Revox e National Audio Company annunciano una partnership per riportare la cassetta al centro della scena audio di qualità, con nuove produzioni in Germania e progetti hi-fi per il futuro
Abbiamo già parlato del piccolo revival che sta contraddistinguendo da almeno un paio d’anni le musicassette, ma se finora la cosa si è limitata a pochissimi album e a tirature minime rispetto ai CD e ai vinili, questa seconda giovinezza del nastro magnetico si è appena rafforzata con l’annuncio di una collaborazione tra Revox, storico marchio svizzero-tedesco di registratori a nastro, e l’americana National Audio Company, oggi uno dei principali produttori mondiali di nastri vergini. L’accordo prevede l’installazione di nuove linee produttive nello stabilimento Revox di Villingen, in Germania, con l’obiettivo dichiarato di offrire un supporto per la riproduzione e la registrazione di alta qualità.
Una frase che, a prima vista, può sembrare sorprendente considerando la nomea non proprio invidiabile che ha da sempre caratterizzato le performance audio delle cassette, anche se va ricordato che negli anni ’80 e ’90 questo supporto fisico aveva tentato un salto di qualità con i modelli al cromo e al metallo, capaci di prestazioni superiori rispetto ai comuni nastri ferrici. Oggi, grazie a nuove formulazioni e a un’attenzione artigianale alla costruzione, il nastro magnetico torna a proporsi come supporto hi-fi, capace di attrarre non solo nostalgici ma anche appassionati esigenti.
A trainare questo fenomeno ci sono aziende specializzate come National Audio, RTM e TASCAM, che hanno sviluppato prodotti ben più sofisticati di quanto si trovasse sugli scaffali delle catene di elettronica trent’anni fa. I nastri Studio Master a base di cobalto promettono ad esempio fino a 4 dB di guadagno in più, minore distorsione e maggiore stabilità meccanica. Un salto tecnico che rende possibile immaginare una cassetta da studio con prestazioni più pulite e dinamiche di quelle che, negli anni ’80, rappresentavano lo standard di riferimento per l’ascolto casalingo di qualità.
Anche la parte meccanica ha il suo peso. Scocche rinforzate, rocchetti di precisione e avvolgimento accurato contribuiscono a ridurre fenomeni come flutter, drop-out e deformazioni del nastro, punti deboli cronici dei supporti economici. Se combinati a una migliore chimica magnetica, questi accorgimenti fanno intravedere un futuro in cui la cassetta non sia solo un oggetto da collezione, ma un vero strumento di registrazione e riproduzione di livello audiophile, in grado di offrire durabilità e fedeltà vicine a quelle del più blasonato reel-to-reel.
Christoph Frey, CEO di Revox, ha sottolineato come questa alleanza possa aprire “nuove possibilità nella registrazione musicale e una ricca selezione per un’esperienza analogica personale”, mentre Steve e Phil Stepp di National Audio hanno parlato di “una nuova dimostrazione di leadership di mercato nell’area delle registrazioni musicali di alta qualità”.
Dichiarazioni che confermano un progetto ambizioso, ovvero non limitarsi a fornire supporti vergini, ma anche costruire un catalogo musicale sotto il marchio REVOX | Horch House, in collaborazione con una major discografica. Le prime uscite sono previste per il quarto trimestre del 2025 e Revox punta a diventare uno dei maggiori produttori di cassette in Europa, con distribuzione anche in Nord America.
La domanda che rimane aperta è se la cassetta saprà davvero evolvere da fenomeno di nicchia a supporto premium e se ci sarà spazio per nuovi prodotti hardware, contando che al momento i brand audio con a catalogo piastre o player/registratori per cassette si contano sulle dita di una mano (o quasi). Nell’attesa di scoprirlo, il formato è tornato ad affacciarsi sul mercato su basi concrete grazie a investimenti industriali, innovazione tecnica e un rinnovato interesse culturale, cosa che solo dieci anni fa sarebbe stata inconcepibile.
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