Bloomberg scrive che le prenotazioni per PlayStation VR 2 sono metà di quelle preventivate, ma Sony smentisce. Chi avrà ragione?
Anche se Sony ha già smentito il tutto, due giorni fa un articolo di Bloomberg su PlayStation VR 2 ha gettato diverse ombre sul lancio del nuovo visore VR di Sony, atteso anche in Italia il 22 febbraio a un prezzo di 599 euro (o 649 euro per la versione con in bundle Horizon Call of the Mountain, il gioco portabandiera di PSVR 2). Ma cos’ha scritto esattamente Bloomberg?
Sony avrebbe ridotto drasticamente le previsioni per il lancio iniziale di PlayStation VR 2 dopo che i pre-ordini (iniziati già da alcune settimane) sono stati deludenti. Si parla più precisamente di attese di vendita di circa un milione di unità nei primi tre mesi, ovvero la metà di quanto Sony si era inizialmente prefissata. Stime che, secondo Bloomberg, derivano da un fornitore partner di Sony non meglio specificato e che hanno raffreddato immediatamente le azioni di Sony alla borsa di Tokyo, che a fine giornata si sono però riprese.
Come dicevamo all’inizio della notizia, Sony ha smentito alcune ore dopo l’articolo di Bloomberg, dicendosi anzi soddisfatta dell’accoglienza verso PSVR 2 (e quindi delle prenotazioni). Non sappiamo ovviamente chi abbia ragione, ma che la nuova periferica di PlayStation 5 sia partita senza tanto entusiasmo non è certo un mistero.
Parliamo dopotutto di un visore VR costoso non tanto in assoluto considerando anche che viene venduto già con i due controller (molti visori VR odierni orientati al gaming costano ancora di più a parte Meta Quest 2), ma che non è stato annunciato con quel prezzo aggressivo che avrebbe dovuto contribuire ad allargare un bacino di utenti (quello interessato alla realtà virtuale) che dopo anni non ha ancora raggiunto grandi numeri.
Ci sono poi altri limiti da considerare, come ad esempio la sola compatibilità con PlayStation 5 e non con il PC, il fatto che tra i giochi di lancio pochissimi siano novità assolute, il mercato complessivo della VR ancora stagnante e la stessa tecnologia alla base del visore. Che rimane, a quanto pare, di ottimo livello come esperienza visiva, ma che si affida ancora a un cavo da collegare alla console, quando gli appassionati di VR hanno potuto apprezzare la libertà e la comodità “wireless” offerta dal Meta Quest 2 (che tra l’altro può collegarsi anche tramite Wi-Fi a un PC).
Ma è soprattutto il prezzo di listino ad aver raffreddato secondo Bloomberg l’hype nei confronti di PSVR 2, che a oggi rimane nella storia dei videogiochi l’unica periferica per console più cara della console stessa. Il primo modello del 2016 uscì in Italia a 399 euro (lo stesso prezzo di PlayStation 4 di allora), anche se va considerato che da quella cifra erano esclusi PlayStation Camera e i controller Move (quindi, in realtà, anche in questo caso si superava il prezzo della console a meno di non avere già queste periferiche).
A differenza di Bloomberg, crediamo che in realtà sia proprio il concetto di VR a non essere ancora in grado di scaldare come previsto gli animi dei gamer. È vero che IDC stima per il 2023 un +32% di spedizioni di visori VR a AR (realtà aumentata) corrispondente a 12,8 milioni di pezzi, ma è anche vero che le vendite di Quest 2 sono calate dopo che lo scorso agosto Meta ne ha alzato i prezzi e anche gli investimenti nel Metaverso (e negli HoloLens da parte di Microsoft) non sono stati così remunerativi come si aspettavano le rispettive aziende.
Non resta comunque che attendere ancora qualche mese per capire se aveva ragione Bloomberg o Sony, anche se la sensazione è che la VR, soprattutto se ancora aggrappata a visori ingombranti, a cavi da collegare e a prezzi percepiti come troppo alti, non sia ancora pronta per il grande passo verso un utilizzo di massa nemmeno in ambito gaming, che poi sarebbe quello più promettente per questa tecnologia.
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