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Monitor CRT nel 2021: quando vince la nostalgia

Potrà sembrare assurdo, ma acquistare un monitor CRT usato nel 2021 può dare tante soddisfazioni agli amanti del retrogaming

I monitor CRT sono tornati alla ribalta negli ultimi anni a seguito di un’ondata di nostalgia guidata dall’esplosione di popolarità del retrogaming. Per questo se ne trovano online in grande quantità e ovviamente ci riferiamo al mercato dell’usato, visto che già a partire dal 2006 moltissimi produttori (Sony compresa) cessarono la produzione di questi monitor, che fino al 2001 rappresentavano però ancora il 75% dei monitor venduti a livello globale.

Oggi questi monitor sanno inevitabilmente di vecchio e sorpassato, ma in realtà hanno ancora diversi vantaggi. La maggior parte di essi ad esempio ha un rapporto di contrasto migliore e frequenze di aggiornamento più elevate rispetto alla grande maggioranza dei moderni monitor LCD e ci sono addirittura fan sfegatati degli sparatutto in prima persona che giurano che i giochi FPS siano migliori su un monitor CRT di fascia alta.

Questi monitor godono inoltre di un input lag quasi nullo indipendentemente dalla frequenza di aggiornamento e soffrono pochissimo del motion blur sulle immagini in movimento. Per questo vogliamo fornirvi una piccola guida all’acquisto nel caso foste interessati a rivivere le emozioni di un tempo con davanti agli occhi un bel (e massiccio) monitor CRT da collegare a un computer o a una vecchia console.


monitor crt

I monitor CRT Trinitron di Sony dominano questo settore e lo stesso vale se parliamo di TV CRT. I monitor  Trinitron sono eccellenti e piuttosto facili da trovare, ma ci sono anche altri brand validissimi come Mitsubishi, Hitachi, LaCie, NEC, Iiyama ed Eizo. I CRT sono stati migliorati e perfezionati nel corso degli anni, anche se i modelli più vecchi in assoluto stanno superando i quarant’anni e hanno una bassa risoluzione, una bassa frequenza di aggiornamento e dimensioni del display davvero piccole.

I monitor CRT più recenti, come quelli prodotti a metà degli anni ’90 e negli anni 2000, appaiono oggi invece più nitidi, gestiscono meglio i riflessi e offrono molte più opzioni per regolare la qualità dell’immagine. La maggior parte dei monitor CRT ha una dimensione del display compresa tra 13 e 21 pollici, anche se viste le abitudini quotidiane di oggi difficilmente scenderemmo sotto i 17’’. Certo, potreste puntare direttamente a uno da 21’’, ma dovete tenere conto del peso (dai 22 ai 25 Kg) e, nel caso del mitico Sony GDM-FW900 da 24’’ in formato 16:9, il peso sale addirittura a quasi 50 Kg.

A nostro avviso un monitor CRT da 19’’ è l’ideale via di mezzo. È alto circa quanto un LCD da 24 pollici (anche se più stretto, ovviamente) e non è troppo difficile da trovare. Detto questo, i monitor da 17 pollici sono più comuni e ancora meno costosi e quindi non esitate ad acquistarne uno se lo trovate a un buon prezzo.

I monitor CRT professionali di Sony sono ancora meglio di quelli consumer, ma il prezzo è molto più alto

Passando invece alla risoluzione, bisogna fare un discorso un po’ più approfondito. La risoluzione funziona in modo diverso su un monitor di computer CRT rispetto a un moderno LCD. I monitor CRT si basano su una tecnologia analogica e non hanno una risoluzione nativa. I monitor CRT sono stati talvolta commercializzati con una risoluzione “consigliata” che fungeva da linea guida, ma in realtà supportano un’ampia gamma di risoluzioni di input e frequenze di aggiornamento.

Prendiamo come esempio l’Hitachi SuperScan 751. Questo monitor CRT da 19 pollici riporta una risoluzione massima di 1600 x 1200 pixel a 85 Hz, ma supporta anche i 1024 x 768 pixel a 130 Hz e i 640 x 480 pixel a ben 160 Hz. Una risoluzione di 2304 x 1440 pixel è la più alta che probabilmente vedrete per un CRT, mentre quella media per i modelli più recenti è di 1600 x 1200 pixel.

L’importanza della risoluzione dipende dall’uso che volete fare del monitor. Se volete solo giocare a giochi degli anni ’90 o emulare quelli per console, vi basta molto probabilmente una risoluzione di 1024 x 768 pixel o inferiore. Se però volete giocare a un gioco odierno come Doom: Eternal sfruttando le elevatissime frequenze di aggiornamento a cui abbiamo fatto riferimento prima, è meglio puntare su un modello con la risoluzione più alta possibile.

Badate bene però. La risoluzione da sola non determina la nitidezza su un monitor CRT. A farlo veramente è il cosiddetto dot pitch, ovvero la distanza misurata in mm tra i punti di fosforo o tra le celle LCD dello stesso colore di pixel adiacenti. Raccomandiamo in genere monitor con un dot pitch orizzontale di circa 0,28 millimetri o inferiore. Un dot pitch compreso tra 0,24 millimetri e 0,21 millimetri è eccellente. Più basso è meglio, ma probabilmente non troverete un monitor con un passo di punti inferiore a 0,21 millimetri.

Il dot pitch è un fattore determinante se vi interessa la nitidezza a risoluzioni superiori a 1600 x 1200 pixel. Un monitor con un dot pitch scadente potrebbe supportare un’alta risoluzione ma apparire più sfocato ad alta risoluzione rispetto a una bassa risoluzione. Il dot pitch è invece meno importante se vi interessa usare un CRT a risoluzioni inferiori. I monitor CRT a 800 x 600 o 1024 x 768 pixel saranno perfettamente godibili indipendentemente dal dot pitch elencato nella scheda tecnica.

Come accennato, i monitor CRT supportano una gamma di risoluzioni e frequenze di aggiornamento. Maggiore è la risoluzione, minore è la frequenza di aggiornamento e viceversa. La maggior parte degli ultimi monitor CRT in commercio aveva una frequenza di aggiornamento di almeno 75 Hz alla massima risoluzione. Le risoluzioni più basse sono dotate di frequenze di aggiornamento molto elevate, con i migliori modelli che raggiungono i 200Hz.

Impuntarsi in modo ossessivo sulla frequenza di aggiornamento di un CRT non ha però molto senso. I monitor CRT infatti risultano molto fluidi non solo per il refresh rate, ma anche grazie alle differenze fondamentali nel modo in cui viene prodotta un’immagine. Quasi tutti i monitor CRT da almeno 75Hz alla massima risoluzione hanno una fluidità eccezionale.

La stragrande maggioranza dei monitor CRT che vedrete online ha un ingresso video VGA, che sarà probabilmente anche l’unico input presente. È una tecnologia analogica che la maggior parte dei computer moderni non supporta più e quindi avrete bisogno di un adattatore DisplayPort o HDMI a VGA come questo. Fate però attenzione all’adattatore da acquistare.

Molti hanno infatti supportano solo una risoluzione e una frequenza di aggiornamento massime inferiori ai migliori monitor CRT disponibili. Alcuni degli ultimi CRT in commercio supportavano però anche l’interfaccia DVI-A o DIV-I, mentre i monitor CRT degli anni ’80 come i mitici Commodore 1701 e 1702 avevano un ingresso composito. Anche in questi casi comunque gli adattatori non mancano.

Ultima nota per i prezzi. Parrebbe logico che monitor di 20 o 30 anni fa costino pochissimo, ma basta farsi un giro su eBay per accorgersi del contrario. Certo, non mancano offerte da poche decine di euro per modelli particolarmente piccoli e datati, ma se già volete stare su un Sony Triniton da 19’’ o 21’’ preparatevi a spendere qualche centinaia di euro. Una cifra inconcepibile agli occhi di molti (volendo, oggi con prezzi simili ci si porta a casa un TV LCD 4K da 50’’), ma che dimostra quanto siano validi e ricercati questi monitor e quanto forte sia l’effetto nostalgia che spinge a rivivere le emozioni videoludiche del tempo che fu con un monitor… del tempo che fu.

© 2021, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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