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Piano cottura a induzione o classico a gas?

Piano cottura a induzione oppure a gas: pro e contro tra tradizione e modernità, consumi, rapidità e controllo energetico

Nel caso del piano cottura a gas le parti principali che lo compongono sono i bruciatori e i regolatori di intensità della fiamma, le griglie di appoggio delle pentole. Da tempo i sistemi a gas sono forniti di sistema di sicurezza che impedisce il transito del gas se la fiamma dovesse spegnersi. Il piano cottura a induzione ha rivestimento in vetroceramica, l’alimentazione è solo elettrica con generazione di calore in virtù del campo elettromagnetico scaldando solo l’area della pentola a contatto con la base.

Per funzionare occorre disporre di pentolame compatibile. In termini di rendimento il piano a induzione è quello più performante, perché la generazione del calore avviene con inferiore grado di dispersione per cui si parla di più elevata efficienza energetica. Design meno classico, linee certo più pulite, diversi livelli di temperatura a seconda della necessità con controlli in genere di tipo touch.

piano cottura
Piano a induzione Miele KM-6839-1

Ciò che più conta è la maggiore precisione della temperatura che occorre per cucinare e quindi teoricamente inferiore spreco, anche perché l’energia va a concentrarsi maggiormente. Se con un piano a gas sono necessari circa sei minuti per portare a ebollizione un litro d’acqua, con quello a induzione si dimezza la tempistica, per il resto i tempi per cucinare restano pressoché identici. A tal proposito sfruttare unicamente l’elettricità per cucinare ha un rovescio della medaglia proprio legato all’erogazione della stessa. Anche se recentemente non mancano esempi di dispositivi nei consumi, desiderando elevate performance potrebbe presentarsi la necessità di modificare il contratto col fornitore di energia. Meglio controllare bene l’esigenza dello specifico piano cottura perché il grado di consumo, benché più mirato e circoscritto all’indispensabile, può arrivare a drenare anche oltre i dieci chilowattora, ovvero mille watt ogni sessanta minuti.


La fornitura base si aggira attorno ai tre chilowattora, il consumo superiore provocherebbe il superamento della fornitura e il distacco d’emergenza. Opportuno quindi fare bene i conti con quanto in genere è in funzione di base, tra frigorifero e altri elettrodomestici, per non incorrere in brutte sorprese. La presenza di un unico piano di appoggio privo di fornelli e ugelli semplifica la manutenzione ordinaria e la pulizia. L’area deputata a scaldare la pentola è peraltro l’unica ad aumentare di temperatura, le altre zone del dispositivo restano fredde. La percezione di quanta energia stia transitando dal piano alla pentola resta peraltro meno intuitiva rispetto al colpo d’occhio di una fiamma, dove la regolazione avviene con diversa sensibilità.

Piano cottura
Piano cottura gas Smeg PTV64ES

Importante anche il livello di sicurezza: con un piano a gas è obbligatoria da tempo la protezione passiva con presa d’aria in cucina, oppure attiva tramite rilevatore che se avanzato potrebbe arrivare a innescare la chiusura della valvola di erogazione. Col piano a induzione, che in fase di acquisto potrebbe avere costo superiore, la funzione blocco comandi impedisce la modifica involontaria del livello di potenza selezionato, mentre col blocco di messa in funzione, attivabile anche da spento, si evita l’accensione non autorizzata.

D’altronde se dovesse mancare la corrente con un piano a gas si può sempre pensare di innescare l’accensione con un fiammifero, col quello a induzione non esiste via alternativa che non sia quella di accumulatori di emergenza e perché no, annessi pannelli fotovoltaici. Da non dimenticare la presenza di piani misti gas + induzione.

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