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AV consumer e videogiochi: una ricetta possibile

AV consumer e videogiochi
Sistema Onkyo e Klipsch.

Con la penuria di microprocessori che sta condizionando l’intero mondo dell’elettronica, i tempi per garantirsi un ricevitore AV si sono drammaticamente ampliati. Soprattutto per i prodotti delle case del Sol levante, dai tempi del Covid schiacciati da una distribuzione claudicante. Cosa può fare, però, un buon HT con una console di ultima generazione? Aspettando tempi migliori, tanto storici quanto per il nostro settore, vediamo quello che si può fare con meno di 3.000 Euro per trasformare un salotto in una sala home theatre/gaming dalle dignitose capacità. Ecco a voi 2 setup 5.1 di livello adeguato, capaci di prestazioni ambiziose nel caso del secondo impianto proposto.

Anche i videogiochi meritano un sistema HT di livello, esattamente come per il nostro BD 4k.

Immaginate un sistema home cinema con un ricevitore AV decoroso accompagnato da un 5.1, o magari un 5.1.2 sfruttando due diffusori height per rendere al meglio con formati Atmos/DTS-X.

In questo articolo proveremo a riempire il vuoto presente nella fascia Audio Video consumer applicata ai videogiochi. Siamo certi che una console videoludica moderna possa non fermarsi a soundbar o a improvvisati kit audio di derivazione PC. Un buon AV e una serie di diffusori hi-fi fa la differenza, e non di poco.

Per chi avesse voglia di sperimentare questo upgrade ecco 2 possibili set up, composti da ricevitore AV, subwoofer e diffusori. I setup fra diffusori e ampli ricercano un’aria di famiglia con i loro partner: avremo quindi diffusori adatti, al meglio, alle peculiarità del concetto sonoro dell’AV.


Denon e Indiana Line: una resa convincente (anche nel prezzo, < €2000)

AV
DENON AVC-S660: l’entry level della casa.

 

Un ricevitore davvero completo, e adattissimo all’utilizzo con i videogiochi. Perché? Per via del prezzo abbordabile (€625 di listino) e della grande completezza offerta (compatibilità 8K/60, HDMI 2.1). Interessante la potenza nominale (135W per canale). A rendere valevole il prodotto, aldilà delle specifiche, comunque replicate anche dagli avversari, è il suono sempre preciso e vellutato, leggermente più trattenuto dei cugini più blasonati Marantz. La configurazione non va oltre al minimo per un valido HT: si tratta di un classico 5.2.

Ad accompagnare questo buon AV mediano abbiamo scelto i diffusori della linea TESI del più famoso marchio di diffusori italiani a buon mercato: Indiana Line. In dettaglio, per le stereo frontali le tower 561L (€335 l’una), per i satelliti le generose 261L (€175) da scaffale, e per il centrale la 761N (€220). Terminiamo con il subwoofer BASSO 840 (€360). Attraente, questo sub, e, a queste cifre, davvero particolare. L’altoparlante, infatti, come accade con alcuni modelli dalle più imponenti caratteristiche, è sottoscocca e sfrutta il pavimento come propagazione, la potenza è di 75W in classe AB.

AV
Indiana Tesi series.

 

Le Indiana si adattano senza problemi ad ogni amplificazione per via del loro suono morigerato, adatto ad una riproduzione generosa e bilanciata di bassi e medio-alti. Senza dubbio, una collezione consigliata per chi inizia ad appassionarsi all’alta fedeltà stereo, ma ancor più sono a loro agio in contesti AV, dove mostrano di essere all’altezza delle aspettative.

Spesa totale Denon e 5.1 Indiana: €2225 di listino (gli street price sono, però, molto interessanti ed è possibile scendere di fatto sotto i 2k di spesa complessiva).

Onkyo e Klipsch: uno caloroso, l’altro cristallino per un sistema dal suono ricercato

AV
Onkyo TX-NR696 (€ 649)

 

Una partnership in auge da anni, quella fra i due brand, che, aldilà degli interessi commerciali, ha saputo fare luce su setup interessanti. Klipsch, anche nelle sue serie reference più popolari, tiene fede al suo tweeter puntiglioso. Onkyo, invece, rispetto al cugino Pioneer, vanta un suono più caldo e d’impatto. Una combinazione, quindi, che calza, per esperienza, piuttosto bene.

Cerchiamo, dunque, di salire di livello con questa combo, anche nel prezzo, restando comunque nell’ambito di un facile 5.1.

L’Onkyo 696 è una centrale dell’intrattenimento AV di tutto rispetto. I canali salgono a 7.2 e la potenza a 175w. Notevole, come da tradizione, il supporto alle piattaforme streaming. A fare la differenza, in questi modelli medio-alti della casa di Osaka, è la proprietaria Dynamic Audio Amplification. La resa dinamica dei transienti (la variazione d’ampiezza sonica), in particolare, è valevole negli Onkyo, anche grazie ai buoni livelli di corrente ed ad una potenza, spesso, più alta della concorrenza. Tutto ciò dona vita ad un suono, in una parola, corposo, carattere tipico di questo brand.

In casa Klipsch ci soffermiamo sulla linea media pensata per stereo e multicanale, la Reference. Klipsch, in questi anni, ha scommesso molto sull’HT, ed offre kit dei suoi diffusori disponibili ad un prezzo vantaggioso. In questo caso abbiamo scelto il 5.1 R-820F. Un sistema ambizioso e caratterizzato dalla tromba tracktrix e dal suono precisissimo e soffiato. Il kit comprende le torri R-820 (un gran diffusore anche per stereofonia hi-fi) i satelliti R-51M, il centrale R-34C ed il sub R-120. Il listino è €2345, ma, anche qui, sono possibili sconti interessanti.

AV
5.1 R820F.

 

Il suono Klipsch è originale: si ama o si respinge. Rare sono le vie di mezzo nella stereofonia, dove l’alto dotato di un palcoscenico estremamente avanzato non è per tutti. La questione muta in multicanale, dove il suono squillante e presente dell’horn cattura suoni ambientali, voci ed effetti cinematografici (o videoludici) con espressività ed una plethora di dettagli. Attenzione all’amplificazione AV: occorre qualcosa di caldo ed in grado di smuovere adeguatamente i woofer calmando la natura tutto-in-alto delle Klipsh. Ottimo, per tale mansione, l’AV Onkyo.

Spesa totale Onkyo e kit Klipsch: €2994 di listino, ma lo street price potrà regalare gradevoli (per il portafoglio…)  sorprese  

Con queste credenziali potrete scoprire come, forse, le migliori qualità di un HT si ritrovino nei videogiochi, ancor più che nei film, e come anche una console possa bastare per generare un’atmosfera degna, se non superiore, a quella di un cinema.

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