Comincio una serie di articoli in questa rubrica che svilupperanno quello che penso del mercato attuale dell’HiFi e dei suoi sviluppi futuri.
Ricordo, come sa chi ha letto i miei precedenti articoli, che ho cominciato la mia esperienza in questo settore nel 1975, comprando personalmente apparecchiature che poi rivendevo agli amici per poter comprare sempre le novità che si affacciavano sul mercato. Dal 1980 poi, ho cominciato professionalmente ad occuparmi di musica e video in casa, prima come venditore in un negozio di Milano (Biraghi), per poi passare alla direzione commerciale di una azienda di importazione svizzera (Nowo), poi negoziante in proprio (Appuntamento Audio), Executive Director di casa discografica (Nuova Era), Importatore (Audio Digital), poi consulente per Definitive Audio ed Mpi electronics, giornalista di Suono.
Ora seguo questa rubrica, pensando di poter offrire consigli non richiesti agli operatori del settore e di conseguenza migliorare l’esperienza di acquisto per i consumatori finali.
Seguendo tutti i giorni, soprattutto per passione, quello che succede nel mercato mondiale relativamente al nostro settore, posso identificare alcune linee di tendenza, anche confrontando altri settori, che possono dare spunti di riflessione.
In particolare mi soffermerò su due aspetti che io considero fondamentali:
– quantità dell’offerta
– qualità dell’offerta e quindi presentazione della stessa.
Per quanto riguarda la quantità, c’è una precisa tendenza nei negozi specializzati (come è il caso dei negozi di alta fedeltà), a ridurre ed a valorizzare i prodotti che si vogliono proporre. Sottolineo questo avverbio “valorizzare”. Mettere cioè in luce un prodotto e le sue caratteristiche.
Come sarebbe infatti possibile valorizzare un qualunque prodotto se all’interno di un negozio (come spesso accade da noi) ci fosse una quantità infinita di diffusori, sorgenti, amplificatori, nuovi e usati ecc.? Come potrebbe il negoziante conoscere a fondo e dimostrare al meglio un apparecchio o una linea di un determinato produttore, soprattutto la sua filosofia che lo porta a costruire gli stessi? Impossibile.
Dall’avvento del digitale e la sua conseguente “democratizzazione”, possiamo dire che è difficile trovare dei prodotti che siano decisamente “scadenti”.
Come può quindi un cliente orientarsi e soprattutto le nuove generazioni (fondamentali per la sopravvivenza di questo mercato) se si trovano di fronte un’offerta dove perfino il venditore non sa dire quale sceglierebbe, ma solo offrire possibilità di scelta.
Solo un venditore che conosce profondamente la filosofia del produttore e come i suoi prodotti vanno presentati, può veramente ed efficacemente proporre un’apparecchiatura ed un sistema che dia una “performance” ottimale, indipendentemente dal costo complessivo (argomento fondamentale su cui ritornerò).
Quanti negozi in Italia possono dire di avere una precisa filosofia di vendita?
Quanti invece rincorrono l’ultima novità o il prodotto che in quel momento “gli piace”?
Come ho citato in altri articoli, per primi i produttori si pongono queste domande sulla catena distributiva…e cominciano a ragionare in termini di “appropriarsi” anche della catena distributiva (con negozi propri quasi monomarca), oppure sempre più muovendosi verso soluzioni “complete”, cioè sorgente, amplificazione e diffusori, pensati come un “precotto”. Il fenomeno inoltre della sempre più alta concentrazione di marchi presso un unico gruppo si muove nella stessa linea.
Forse i Marchi hanno sempre meno fiducia dei negozi a cui affidano le loro linee?
Capitolo a parte, e sempre più pressante…l’e-commerce, ma ci ritornerò. Nel prossimo articolo affronterò il secondo punto: la qualità.
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