Come valutare la risposta in frequenza nell’acquisto di un qualsiasi dispositivo audio e quali aspetti considerare
Chi ha un minimo di esperienza nel settore audio, sa bene che prima dell’acquisto di un prodotto per l’ascolto è necessario valutare alcune specifiche. Una su tutte è la risposta in frequenza. Questo vale per casse, monitor, cuffie, auricolari, soundbar e molto altro. Pochi però sanno che dietro questo parametro ci sono alcuni segreti e che a volte le case produttrici non sono così chiare.
COSA SONO LE FREQUENZE E LA RISPOSTA IN FREQUENZA
Il suono è un’onda. Questa onda effettua un certo numeri di cicli ogni secondo. La frequenza misura proprio il numero di cicli al secondo di un’onda sonora, e vieni misurata in Hz (Hertz). Per cui, maggiore sarà il numero di cicli al secondo, maggiore sarà la frequenza. Tutti i dispositivi audio elaborano le frequenze in maniera diversa e la risposta in frequenza (frequency response) è proprio il modo in cui il dispositivo audio riproduce o acquisisce tali frequenze. Questo significa che ogni dispositivo tratterà in modo diverso le frequenze, ecco perché ad esempio ci sono cuffie che suonano con bassi più potenti (cioè spingono le frequenze basse) e auricolari con bassi deboli (cioè spingono più le alte che le basse frequenze).
VALUTARE LA RISPOSTA IN dB
Valutare la frequency response di un dispositivo, ci permetterà di capire come suonerà. La valutazione si effettua tramite un grafico come questo:
Questo grafico rappresenta la frequency response degli Hercules DJ Monitor (viola) e Krk rokit RP5 (giallo). Sull’asse delle ordinate troviamo il guadagno in dB, su quello delle ascisse la frequenza in Hz.
Praticamente, ad ogni frequenza è associato un certo livello di guadagno.
Il guadagno è la capacità di aumento dell’ampiezza (amplitude) del segnale.
Questo grafico consente di effettuare una comparazione tra diversi dispositivi e capire come essi “rispondono” ad una certa frequenza. Qui ad esempio, vediamo che intorno ai 20Hz di frequency, il valore di amplitude in dB si abbassa notevolmente.
Ora, nel caso in cui dovessimo acquistare ad esempio dei monitor per il nostro home studio, sarà sempre molto utile osservare i relativi grafici. Solitamente i grafici di un monitor (o comunque di un dispositivo audio) si trovano online e sul sito del produttore. Può essere anche consigliabile chiedere opinioni in merito a chi ha già acquistato il dispositivo, così da farsi un’idea.
RISPOSTA IDEALE
È chiaro che possiamo visualizzare i grafici per capire se si avvicinano ad una risposta ideale. Ma quale sarebbe la risposta ideale e ottimale? Naturalmente, sarebbe quella che associa ad ogni frequenza lo stesso valore di guadagno. Questo significherebbe che il dispositivo sarebbe in grado di riprodurre un suono senza avvantaggiare o penalizzare alcuna frequenza, ottenendo quindi un ascolto oggettivo e neutro, il più equilibrato possibile.
E questa è una caratteristica importantissima nei monitor da studio. Conseguentemente, il grafico sarebbe una linea orizzontale, piatta (concetto che prende il nome di linearità). Nel grafico sotto, la linea verde è quella ideale. La linea gialla si avvicina a quella ideale, mentre la rossa è quella che si discosta maggiormente.
Naturalmente, è impossibile che un dispositivo raggiunga la linea ideale, perché per costruzione ci sarà sempre una modifica della risposta alle frequenze.
Però, si può dire che più il grafico di un dispositivo si avvicina alla linea ideale, maggiore sarà la fedeltà sonora.
Da evitare quindi l’acquisto di dispositivi che hanno un grafico irregolare, composto da concavità, convessità, e molte curve in generale. Questo concetto è valido soprattutto se dobbiamo acquistare dei monitor o delle cuffie per mixare.
FREQUENZE UDIBILI
Bisogna considerare un fattore importante: non tutte le frequenze possono essere percepite dall’orecchio umano. Generalmente, il range che gli umani possono sentire è tra 20Hz e 20kHz (ovvero 20000Hz). Prima di 20Hz e oltre 20kHz non sentiamo nulla. Questo significa che, se un dispositivo audio ha una risposta in frequenza di 20Hz – 20kHz mentre un altro ne ha una di 15Hz – 26kHz, teoricamente per noi non cambierà nulla tra i due dispositivi.
Molto spesso, le cuffie che ad esempio raggiungono fino a 26kHz (e oltre) di range, vengono vendute come “migliori” rispetto a quelle con un range più ristretto. Ma in realtà, questo non è propriamente vero, proprio perché comunque non riusciamo a sentire quelle frequenze in più. La sensazione di sentire con una maggiore qualità in cuffie più costose è dovuta più che altro alla minore impedenza (resistenza al passaggio di corrente che diminuisce il segnale audio, misurabile on Ohm) e alla migliore qualità costruttiva.
COME VALUTARE LA RISPOSTA ALLA FREQUENZE
Nella scelta di una cuffia ad esempio, una volta che avete controllato che la frequency response è 20Hz – 20kHz, controllate le altre caratteristiche come impedenza (che deve essere più bassa possibile, di solito 16 o 32 Ohm), qualità costruttiva, e altre caratteristiche relative a comodità di utilizzo. Ricordate che le cuffie sono dotate di un driver piccolo, solitamente non più grande di 60mm. Per cui, non potremo mai avere dei bassi troppo profondi con esse, motivo per il quale conviene consultare il grafico della risposta in frequenza e verificare che ci sia un guadagno maggiore nelle frequenze basse, in modo da compensare questa caratteristica. Le casse, ovviamente, avendo un un woofer grande, non avranno problemi a riprodurre meglio le frequenze basse.
Discorso valido anche per i monitor da studio (in quel caso controllate che la linea del grafico sia il più vicina possibile a quella ideale). Se dovete acquistare un amplificatore, è preferibile che la risposta in frequenza sia anche più di 20Hz – 20kHz. Questo perché agli estremi della frequency response, si è già persa la metà della potenza. Quindi, una risposta in frequenza maggiore di quella percepibile consentirà di non avere riduzioni di potenza nel range effettivamente udibile. Anche nel caso degli amplificatori, è sempre meglio un grafico vicino all’ideale.
In conclusione, va tenuto sempre a mente che non tutti riescono a sentire i famosi 20Hz- 20kHz, e che con l’avanzare dell’età la capacità di ascolto tende a diminuire. Inoltre l’ascolto può anche variare in base a diversi fattori, come acustica di una stanza o sensibilità personale. Questi consigli sono comunque validi non solo per un ascoltatore con orecchio allenato, quindi un produttore o un sound engineer, ma anche per i comuni utenti in cerca di una esperienza di ascolto ottimale.
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