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Metro Exodus – Home Theater Test PS4 Pro

Metro Exodus è l’ultimo capitolo legato agli scritti di Dmitrij Gluchovskij. Pronti ad affrontare l’olocausto nucleare immersi nell’impianto Home Theater?

In Metro Exodus siamo nell’anno 2036, a 2 anni da quanto accaduto nel precedente Metro: Last Light. In questo nuovo survival horror con elementi stealth il gamer veste i panni del giovane Artyom, russo che ha passato l’esistenza nei sotterranei della metropolitana moscovita.

Troppo tempo è trascorso al riparo dal lungo inverno nucleare, conseguenza di un conflitto atomico su vasta scala del 2013, credendo di esser parte degli ultimi esseri umani del Paese e forse dell’intero pianeta.

Creduto folle, Artyom scopre la verità dietro la facciata delle menzogne diffuse con l’aiuto di un sistema di copertura elettronica che ha impedito le comunicazioni, isolando di fatto Mosca dal resto del mondo. In un ambiente biologicamente mutato ed estremamente pericoloso l’eroico sopravvissuto, assieme alla moglie e un pugno di disperati, compirà un lungo viaggio a bordo di un treno, un tragitto di 8.000 chilometri colmo d’insidie della durata di 12 mesi verso una remota località a oriente.


SOPRAVVIVERE A QUALSIASI COSTO

Metro Exodus è un FPS survival horror unicamente single player con una trama supervisionata dallo stesso Gluchovskij, dove l’avventura ha radici profonde all’interno di uno scenario post-apocalittico ben congegnato che non manca di sorprendere grazie a molti colpi di scena. 4A Games in questo caso offre uno sparatutto in prima persona la cui componente shooter resta importante ma non esclusiva, aprendo maggiormente all’esplorazione con situazioni di crafting dove sui banchi di lavoro si ‘affilano i coltelli’.

Metro Exodus

Solo in determinati punti ci si troverà immersi in un ambiente maggiormente open world, proprio per questo inusuale rispetto alle caratteristiche tipiche di un FPS. Trait d’union della storia è Aurora, treno su cui viaggia l’intero team chiamato ad ampia attività esplorativa del tutto diversa dai due game passati, decisamente più claustrofobici, con ambientazioni che qui cambiano durante il percorso impedendo di acquisire e mantenere troppa sicurezza.

Quattro i livelli di difficoltà, assottigliando sempre più rifornimenti e aiuti e aumentando in misura inversamente proporzionale la resistenza degli avversari, sfiorando livelli di realismo da elevata frustrazione. Il più basso offre un grado di sfida ai minimi assoluti, consigliabile solo a chi affronta per la prima volta un FPS, mentre ci sentiamo di consigliare quello ‘Medio’ per mantenere una dignitosa bilanciatura. Ai nostalgici dei due titoli precedenti ricordiamo che comunque parte dell’avventura offre uno stile scenografico più legato al passato.

Metro Exodus

LA STRATEGIA RIPAGA

Missioni secondarie miste alle principali aumentano la longevità confrontandosi con una serie di molteplici avversari: in primis umani armati che tenderanno a misurarsi dalla distanza se provvisti di armi da fuoco, ricordando che l’IA del gioco non mancherà di premiare scelte più ardite agendo per esempio in situazioni notturne, magari dopo aver costruito un silenziatore per la pistola o impiegando una balestra.

In alcuni casi è possibile distrarre l’attenzione lanciando oggetti, funziona con le sentinelle ma meno con creature mutanti che una volta che hanno agganciato l’obiettivo difficilmente cambieranno idea. Nota in parte di demerito per l’eccesso nei dialoghi e inutile scambio di battute in parte insulse, facendo perdere tempo in attesa di cogliere qualche elemento davvero significativo, frasario che andava asciugato.

Metro Exodus

Artyom non potrà sbarazzarsi degli avversari vuotando semplicemente caricatori, occorrerà agire anche a mani nude e con oggetti contundenti. In particolare le armi da fuoco avranno una certa usura sporcandosi, costretti a sparare colpi a vuoto per rimetterle in funzione. Lo zaino a corredo non è un dispensario infinito di qualsiasi cosa, spingendo a eseguire ricerche a setaccio ed esplorazione, quando si consulta anche solo l’orologio al polso la zona circostante non è più a portata ottica.

Come in passato la maschera per respirare in zone contaminate richiede la sostituzione del filtro, il visore tende a sporcarsi e quando s’incrina occorre ripararlo velocemente per non stramazzare al suolo. La modifica di quanto si possiede è chiave per uscire vincenti dai confronti col nemico, la componente stealth è oltremodo importante, agire con circospezione ed eliminare nell’ombra è preferibile ad assalti tanto adrenalinici quanto rischiosi.

Metro Exodus

Tornando all’IA ci si imbatte nuovamente in limitazioni in parte anche pesanti, accovacciati in zone semi aperte il percorso di osservazione del nemico dovrebbe rivelare la nostra posizione e invece ciò non accade, specie a difficoltà basse e l’eliminazione diventa pressoché una passeggiata.

Attenzione però che il sistema di shooting è relativamente preciso e nei molti momenti concitati di confronto armato non aiuta il calo del frame rate di cui parleremo tra poco. Ciclo giorno/notte che varia il paesaggio e incide sulla difficoltà, doppio finale per rivivere una seconda volta il percorso.

VIDEO

La realizzazione grafica di Metro Exodus è  sopra la media con notevole cura dei particolari, effetti, elementi scenografici o in movimento, ombre e texture non mancano di sorprendere con limitazioni legate direttamente all’hardware a disposizione oltre a qualche compenetrazione. Nel nostro caso il test si è svolto su PS4 Pro a una risoluzione d’immagine che non va oltre i 1440p, contro i 2160p dell’Xbox One X.

Ciò che più pesa rispetto alla console Microsoft è invero il calo di frame rate, che nelle massicce transizioni di elementi in movimento contestuale si abbassa sotto i 30 fps nominali. Appannaggio di Xbox One X l’HDR wide color gamut è un altro elemento di cui si sente la mancanza, con un’estensione cromatica e ulteriore rifinitura facendo la differenza non solo nei passaggi notturni con diversificazione dei punti luce.

Metro Exodus

Sulla Ps4 Pro luminosità e contrasto non sono così efficaci e la visione su schermi di grandi dimensioni pone ulteriore accento sulle limitazioni strutturali, con accenni di tearing, oltre le quali la console di casa Sony non riesce ad andare. In più di un’occasione si ravvisa inferiore livello sfumature in secondo piano impedendo maggiore uniformità ai fondali, lo stesso dicasi per il cielo che in alcuni casi appare più ‘lattiginoso’ e meno ricco di nuvole.

La grafica sviluppata all’origine è di qualità ma con uno stile un po’ datato, non si può fare a meno di notare una certa rigidità d’insieme con ulteriore appesantimento derivante dalla PS4 Pro. Disponibile nel setup la modifica del gamma per migliorare la percezione di elementi in penombra, attenzione a come andate a impostarne il livello se possessori di pannello OLED. Zoom dell’immagine a schermo modulabile con buona escursione.

Metro Exodus

Cogliamo l’occasione per segnalare quello che non è un difetto di questo game quanto una classica mancanza di personalizzazione del joypad: è possibile stabilire l’ingerenza della vibrazione, l’inclusione dell’audio ma non disattivarne l’illuminazione. Se posizionati fronte schermo a distanza mediamente ravvicinata nelle sequenze più buie il riflesso dello stesso sullo schermo non è per niente piacevole.

AUDIO

L’offerta multicanale si limita al Dolby Digital / DTS lossy 5.1 con localizzazione interamente in italiano. Il doppiaggio ha una sua venatura cinematografica, le voci dei personaggi restano interessanti ma non sarebbe stato niente male poter quanto meno sperimentare l’ascolto in russo con sottotitoli.

Metro Exodus

La rotazione degli elementi con corretto posizionamento sul relativo diffusore in funzione del punto di osservazione è eccellente, meno purtroppo il parlato sul centrale o da altri diffusori che in taluni istanti rischia di venire coperto da altri elementi sonori al punto da non essere intellegibile. Immersi nell’impianto Home Theater resta comunque un’esperienza interessante ritrovandosi al centro dell’azione, circondati da elementi che anche se in minima parte aiutano a meglio comprendere la posizione del nemico. L’adrenalina non mancherà di scorrere copiosa.

Un FPS survival horror di questa portata meritava comunque un missaggio multicanale di maggior spessore, col supporto di codifiche audio lossless anche a oggetti come il Dolby ATMOS, ancora troppo raro anche su produzioni di grosso calibro proprio come questa.

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VERDETTO

Tirando lo somme Metro Exodus è un game fortemente consigliato agli appassionati di genere, non solo a chi ha consumato i due predecessori. Un game con impostazione unicamente single player che saprà intrattenere per non meno di 20/30 ore di singola campagna, senza contare l’opportunità di rigiocare allo scopo di arrivare al finale alternativo e completare tutte le quest secondarie.

Un risultato tecnico interessante ma capace di raggiungere vette di qualità video solo su Xbox One X grazie all’UHD/HDR, peccato per il comparto audio che ci aspettavamo un po’ più curato.

TESTATO CON: Tv Sony AF8 55″ OLED, Hisense 4K H49M3000, UHD player OPPO UDP-203 / Sistema audio: Yamaha CX-A5100, sistema altoparlanti Yamaha Soavo-1, Soavo-2, Yamaha 8″ 3 vie x 4 a soffitto, centrale Jamo Center 200, 2 x subwoofer attivo Jamo E4. Configurazione ATMOS 7.2.4

Blu-ray disponibile su Amazon.it

Metro Exodus – Home Theater Test PS4 Pro
8 Recensione
Pro
FPS survival horror di spessore
Longevità e doppio finale
Localizzazione in italiano
Contro
Solo 1440p su PS4 Pro
Flessioni sotto 30 fps
Niente HDR wide color gamut
Dialoghi poco interessanti
DTS lossy poco efficace
Riepilogo
Sviluppato da: 4A Games
Distribuito da: Koch Media
Durata: Tra 20 e 30 ore
Anno di produzione: 2019
Genere: FPS survival horror
Supporto: BD 25
Aspect Ratio: 1.78:1
Video: 1440P/30 fps/SDR
Audio: AC-3/DTS 5.1 lossy italiano
Sottotitoli: italiano
Video
Audio
Giocabilità
Longevità
Il giudizio di AF

© 2019, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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