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Mission 70 MkII: sono ancora validi dopo quasi quarant’anni?

mission 70 mkii

Abbiamo ripreso dei vecchi Mission 70 MkII e li abbiamo confrontati con odierni diffusori entry-level di Dali e Q Acoustics. Ecco il risultato.

Per una volta abbiamo voluto fare un piccolo esperimento che speriamo vi piaccia (ditecelo nei commenti qui sotto) e che sia il primo di tanti appuntamenti simili. Siamo infatti venuti in possesso di due diffusori Mission considerati ormai vintage e acquistabili oggi su eBay dai 40 ai 70 euro e li abbiamo messi a confronto con odierni speaker entry level, in modo da capire come la fascia budget dei diffusori sia cambiata in oltre trent’anni di evoluzione hi-fi. Nei primi anni ’80 Mission era una società giovane, in rapida crescita e fieramente ambiziosa. Mentre aveva appena lanciato sul mercato un giradischi, un braccio, una restina e un amplificatore in un breve lasso di tempo, i diffusori rimanevano il core business dell’azienda britannica.

I Mission 70 furono il primo tentativo del produttore di proporre diffusori entry-level, ma sorprendentemente, considerando la qualità media dei prodotti Mission in quegli anni, questi speaker da supporto scontentarono un po’ tutti, a causa di prestazioni mediocri e di una costruzione “inconsistente”. Le recensioni decisamente fredde che seguirono non aiutarono nemmeno le vendite.

Poco più di un anno dopo fu lanciata la versione MkII con la quale, nonostante l’estrema somiglianza estetica con i modello precedente, Mission cambiò praticamente tutto. Ci riferiamo soprattutto al cabinet più rigido, alla nuova unità mid-bass da 18cm affiancata a un tweeter a cupola Vifa da 19 mm e al cablaggio interno rivisto, che collegava una rete crossover potenziata. Il risultato di tutto questo lavoro fu una vera e propria trasformazione sonora, tanto che nel 1983 i Mission 70 MkII diventarono tra i migliori diffusori economici presenti sul mercato grazie anche a un prezzo davvero molto allettante (l’equivalente di circa 100-120 euro odierni).


Vendendoli oggi nella nostra sala prova, colpisce soprattutto l’insolita costruzione. Il cabinet è realizzato in due metà ed è tenuto insieme dalle quattro viti visibili sul pannello posteriore. Il crossover è montato direttamente sul retro del pannello terminale a cavo singolo piuttosto che su una scheda separata, cosa che non solo ha mantenuto bassi i costi ma che ha anche aiutato le prestazioni grazie a un percorso del segnale più diretto.

Le unità di guida degli esemplari in nostro possesso sembrano ancora in buone condizioni e funzionano bene. Questi Mission tra l’altro sono stati i primi diffusori dell’azienda con il tweeter posto al di sotto del driver mid/bass. Anche i modelli attuali di Mission, come gli apprezzati Mission QX-2, rimangono fedeli al layout invertito per i vantaggi che questo design comporta nell’integrazione e nell’allineamento temporale.

A differenza della maggior parte dei diffusori moderni, i Mission 70 MkII si caratterizzano per un tipo di costruzione “sigillata” e quindi non ci sono porte reflex per sintonizzare le basse frequenze. Se ciò ha sicuramente un impatto sul peso in fascia bassa e nella gestione della potenza (parliamo di diffusori per amplificatori fino a 60W), ha anche benefici in termini di timing e agilità dei bassi.

Non siamo sicuri di cosa aspettarci quando colleghiamo i Mission MkII. I diffusori hi-fi, anche entry-level come questi, sono progrediti molto nel corso degli anni diventando più puliti, meno distorti e più dettagliati. Scopriamo fortunatamente che non dobbiamo preoccuparci, visto che i 70MkII continuano a brillare, offrendo prestazioni che in alcuni casi impressionano persino oggi.

Tuttavia, non sono perfetti. Metteteli a confronto con validi diffusori economici odierni come i [amazon_textlink asin=’B01N33PMBV’ text=’Dali Spektor 2′ template=’ProductLink’ store=’ad04f-21′ marketplace=’IT’ link_id=’c2828757-1cfd-4350-89d6-9609f1f56287′] o i Q Acoustics 3010i e vi accorgerete subito che ci sono carenze nella precisione sonora e nei livelli di dettaglio assoluto. I diffusori più recenti inoltre gestiscono meglio i volumi elevati e nonostante siano notevolmente più piccoli di questi Mission alti 35 cm, scavano in gamma bassa con un impatto e un’autorità di gran lunga maggiori. Hanno poi un grado di compostezza e controllo che i modelli vintage come gli MkII non possono eguagliare.

Ma i Mission hanno anche notevoli punti di forza. Suonano ancora veloci e fluidi in modo quasi inatteso, offrono dinamiche di basso livello con notevole abilità e rendono le voci con un livello di chiarezza e articolazione che ancora oggi colpisce. Posizionati nella nostra saletta test in modo che puntino dritto e non verso la posizione d’ascolto, gli MkII forniscono un’immagine stereo decisamente ampia e spaziosa, abbastanza stabile e piacevolmente stratificata.

Timbricamente questi Mission suonano solo un po’ orientati verso le alte frequenze, ma hanno un senso di solidità e di corposità in gamma media assolutamente piacevole. Ascoltiamo Push The Sky Away di Nick Cave e i Mission 70 MkII fanno un ottimo lavoro con la voce profonda di Cave nel brano che dà il titolo all’album.

I Mission riescono inoltre a creare atmosfera in modo magnifico, facendosi carico in modo naturale e senza apparenti sforzi del il ritmo costante e pulsante della musica. Non ci sono l’estensione in fascia bassa e il peso che ci aspetteremmo ascoltando diffusori odierni, ma gli MkII hanno abbastanza autorità in fascia alta per bilanciare il suono. Passiamo a qualcosa di più ritmato con All Night di Beyoncé e gli MkII offrono una buona dose di spinta ritmica e hanno la libertà dinamica di rendere entusiasta la sezione fiati, suonando vivaci ed eccitanti e facendoci dimenticare l’aspetto hi-fi per farci invece concentrare sulla musica.

A volte, quando ascoltiamo prodotti di 3-40 anni fa, rimaniamo un po’ delusi. Questi componenti hi-fi, un tempo riveriti, a volte non riescono a stare al passo con modelli più recenti ed è persino difficile capire perché siano stati così lodati in quegli anni. I Mission 70 MkII non sono però così. A quasi quattro decenni dall’uscita sul mercato continuano infatti a suonare musicali e divertenti come sempre.

Certo, i migliori diffusori attuali sono facilmente superiori per quanto riguarda timbrica, dettagli e precisione, ma ascoltando i Mission questo aspetto ci interessa fino a un certo punto. Rendono infatti divertente l’ascolto della musica e, considerando a quanto poco si possano trovare oggi sui siti che trattano l’usato, non potremmo davvero chiedere di meglio.

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© 2020, AF Digitale. Tutti i prodotti sono stati provati nelle apposite sale di ascolto e di visione di What HiFi e Stuff.tv dal team editoriale con sede nel Regno Unito.

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