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DSD: l’audio in alta risoluzione come non lo avete mai sentito

file dsd

Ancora poco conosciuto e “consumato” dagli appassionati, l’audio DSD è in realtà un modo straordinario per godere della musica in alta risoluzione. Conosciamolo meglio

Se bazzicate un po’ il mercato degli streamer, dei DAP hi-res e, in generale, dell’audio in alta risoluzione, avrete certamente sentito parlare dei file DSD (acronimo di Direct Stream Digital), un formato audio hi-res nato in origine per essere ospitato sugli SACD (Super Audio CD) che, sebbene poco conosciuto dalla grande massa di ascoltatori, è in realtà molto interessante per le sue caratteristiche uniche.

Il normale flusso di un CD ha una profondità di bit e una frequenza di campionamento di 16 bit/44,1 kHz. Il DSD 64 (la versione più comune) ha invece una profondità di bit e una frequenza di campionamento di 1-bit/2,8224 MHz. In altre parole, un file DSD 64 viene campionato 2.822.400 volte al secondo e ogni volta produce solo un bit di informazione.

Quando la frequenza di campionamento è così alta, non c’è alcun vantaggio nell’avere una profondità di bit maggiore a 1. Potete semplicemente registrare quell’informazione come 1 o 0 o, in termini sonori, se l’ampiezza di un’onda sonora sta aumentando o diminuendo. Nel momento in cui quei 2.822.400 1 e 0 vengono messi insieme, si ha un’immagine incredibilmente dettagliata di qualunque cosa si stia misurando. È come se all’improvviso faceste uno zoom out da un primo piano di un collage, in cui ogni minuscolo segmento differisce solo leggermente da quelli vicini, per rivelare uno splendido dipinto.


Musica HiREs in auto_pcv e dsd

Tra l’altro 2,8224 MHz non è la frequenza di campionamento più elevata che un file DSD può raggiungere. Nelle specifiche di un DAC, ad esempio, si leggono infatti spesso anche termini come DSD64 e DSD128, che indicano audio DSD con frequenze di campionamento ancora più elevate. Il massimo raggiungibile è DSD1024, ovvero un file con una frequenza di campionamento di 45,2 MHz, anche se le registrazioni in questo formato sono decisamente rare.

Per capire esattamente come funziona un file DSD, bisogna avere familiarità e dimestichezza non solo con concetti come la profondità di bit e la frequenza di campionamento, ma anche con quantizzazione, jitter, non linearità, ampiezza, algoritmi di modellazione del rumore e altro ancora. Vi evitiamo una lezione approfondita, anche perché fondamentalmente quello che dovete capire è che l’audio in formato DSD suona dannatamente bene.

A nostro modo di vedere, pur con le inevitabili differenze tra una registrazione e l’altra, è il formato audio con la miglior qualità che abbiamo mai ascoltato. Per godere di tutta questa bellezza sonora, serve non solo un DAC in grado di gestire i file DSD, ma anche un player compatibile. Parliamo sia di player hardware (un lettore SACD in questo caso o un DAP hi-res), sia di player software per riprodurre i file DSD su un computer.

Il DAC iFi Audio Pro iDSD supporta anche i file DSD 1024

Oltre a un simile investimento in termini economici, l’altro aspetto negativo è che gli album in formato fisico o digitale disponibili in DSD non sono molti. Se poi riuscite a trovare quello che vi interessa in SACD, preparatevi a pagare molto di più di quanto fareste per un CD (parliamo anche di 25-30 euro ad album) e lo stesso vale per i download digitali da siti specializzati come HDtracks, Native DSD e Highresaudio, che variano mediamente tra 1 e 2 GB per singolo album (al momento non ci sono invece piattaforme streaming in stile Spotify che offrono contenuti in DSD).

Se preferite i download al supporto fisico, non aspettatevi però di riprodurre questi album da iTunes o software simili. Come accennato in precedenza, è necessario un player audio software specializzato per gestire il formato del file. Nel nostro caso usiamo spesso il player gratuito Pine Player, ma il programma più popolare è Audirvana Studio, che però non costa poco. Come già accennato, vi servirà poi anche un DAC di un certo livello (evitate quello integrato nel vostro PC) in grado di gestire specificamente l’audio DSD.

A dire il vero è anche possibile “barare” campionando un classico file PCM in uno in formato DSD. Alcuni DAC come il Sony TA-ZH1ES hanno infatti circuiti che rimasterizzano l’audio in DSD fino a 11,2 MHz, una frequenza di campionamento decisamente elevata. Tuttavia, niente batte l’esperienza di ascoltare musica DSD in modo nativo e con l’hardware più appropriato.

© 2021, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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