Hi-Fi Notizie

Sei proprio sicuro della QUALITÀ di quello che ascolti?

qualità

Spendi migliaia di euro in impianto, ma la qualità del contenuto che ascolti…?

Giulio Cesare Ricci fondatore della casa discografica fonè registra in altissima qualità da decenni e ci spiega come preserva e garantisce la qualità delle registrazioni musicali che produce.

Perché se da appassionati di Alta Fedeltà diamo molta importanza al nostro impianto, arrivando a spendere cifre importanti per un sistema che “suoni bene”…prestiamo attenzione anche alla qualità delle registrazioni e ai supporti che facciamo suonare?

AF) L’importanza della registrazione per una riproduzione stereofonica ad alta fedeltà? Quanto conta ed in cosa differisce una registrazione “standard” da quelle fonè?

GR) La registrazione non è importante, è fondamentale! Parte tutto da lì.
Quello che viene raccolto durante la registrazione, timbrica, colore del suono, profondità, larghezza te lo ritrovi nella riproduzione. Personalmente in ogni registrazione effettuo una fotografia sonora posizionando i microfoni nei punti ideali dello spazio.
E per questo devo ringraziare la natura che mi ha dotato di “un orecchio assoluto”. Fin dall’inizio del mio percorso produttivo, iniziato nel 1983, mi sono dato due priorità: da un punto di vista tecnico il sistema di registrazione doveva essere molto essenziale, tecniche bi-microfoniche o coppie di microfoni, al massimo tre abbinate. A partire dal 1983 ad oggi, ho sempre utilizzato un sistema di registrazione Signoricci che partiva dall’utilizzo di coppie di microfoni (i leggendari originali Neumann a valvole U47, U48 e M49).


Per valorizzare al massimo il suono catturato da questi microfoni, ho progettato e realizzato nel mio laboratorio cavi microfonici, cavi di linea, alimentatori stabilizzati, condizionatori di rete elettrica, un miscelatore microfonico specificatamente realizzato in base alle caratteristiche dei suddetti microfoni. Ho il rifiuto assoluto degli equalizzatori, dei compressori / espansori, tutto questo per ottenere un suono veramente naturale.

No assoluto a mixer che rendono il suono “molto piatto” ma al contrario l’utilizzo di un miscelatore a “norme militari”,  cavi e sistemi di alimentazione progettati e realizzati in fonè, con marchio Signoricci.

Per quanto riguarda i sistemi di registrazione, da sempre ne ho utilizzati due separati, uno analogico e uno digitale.

Tutti i miei album hanno quindi un master analogico registrato, a seconda dei periodi, con registratori differenti. Durante i primi anni di attività ho utilizzato il Nagra 4s 38cm/sec 2 tracks, successivamente lo Studer C37 a  valvole 38cm/sec 2 tracks e negli ultimi 25 anni l’AMPEX ATR 102  76cm/sec 2 tracks. In dominio digitale ho profuso grande impegno e ricerca per il formato SuperAudioCD che dal 1998 ad oggi rappresenta la massima qualità digitale. Fonè è stata la primissima in Italia e tra le prime nel mondo a realizzare il SuperAudioCD collaborando per 6 anni direttamente con il centro ricerche Philips, Eindhoven Olanda.
Anche in dominio digitale fonè si avvale di sistemi esclusivi Philips, dCS e Signoricci che utilizza anche per la musica “liquida” diffusa via internet high-res e in qualità CD.
Questo perchè fonè deve essere al massimo livello qualitativo su tutti i formati.
In 38 anni di lavoro ho sempre fatto ricerca e sperimentazione per affinare al meglio sia i sistemi analogici che digitali.

La registrazione fonè

Come detto in precedenza amo da sempre il suono naturale. Il suono naturale per essere catturato appieno ha bisogno dell’aria e quindi dell’acustica di luoghi come teatri, chiese, palazzi antichi, cantine, castelli, auditorium etc. Il suono per essere realmente naturale non deve essere manipolato, quindi allergia totale a equalizzatori, espansori, compressori… Deve essere catturato esattamente come lo ascolterebbe un ascoltatore che si trova nel luogo della registrazione, posizionato nel punto ideale.

Cosa intendo per punto ideale? Dove i suoni diretti della musica e i suoni riflessi dall’ambiente sono in perfetto equilibrio.

Sono molte le differenze tra una registrazione standard e una registrazione fonè, in sintesi due mondi completamente diversi, con due approcci completamente diversi.  Una registrazione standard solitamente è incisa in uno studio di registrazione mentre fonè sceglie sempre luoghi con acustica naturale dove la musica è normalmente protagonista. Tecniche di registrazione e microfoni utilizzati completamente diversi. Nelle registrazioni “standard” c’è un normale utilizzo di sistemi di espansione e compressione, equalizzazione del suono, in due parole una manipolazione del suono stesso… in fonè questo è assolutamente vietato.

Per le registrazioni standard c’è un utilizzo quasi esclusivo del dominio digitale, in fonè da sempre ogni incisione ha un doppio standard analogico e digitale, questo per rispettare e dare maggior valore ad entrambi gli standard. Il master analogico per realizzare dei Vinili analogici al 100%, master digitale DSD per realizzare SuperAudio CD e musica liquida ad alta risoluzione.

 

AF) Quanto contano i master per una realizzazione di qualità? Vuole spiegarci brevemente il lavoro che svolge Fonè sia sui master analogici che su quelli digitali?

GR) In una registrazione sono importanti tutti i componenti, dai più piccoli ai più grandi.
La qualità dei sistemi per incidere il master deve essere massima.
Per quanto riguarda il master digitale, dal 1983 al 1998 ho utilizzato i convertitori Sony Digital Professional PCM 16bit/44.1 Dal 1998 ad oggi incido in DSD 64 x 44.1 1 bit con workstations Signoricci ex Philips che montano programmi Pyramix, convertitori dCS analogico/digitale 904 e convertitori dCS digitale/analogico 954, tutto questo per realizzare al meglio i SACD fonè. Per quanto riguarda la realizzazione del master analogico, in questi 38 anni di attività ho utilizzato i registratori a nastro più famosi della storia. Nei primi anni ho utilizzato il Nagra 4s 38cm/sec 2 tracks, successivamente lo Studer C37 a valvole 38 cm/sec 2 tracks ed infine da 25 anni l’AMPEX ATR 102 76 cm/sec 2 tracks.
L’unicità del catalogo fonè è che tutti gli album sono stati registrati da un’ unica persona: Giulio Cesare Ricci
900 album, centinaia di locations diverse ma sempre un unico regista.

I registratori a nastro hanno sempre accompagnato la mia vita fin da quando ero bambino, anche nei momenti in cui dominava il digitale. Sono stato deriso per questo! Possiedo ancora sempre perfettamente funzionante il registratore Geloso che utilizzai per le mie prime registrazioni all’età di 10 anni. Ma è il Nagra 4s il registratore che ho sognato per anni… Ricordo quando a 19 anni presi il treno e andai a Cheseaux – Losanne alla Nagra dall’ing. Kudelski fondatore e presidente della Nagra per comprare il mio primo registratore professionale Nagra 4s.
Con questo fantastico registratore ho effettuato tantissime e bellissime registrazioni master.
Ne possiedo alcuni esemplari perfettamente funzionanti che oggi utilizzo per registrare gli Original Analog Master Tapes fonè. https://foneshop.it/it/11-analog-master-tapes

38 anni fa acquistai in Inghilterra ad un’asta di Abbey Road uno Studer C37 e uno Studer J37 a valvole insieme alle prime due coppie di Neumann U47 e M49. Il suono di questi due registratori è commovente, in particolare il J37 che originariamente era 1inch 4 tracks, oggi 1inch 2 tracks…incredibile!
La maggior parte della mia vita professionale l‘ho trascorsa con gli Ampex ATR 102  2tracks  76 cm/sec  1/2inch
Per questo devo ringraziare il mio grande amico, l’ingegnere anglo-americano David Manley deceduto da alcuni anni, che mi fornì i primi 4 Ampex tra l’altro modificati da lui stesso. Grande dinamica, timbrica vera, un suono magico. Tutti i miei registratori sono perfettamente funzionanti con testine di lettura e di registrazione “nuove di pacca”. Tutta la componentistica è originale!
Tutto questo è possibile grazie ad alcuni ingegneri che con grande professionalità e esperienza curano costantemente la manutenzione delle mie macchine.

AF) I microfoni a valvole Neumann degli anni 1947 e 1949 (U47, U48 e M49) perché tale scelta?

GR) Ascolto musica classica e jazz incisa da quando avevo 10 anni e la maggioranza dei Vinili che da quell’età in poi ho ascoltato, erano stati registrati da questi microfoni. I Neumann U47, U48 e M49 hanno registrato i più grandi artisti classici, jazz e pop negli anni ’50 ’60 e metà anni ’70.
L’ascolto di questi Vinili registrati con i microfoni Neumann mi ha “educato”.
Quando ho creato fonè all’età di 23 anni ho fatto di tutto per poterli avere e concretizzare con loro il mio sogno.
Le prime due coppie di U47 e M49 provengono dall’Inghilterra, un U47 mi fu regalato da David Manley, gli altri Neumann U47 e U48 provengono dalla Germania.

Il suono che riesco a catturare con questi leggendari microfoni è perfettamente in linea con il mio gusto sonoro.

Nessun altro microfono ha una timbrica così vera e la capacità di incidere tutte le nuances di suono e tutta la ricchezza degli armonici.

L’unicità di questi microfoni è legata alla loro capacità di effettuare una perfetta “fotografia sonora” e di mettere la musica perfettamente collocata nello spazio sonoro scelto per la registrazione.

AF) La cosìddetta “Loudness War“. Il mercato musicale di massa andrà sempre più verso la compressione delle registrazioni? Quale futuro per chi vuole un ascolto ad alta fedeltà?

GR) Da sempre ho fatto una battaglia alla compressione delle registrazioni.
La caratteristica di molti CD è che il livello sonoro supera lo 0dB questo perché vogliono che il CD suoni molto forte.
In dominio digitale superare lo 0dB significa distorsione pura, con il risultato di avere un suono molto tagliente, aggressivo e poco musicale.
I CD e SACD fonè hanno una dinamica naturale ed originale e sono tutti registrati con il picco inferiore a 0dB.

Il futuro per chi vuole un ascolto ad alta fedeltà è roseo.
Molte sono le aziende che in questi ultimi anni hanno portato avanti progetti qualitativi di alto livello in linea con la grande tradizione High-End degli anni ’80 ’90, mi riferisco a giradischi, testine, lettori CD, sistemi di amplificazione, sistemi di altoparlanti… Anche per questo argomento bisogna rileggere la storia e rispettare i “grandi vecchi” dell’Hi-Fi.
E’ fondamentale  che i nuovi operatori dell’High-End si confrontino con gli operatori che hanno dedicato decenni alla riproduzione della musica.
Solo così ci potrà essere un’ evoluzione dell’High-End e anche i sistemi più attuali per la riproduzione della musica attraverso internet potranno crescere qualitativamente.

© 2021, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

Vuoi saperne di più? Di' la tua!

SCRIVICI


    MBEditore network

    Loading RSS Feed


     

     

     

     

     

    Pin It on Pinterest