Molti credono che i cavi XLR bilanciati offrano sempre e comunque un suono più pulito. L’ingegnere del suono danese Michael Børresen spiega perché, in un salotto silenzioso, la realtà è molto diversa
Nel mondo dell’alta fedeltà, l’idea che la tecnologia “pro studio” equivalga automaticamente a un suono migliore è una convinzione dura a morire. I cavi bilanciati XLR, in particolare, godono di una fama quasi mitologica. Negli studi di registrazione e nei live rig vengono considerati lo standard per la pulizia del segnale e per molti appassionati di hi-fi sembrano quindi la scelta più ovvia anche per l’impianto hi-fi di casa.
Secondo Michael Børresen, co-fondatore e chief designer di Audio Group Denmark (gruppo danese che comprende brand come Ansuz, Aavik, Børresen e Axxess), questa equivalenza non è del tutto veritiera e può essere persino fuorviante. Intervenuto recentemente nel canale YouTube Netx Level Hi-Fi, Børresen sostiene infatti che in un ambiente domestico i vantaggi dei collegamenti bilanciati si riducono drasticamente e, in alcuni casi, possono perfino peggiorare la qualità del suono.

Un collegamento bilanciato trasmette il segnale su due conduttori, uno dei quali è invertito in polarità. All’arrivo, l’apparecchio ricevente confronta i due segnali e annulla qualsiasi rumore che abbia colpito entrambi in modo identico. Questo principio di reiezione del rumore di modo comune è estremamente efficace in contesti professionali, dove le linee audio possono estendersi per decine di metri, attraversare rack pieni di elettroniche e convivere con fonti di disturbo elettromagnetico come luci da palco o alimentatori rumorosi.
In quelle condizioni, l’uso di connessioni bilanciate è non solo giustificato, ma indispensabile. Tuttavia, la loro trasposizione in ambito domestico è nata da un equivoco: se in studio XLR significa silenzio e purezza, deve essere così anche nel salotto di casa. Una deduzione apparentemente logica, ma che ignora le enormi differenze tra i due ambienti.
In un impianto hi-fi domestico, le distanze sono brevi, si utilizza quasi sempre una sola sorgente per volta e l’inquinamento elettromagnetico è di entità molto inferiore. In queste condizioni, la differenza tra RCA (sbilanciato – single-ended) e XLR (bilanciato) tende a svanire, a meno che non si tratti di elettroniche realmente progettate per lavorare nativamente in bilanciato.
Una massa per nemica
Come spiega Børresen, nelle abitazioni la principale fonte di rumore non è il crosstalk tra i cavi o la lunghezza delle connessioni, ma il disturbo sulla linea di massa. La massa (ground in inglese) è il riferimento elettrico di tutto il sistema; se questo riferimento viene “sporcato” da piccole differenze di tensione o interferenze provenienti da alimentatori switching, router Wi-Fi o periferiche USB, il rumore può insinuarsi nel segnale audio indipendentemente dal tipo di connessione utilizzata.

Dal momento che anche i collegamenti bilanciati fanno affidamento su un conduttore di massa, un ground contaminato può compromettere la qualità del suono sia in RCA, sia in XLR. “La maggior parte del rumore che si insinua nei cavi del segnale proviene comunque dalla massa. Se questa è inquinata, anche un circuito bilanciato non vi salverà. Non offre alcun vero vantaggio in un impianto domestico”, spiega Børresen.
È un’affermazione che ribalta il luogo comune secondo cui “più professionale” equivalga a “più pulito”. Secondo l’ingegnere danese, sono molto più importanti la disposizione fisica dei componenti e la qualità del cablaggio. Azioni come alimentare tutto il sistema dalla stessa presa per ridurre le differenze di potenziale tra le masse, mantenere i cavi di segnale corti, separare i cavi di alimentazione da quelli audio, eliminare alimentatori rumorosi o isolare le connessioni USB possono avere un impatto molto maggiore di un costoso upgrade a cavi XLR.
Sfatare un mito
Per Børresen, la preferenza per i percorsi di segnale single-ended non è una scelta casuale ma il risultato di una filosofia ingegneristica precisa, secondo la quale ogni componente aggiuntivo lungo il percorso del segnale comporta una perdita di microdettaglio, scala e dinamica. La semplicità circuitale diventa quindi un modo per preservare l’integrità e la naturalezza del suono.
Se ad esempio l’architettura di un preamplificatore è intrinsecamente single-ended, introdurre un’uscita bilanciata richiederebbe ulteriori stadi di amplificazione o conversione, andando contro la logica minimalista del progetto. “Per ottenere un’uscita bilanciata devi usare un altro amplificatore, o un’altra coppia di op-amp discreti. È una complessità che aggiunge rumore e altera il carattere del suono”, spiega Børresen.

Ciò non significa però che le connessioni bilanciate siano sempre da evitare. Se infatti un componente è realmente differenziale dall’ingresso all’uscita (come avviene in alcuni DAC o amplificatori professionali), allora l’XLR rappresenta il percorso più naturale e trasparente. Nella maggior parte dei casi però, quando un dispositivo nasce con topologia single-ended, forzarlo a lavorare in bilanciato significa introdurre circuiti di conversione inutili, spesso peggiorando il risultato finale.
Come ottenere il meglio dal proprio impianto
L’insegnamento di Børresen non è quindi un rifiuto tout court del bilanciato, quanto un invito a guardare alla coerenza del sistema nel suo insieme. Se un elettronica hi-fi è progettata internamente in single-ended, è preferibile restare in RCA, evitando passaggi intermedi che non aggiungono nulla di utile. Se invece si possiede un DAC o un amplificatore interamente bilanciato, allora l’uso dell’XLR ha pienamente senso.

Più in generale, la riduzione del rumore in un impianto domestico passa da accorgimenti pratici ma efficaci. Oltre ai consigli descritti poco sopra, Børresen suggerisce di eliminare o sostituire alimentatori switching economici (può avere un effetto udibile più marcato di qualsiasi upgrade di cablaggio), aggiungendo che per chi utilizza un PC come sorgente audio dotarsi di isolatori USB o interfacce di qualità superiore aiuta a bloccare i disturbi digitali prima che entrino nella catena audio.
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