Sony Pictures poteva scegliere un film più adatto all’esordio su disco “blu”: nonostante la spettacolarità delle scene, la fotografia e l’ambientazione non riescono a dare la giusta “luce” alle 1080 linee dell’incisione.
Lo scontro millenario tra Vampiri e Lycan sta per incontrare una svolta decisiva nel sequel di Underworld. Dopo aver scoperto il segreto legato al massacro della propria famiglia, Selene, la letale cacciatrice di vampiri, si è ritrovata ad essere sempre più sola e minacciata. E, di fatto, i suoi reali nemici non sono più quelli del primo episodio della saga. Nella fuga, Selene ritrova al suo fianco Michael, un ibrido metà vampiro e licantropo, troppo spesso incapace di controllare l’essere licantropo che ruggisce in lui. Per entrambi è giunta l’ora di andare a fondo al mistero delle proprie origini e della guerra, ma in questa ricerca della verità si ritroveranno ad affrontare i più temibili e potenti avversari.
Questo sequel lascia in realtà aperti ancora molti punti controversi che fanno presagire la volontà di approfondire ulteriormente la saga (come effettivamente accadrà con Underworld – La ribellione dei Lycans e Underworld – Il risveglio). Benché vengano rispettate perfettamente le ambientazioni, rispetto al primo episodio questo Evolution appare meglio sceneggiato e costruito e ha potuto beneficiare di un budget più che raddoppiato grazie al successo al botteghino.
VIDEO
La scelta di Sony Pictures di usare Underworld: Evolution tra i titoli di lancio del Blu-ray potrebbe sembrare non molto azzeccata: un film dove la maggior parte delle scene sono girate al buio e dove la resa cromatica non è praticamente apprezzabile per la scarsa palette di colori che la fotografia del film richiede è davvero un banco di prova duro e il rischio è che il risultato non venga a pieno apprezzato. La resa video è senza dubbio molto buona, ma non apprezzabile a pieno: fin dall’inizio, anche su un proiettore perfettamente tarato, le scene non riescono a dare la giusta profondità di campo, e in moltissimi casi ci troviamo di fronte a particolari che solo alzando di un po’ il livello di luminosità tendono ad emergere. Tuttavia, ricorrendo a questo metodo, ci troviamo di fronte ad un quadro molto “slavato” e inizia ad emergere l’effetto della compressione sui fondali, compressione che con un display perfettamente regolato tende a sparire, inghiottita dalle ombre. La compressione in MPEG-2 e il discolo a singolo strato da questo punto di vista non aiutano (il bit-rate medio si attesta sui 16 Mb/s, piuttosto basso). Il master di partenza è comunque ottimo, e lo si può apprezzare soprattutto in alcuni primi piani della protagonista: l’iride di Selene, azzurra, è un vero spettacolo in campo scuro, ha un dettaglio superbo e contorni perfettamente nitidi e definiti. Un ottimo disco demo per valutare contrasto e livello del nero.
AUDIO
Sul fronte audio la situazione si attesta su livelli decisamente più elevati: i colpi sordi di sub fin dalle prime scene ci invitano a regolare il volume perché quello che ci attende non è certo un film tranquillo. Con una dinamica a dir poco esplosiva e un subwoofer sfruttato e spremuto fino all’ultima goccia, la traccia non compressa LPCM 5.1 italiana di Underworld: Evolution è un eccellente dimostrativo per mettere in evidenza pregi e difetti di un sistema multicanale. I passaggi fronte retro sono molto veloci e necessitano di diffusori pronti, rapidi, molto dinamici e attivi.
EXTRA
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