disponibile, di estendere la risposta in frequenza verso il basso con maggiore controllo e di portare la direttività cardioide lungo tutta la banda audio. In sostanza, un’evoluzione pensata per gli utenti che desiderano un livello prestazionale comparabile a quello dell’8c ma con un sistema più modulare e configurabile in base alle esigenze.

Se infatti si osserva la scheda tecnica, appare evidente come il 6c e l’8c appartengano alla stessa famiglia concettuale pur differenziandosi per dimensioni, potenza e configurazione dei driver. Il 6c adotta un woofer posteriore da 8 pollici, un midrange frontale da 6 pollici e un tweeter con guida d’onda dedicata, mentre l’8c propone una soluzione più massiccia, con due woofer da 8 pollici, un midrange da 8 pollici e un tweeter in lega di alluminio/magnesio. Anche il peso racconta molto: 14 kg per diffusore per il 6c, contro i 26 kg dell’8c, una differenza che impatta immediatamente sul tipo di collocazione possibile.

La potenza di amplificazione del 6c (360 watt complessivi grazie all’amplificazione Hypex NCore in Classe D), non è suddivisa nei singoli canali come nel fratello maggiore, ma resta perfettamente integrata nel sistema DSP e nell’architettura NCore. L’8c, con i suoi 500 watt sui bassi e ulteriori 500 watt su medi e alti, rimane ovviamente più orientato a grandi ambienti e a volumi d’ascolto impegnativi, mentre il 6c si colloca come una proposta più equilibrata per stanze di dimensioni normali, senza rinunciare alla precisione e al controllo che caratterizzano Dutch & Dutch.

Anche la connettività segue la filosofia minimalista del marchio: ingresso XLR bilanciato, uscita AES3 in loop per collegamenti pro, un’uscita DSP dedicata a eventuali subwoofer attivi, Ethernet e Wi-Fi.

Il prezzo, come già accennato, rimane comunque elevato. Parliamo infatti di 9950 euro la coppia, ai quali si potranno aggiunge opzionalmente i 21.000 euro richiesti per una coppia di 6s. Cifre decisamente elevate che superano di gran lunga anche quelle per sistemi attivi già di indubbio pregio come i KEF LS50 Wireless II, Triangle CAPPELA 2 e JBL 4329P. Dutch & Dutch sarà in grado di portare un vero valore aggiunto con i 6c? Non resta che attendere.

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