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Giradischi e soundbar: matrimonio possibile o sacrilegio audiofilo?

giradischi

Avete mai pensato di collegare un giradischi a una soundbar? Forse inorridite al solo pensiero, ma in alcuni casi il risultato potrebbe persino sorprendervi

Nell’approfondimento di alcuni giorni fa sui giradischi con stadio phono integrato ci siamo accorti di non aver mai menzionato la parola soundbar. Certo, i puristi rabbrividiscono al solo pensiero di collegare un giradischi a una soundbar, ma chi ne ha già in casa una e per praticità, risparmio o per semplice curiosità vorrebbe ascoltare qualche vinile senza avere tra i piedi un amplificatore e diffusori tradizionali può farlo benissimo. E non è detto nemmeno che il risultato non sia piacevole per le orecchie.

Dopotutto, con soundbar che arrivano a superare i 2000 euro come la Sennheiser Ambeo, anche questi prodotti hanno ormai raggiunto una maturità invidiabile e con l’inclusione di un subwoofer wireless, che spesso accompagna la soundbar vera e propria, anche i timori di dover rinunciare quasi del tutto alla gamma bassa non sono più tali. Certo, ci sono poi soundbar super entry-level da 100 euro che faranno suonare i vostri vinili (e qualsiasi altra cosa) in modo pessimo, ma c’è anche un’ampia via di mezzo rappresentata da modelli più che adatti all’ascolto musicale. È vero che l’hi-fi è un’altra cosa, ma a volte bisogna anche accontentarsi.

Bluetooth… e vai tranquillo

Il modo più pratico e “indolore” per ascoltare vinili con una soundbar è l’opzione Bluetooth. Ormai tantissime soundbar offrono questa connettività wireless e diversi modelli offrono anche il Bluetooth aptX, che assicura una qualità dello streaming audio più elevata rispetto al classico Bluetooth SBC. Soundbar come la Kubik One, la Klipsch R-20B, la Denon DHT-S514, la Canton DM5 e la Teufel Cinebar Pro (qui ne trovate molte altre) sono tutti modelli con Bluetooth aptX, che consigliamo caldamente rispetto a quelli con Bluetooth SBC.


Ci sono poi anche soundbar più evolute che si spingono fino all’ancora più performante aptX HD (ci viene in mente ad esempio la B&W Formation Bar), ma i modelli simili sono ancora pochi e il prezzo si alza inevitabilmente. Ovviamente, se acquistate una soundbar con Bluetooth aptX, per sfruttare la migliore qualità di questo standard anche il giradischi deve essere aptX, ma anche qui non ci sono particolari problemi visto il discreto numero di modelli disponibili. Si va ad esempio dal costoso Cambridge Audio Alva TT (che è addirittura aptX HD) ai più economici TEAC TN-400BT e Audio-Technica AT-LP60XBT.

Ovviamente, se vi accontentate del Bluetooth tradizionale la quantità di soundbar e giradischi sul mercato si amplia notevolmente, ma se appena potete restate sui modelli aptX. In alternativa, anche se ciò richiede dei cavi, potete optare per un giradischi tradizionale che già avete in casa da collegare a un trasmettitore Bluetooth aptX esterno come l’Inateck BR1009 o il più evoluto e costoso 1Mii B03Pro, che funge anche da ricevitore Bluetooth e può quindi tornare utile per altri scenari di utilizzo (potreste ad esempio rendere Bluetooth un vecchio amplificatore o dei diffusori attivi).

I cari vecchi cavi

Se invece il Bluetooth non vi piace particolarmente (e in effetti uno streaming audio aptX è sempre e comunque compresso), l’accoppiata giradischi-soundbar può basarsi anche su un più tradizionale collegamento cablato. In questo caso l’elemento fondamentale è lo stadio phono, che può essere già integrato nel giradischi o aggiunto tramite una “scatolina” esterna da collegare sia al giradischi, sia alla soundbar.

Visto che non esistono soundbar con un ingresso phono dedicato, la soluzione migliore sarebbe avere un giradischi con stadio phono integrato e una soundbar con ingresso AUX-RCA; in questo caso basta collegare i due spinotti bianco e rosso che escono dal giradischi all’ingresso RCA della soundbar. Più probabilmente però avrete una soundbar senza RCA dove l’ingresso AUX è rappresentato da un entrata jack da 3,5mm. In questo caso vi serve un cavo adattatore come questo, con da un lato due spinotti RCA femmina e, dall’altro, un terminale jack da 3,5 mm.

Se invece avete una soundbar con una porta HDMI già occupata con il cavo che va al TV ma vi rimane un ingresso ottico, vi servirà un convertitore RCA-ottico come questo, con il quale collegare il giradischi all’input RCA per poi uscire alla soundbar tramite cavo ottico. Esiste poi un caso ancor più particolare come ad esempio quello della soundbar Sonos Beam dotata di una sola porta HDMI. Se avete questa soundbar, vi servirà un convertitore da RCA ad HDMI come questo e, possibilmente, un hub con più porte HDMI in modo da non dover continuamente scambiare i cavi HDMI a seconda che ascoltiate il giradischi o guardiate la TV.

C’è poi la soluzione di collegare il giradischi a un ingresso audio del TV e sfruttare la Sonos Beam tramite l’HDMI ARC, ma in questo caso bisognerebbe lasciare acceso il TV mentre si ascolta la musica e in ogni caso, come anche con la soluzione del convertitore RCA-HDMI, entra in gioco anche una componente video che potrebbe influire negativamente sul tragitto del segnale audio dal giradischi alla soundbar. Infine, nel caso non avete un giradischi con stadio phono integrato, a tutto quanto scritto fin qui dovete aggiungere per forza uno stadio phono esterno tra il giradischi e la soundbar, con quindi una spesa maggiore e più cavi da considerare.

Il risultato finale? Ovviamente dipende dal collegamento che andrete a effettuare e dalla qualità del giradischi e della soundbar e, in caso, anche dello stadio phono esterno. Ripetiamo che ascoltare vinili su un diffusore nato espressamente per migliorare l’audio di un TV non è certo la soluzione ideale e più audiofila, ma tentar non nuoce e in ogni caso alcune soundbar music-friendly come quelle Sony dotate di supporto per l’audio hi-res tramite Bluetooth LDAC e della tecnologia DSEE Extreme per migliorare l’audio compresso potrebbero sorprendervi.

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