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Cyrus soundBuds: in-ear true wireless con poca personalità

soundbuds

Anche con 100 euro si possono trovare auricolari true wireless di tutto rispetto. I Cyrus soundBuds non sono male, ma in giro c’è sicuramente di meglio

Ci aspettiamo ormai molto dagli auricolari true wireless, compresi quelli dal costo più accessibile. Dopotutto la forte concorrenza tra i brand ha spinto la durata della batteria, gli standard dei driver, la qualità del suono e l’elenco delle caratteristiche sempre più in alto, mentre allo stesso tempo ha ridotto le dimensioni della custodia, i tempi di ricarica e i prezzi. Cosa aspettarsi quindi da un modello da circa 100 euro proposto dall’azienda britannica Cyrus, di cui quest’anno abbiamo apprezzato tantissimo il SoundKey DAC (129 euro) e il lettore CD CD i (1640 euro)?

Comfort

Come primo impatto non molto, considerando che i Cyrus soundBuds offrono un’autonomia di sole tre ore con una carica più altre quattro ricariche grazie alla custodia. Questo ci porta a 15 ore in totale, valore ben poco rivoluzionario se consideriamo che i Cambridge Audio Melomania 1 (tra i nostri true wireless preferiti del momento come rapporto qualità-prezzo) possono durare nove ore prima di dover essere messi nella loro custodia (che offre altre quattro cariche complete).

In termini di vestibilità, tuttavia, siamo piacevolmente sorpresi. Nella confezione sono disponibili ear-tip e alette di tre dimensioni e quelle medie che troviamo già applicati agli auricolari offrono una tenuta decente e sicura. Tuttavia, questi due componenti sono collegati insieme e quindi non è possibile selezionare un’aletta grande e un ear-tip piccolo ad esempio. Pertanto è un peccato che non vengano fornite più opzioni a livello di dimensioni.


Il fatto che questi soundBuds siano effettivamente auricolari sportivi, come afferma Cyrus, dipenderà dalle dimensioni del vostro orecchio o da quanto siete soliti allenarvi. Scendiamo in strada per una corsetta e li troviamo meno sicuri dei Jaybird Vista, ma si adattano molto meglio alle nostre orecchie dei Melomania 1, che non presentano alette extra. In effetti, a differenze di Cyrus, Cambridge Audio non vende i Melomania 1 come in-ear sportivi.

Costruzione

La qualità costruttiva complessiva dei soundBuds è più funzionale che premium. Gli auricolari sono piccoli e leggeri e il pulsante circolare (l’intera superficie superiore dell’unità stessa) serve per mettere in pausa, saltare la traccia e gestire le chiamate, anche se dovete premere abbastanza forte su di esso. È un peccato non poter modificare il volume usando questi pulsanti (dovete ricorrere allo smartphone per farlo), ma non è certo qualcosa di inedito per in-ear true wireless in questa fascia di prezzo.

La custodia flip-top è piacevolmente piccola, ha un utile display a LED per la durata della batteria ed è completamente tascabile. I soundBuds sono inoltre classificati IPX5, il che significa che dovrebbero resistere senza problemi anche alle sudate più copiose durante l’attività sportiva. Il pairing Bluetooth è semplice, immediato e supportato da istruzioni vocali in-ear e, una volta che si esegue l’associazione con la sorgente audio di turno, la connessione è decisamente stabile. Non c’è un’app di supporto e manca anche qualsiasi forma di cancellazione attiva del rumore, ma il microfono funziona bene durante le chiamate e quando chiediamo a Siri le previsioni del tempo. Tutto sommato, è un approccio essenziale, diretto e senza (a volte) inutili complicazioni.

Qualità audio

Mentre facciamo partire Wiley Flow di Stormzy su Tidal, il synth iniziale è bilanciato tonalmente e c’è una buona separazione di ogni componente musicale. L’album continua e, sebbene i soundBuds stiano proseguendo regalandoci buone sensazioni, ci accorgiamo di come, rispetto ad altri true wireless, la gamma bassa non sia particolarmente pesante e travolgente. I soundBuds deludono leggermente su questo versante e risultano un po’ leggeri sui bassi.

Ascoltiamo l’album Pump degli Aerosmith (anno di grazia 1989) sempre su Tidal. Mentre il basso entra in gioco all’inizio di F.I.N.E, la voce di Steven Tyler si incastra centralmente nel resto del mix, contribuendo a un mix decisamente coeso. Le varie conversazioni all’inizio di Going Down/Love in an Elevator sono aperte, agili e chiare, ma ci manca un pizzico in più di dinamica quando la sezione ritmica della canzone inizia a fare sul serio.

I Cambridge Audio Melomania 1 offrono un timing migliore nel sottolineare la voce quasi rappata di Tyler e offrono anche maggiore raffinatezza attraverso le frequenze più alte. Passiamo a Fit But You Know It dei The Streets e mentre l’ascolto è più che decente e relativamente trasparente, la differenza di dinamica e profondità dei bassi viene messa a nudo. I soundBuds suonano complessivamente meno eccitanti e divertenti dei Melomania 1, che tra l’altro hanno un prezzo praticamente identico ai Cyrus.

Verdetto

Se speravamo un sound audiofilo conoscendo molto bene i prodotti di Cyrus, non l’abbiamo trovato nei soundBud, anche se visto il costo non si tratta di una sorpresa. Questi in-ear true wireless non possono vantare dinamiche e dettagli eccezionali, ma offrono un ascolto decente e rappresentano un discreto rapporto qualità-prezzo. Se però il budget vi consente di spendere 50 euro in più, con gli Anker Soundcore Liberty 2 Pro avrete molte più soddisfazioni.

© 2020, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

  • Verdetto
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Sommario

Anche con 100 euro si possono trovare auricolari true wireless di tutto rispetto. I Cyrus soundBuds non sono male, ma in giro c’è sicuramente di meglio.

Pro
Ascolto piacevole
Buona vestibilità
Certificazione IPX5

Contro
Autonomia deludente
Aletta e ear-tip non separabili
A questo prezzo si trova di meglio sul mercato

Scheda tecnica
Connettività: Bluetooth 4.2
Durata della batteria: 3 ore (+12 ore dalla custodia)
Classificazione: IPX5
Microfono incorporato: Sì
Peso: 4,5 g per auricolare
Prezzo: 109 euro
Sito del produttore: www.cyrusaudio.com
Distributore italiano: www.hifight.it

© 2020, AF Digitale. Tutti i prodotti sono stati provati nelle apposite sale di ascolto e di visione di What HiFi e Stuff.tv dal team editoriale con sede nel Regno Unito.

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